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Niente che possa risolvere il problema epocale dei migranti dall’Africa – non è questo che si chiede a un film – ma capace di cambiare la nostra percezione dei fatti, farci guardare la vita di due giovani di Dakar (Senegal), poco più che ragazzi che concepiscono il sogno di cambiar vita – spesso i giovani hanno di questi desideri; noi stessi da giovani li avevamo – e di quel che si trovano a vivere per realizzarlo. Loro, di cuor puro come molti giovani, in un mondo di belve, dominato dall’ossessione del denaro.
Realizzare un film su un tema del genere è difficoltoso e di una ambizione sconfinata: per il tema, tante volte visto e sentito e per l’enormità delle problematiche che sottende.
Ho aspettato fino a ieri, per vedere il film; non ci si va a cuor leggero, per avere due ore di svago… Tra le tante cose lette ho scelto questo scritto di Marco Lodoli – non un critico cinematografico, fa lo scrittore e l’insegnante -; solo da poco lo leggo su la Repubblica scrivere di film che passano nelle sale romane.
Un approfondimento sul che mi sento di condividere e di consigliare ai lettori.
Epica di un capolavoro che svela del senso della vita
di Marco Lodoli – Da La Repubblica del 7 settembre 2023 – in Cronaca di Roma
“Io, capitano”, il film di Garrone presentato al festival di Venezia, è un’opera straordinaria che resterà nella storia del cinema italiano, semplicemente un capolavoro capace di coinvolgere, emozionare, generare pensieri nuovi e inattesi. E mi sorprende che non sia stato accolto e sospinto con entusiasmo da tutta la critica, e che le sale non siano strapiene di spettatori. Ma sono convinto che il passaparola sia già iniziato, perché chiunque veda questo film non può che esserne toccato profondamente. Il tema del film è il lungo viaggio di due adolescenti da Dakar, in Senegal, fino alle coste italiane: Seydou e Moussa hanno sedici anni e sentono che devono affrontare questa tremenda avventura, che da qualche parte li aspetta un’altra vita.
Moussa è più convinto, Seydou è un ragazzino che ancora ama e teme la madre, un pinocchietto titubante, impaurito. Vuole e non vuole, è attratto dall’ignoto e ne è spaventato, vorrebbe andare e vorrebbe restare a casa con le sorelle: e infine parte. Non vi racconterò le mille peripezie che Seydou e Moussa devono affrontare, l’angosciosa traversata di un deserto che è una trappola mortale, le minacce e i ricatti di chi promette la salvezza e prepara la catastrofe, le camere di tortura in Libia, la pena, lo smarrimento, la tenacia di Seydou che non vuole lasciare indietro nessuno, che non vuole farcela da solo, e va avanti e torna indietro per recuperare il cugino, ma anche per sostenere chiunque cade e non ce la fa a rialzarsi.
Tutto il dolore di chi parte e non sa se arriverà è raccontato perfettamente, con immagini che resteranno per sempre nella memoria personale e collettiva.
Ma il film è anche una grandiosa metafora, quest’avventura travolgente e spaventosa fa riflettere su cosa è la vita, su come affrontarla.
“Nessuno morirà” giura a tutti Seydou sul barcone di cui è responsabile, a sedici anni.
E quando alla fine si alza il suo grido: “Io, capitano!“, ripetuto con forza, con energia, non si può non sentire il brivido della verità: era un ragazzino ed è diventato un uomo, era pieno di paure eppure si è caricato sulle sue piccole spalle il proprio destino e quello degli altri, era niente ed è un eroe. E allora quel grido commosso e potente spazza via, almeno per un attimo, finché vibra nell’aria e sul mare, il vittimismo, i piagnistei, i risentimenti, i narcisismi ridicoli e le vanità effimere del nostro mondo.
Il film di Garrone ci costringe a provare a essere migliori, a immaginare un’esistenza più nobile e autentica, che cerchi di superare ogni meschino egoismo facendo appello a tutte le energie positive che in qualche modo devono ancora esserci dentro di noi. È un film sull’immigrazione, d’accordo, ma è anche un film che scuote chi vive nella pigrizia del privilegio, nella stanchezza della finzione.
“Io capitano” urla Seydou, che ha sognato l’impossibile, lo ha temuto, lo ha traversato e lo ha raggiunto, e quel grido che si accende e poi tace continua a rimbombarci dentro come un invito che non si può dimenticare. Ognuno di noi deve farlo proprio, sentire che si può e si deve provare ad essere capitani della propria storia, e non è solo una storia privata, perché non ci si salva mai da soli.
[Di Marco Lodoli – Da La Repubblica, del 7 settembre 2023]
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Appendice del 25 settembre 2023 (cfr. Commento della Redazione)
L’articolo da la Repubblica di oggi 25 settembre: Perché spero che Garrone non vinca l’Oscar, di Francesco Merlo.pdf
Sandro Russo
21 Settembre 2023 at 07:30
Sul sito siamo molto rispettosi della complessità del fenomeno migratorio dall’Africa e cerchiamo di non parlarne troppo se non per mettere a fuoco degli aspetti dell’enorme problema e sottolineare dei punti di vista.
Al riguardo abbiamo citato qualche anno fa il film L’ordine delle cose – leggi qui – https://www.ponzaracconta.it/2023/08/02/mal-dafrica/ – del 2017 diretto da Andrea Segre, presentato alla 74ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Questo Io, Capitano – di Matteo Garrone è stato portato a Venezia, per l’80ª Mostra, da poco finita. Sono passati sei anni. Sarebbe interessante confrontare la percezione del problema a una distanza temporale che è breve, ma neanche tanto, per l’accelerazione che stanno avendo gli sbarchi e per il caos internazionale che esiste sul modo di affrontarli.
Anche da leggere, sul sito, un approfondimento del fenomeno migratorio da parte di Carlo Secondino, un mio compagno di Liceo, che ha passato in Africa dodici anni seguiti al suo pensionamento da insegnante, come volontario (in Kenia) -> leggi qui:
https://www.ponzaracconta.it/2023/03/14/lafrica-che-ho-conosciuto-il-fenomeno-migratorio/
Sandro Russo
22 Settembre 2023 at 06:10
“Io Capitano” di Matteo Garrone rappresenterà l’Italia agli Oscar
L’opera, con la quale Garrone ha vinto il Leone d’argento per la regia alla Mostra del Cinema di Venezia, ha avuto la meglio su altri 11 film nella scelta del Comitato di selezione dell’Anica. Le altre pellicole in lista erano “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi, “Grazie ragazzi” di Riccardo Milani, “Il ritorno di Casanova” di Gabriele Salvatores, “Il sol dell’avvenire” di Nanni Moretti, ”Stranizza d’amuri” di Giuseppe Fiorello, “Rapito” di Marco Bellocchio, “L’ultima notte di Amore” di Andrea Di Stefano, “La chimera” di Alice Rohrwacher, “La terra delle donne” di Marisa Vallone, “Mixed by Erry ”di Sydney Sibilia e “Noi anni luce” di Tiziano Russo.
Per conoscere la shorlist bisognerà aspettare il 21 dicembre. La cinquina delle nomination sarà annunciata il 23 gennaio 2024. La cerimonia di premiazione degli Academy Awards si terrà il 10 marzo 2024 (https://www.rainews.it/tgr/lazio/)
La Redazione
25 Settembre 2023 at 17:20
Perché del tutto pertinente ai pareri che abbiamo espresso sul film Io, Capitano di Matteo Garrone, Leone d’argento a Venezia, pubblichiamo qui il parere di Francesco Merlo, dalla sua rubrica settimanale “La carezza“, su la Repubblica di oggi 25 settembre.
Lo scritto di Merlo, urticante, provocatorio e controcorrente, analizza il film di Garrone a confronto con altri film italiani vincitori di Oscar negli ultimi decenni.
Il suo titolo: “Perché spero che Garrone non vinca l’Oscar”, in formato .pdf come appendice all’articolo di base.