di Giuseppe Mazzella di Rurillo
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Confidenze & Confessioni
Casamicciola ’65 – La svolta mancata e l’impegno giovanile
Prologo: le elezioni del ’64
Le elezioni amministrative del novembre 1964 a Casamicciola segnarono una svolta. Fin dalla prime elezioni amministrative del dopoguerra del 1946 con la ricostruzione dei sei Comuni dell’isola d’Ischia dopo la parentesi dal 1939 al 1945 del Comune unico di Ischia, a Casamicciola – allora l’area economica più importante dell’ isola per le sue risorse termali – il potere locale era detenuto dal alcune “grandi famiglie” con medici, avvocati, termalisti, albergatori, commercianti e preti che dopo la parentesi del regime fascista cambiarono casacca politica sempre sotto il manto di Santa Romana Chiesa.
Le prime elezioni del 1946 furono vinte dal dottor Raffaele Monti, 33 anni, esponente di una antica famiglia di proprietari terrieri del Majo che formò una lista con il simbolo di Santa Maria Maddalena, santa patrona del paese. Il sindaco Raffaele Monti fu anche il presidente del Comitato Civico Diocesano e da qui il passaggio alla Democrazia Cristiana.
Il dottor Monti costituì un sodalizio di ferro con Antonio Castagna, di un anno più giovane, imprenditore edile appartenente ad una famiglia di termalisti con struttura a La Rita. I due restarono amici per tutta la vita.
Castagna divenne sindaco nel 1953 e Monti rimase fino alla morte nel 1985 segretario locale della Democrazia Cristiana.
Nel 1960 alle elezioni amministrative la DC di Antonio Castagna, sindaco, e di Raffaele Monti, vice sindaco e segretario della DC, ottenne 16 seggi su 20 ma i 4 seggi di opposizione furono di una lista civica di appoggio con il simbolo della “Piramide” capeggiata dal geom. Pasquale Mattera. Praticamente non c’era opposizione in consiglio comunale, ma emerse una voce di dissenso: quella di Antonio Piro, portiere d’ albergo ,il quale diede vita ad un movimento di opposizione al duo Castagna-Monti che un “oppositore civile”, Don Nicola De Luise, commerciante, chiamava “i demo-sentinella”.
Poche voci di dissenso nel piccolo paese di circa 4.500 abitanti che dal 1956 aveva aggiunto “Terme” alla propria denominazione ma che comunque aveva perso di importanza economica rispetto al capoluogo, la Città d’Ischia, ed al vicino comune di Lacco Ameno.
Le poche voci di dissenso – fra le quali quelle di Peppino Gamboni, Peppino Iacono, Mimmo Capezza ed il prof. Cristofaro Mennella – si incontravano di sera nella Farmacia del dottor De Luise in Piazza della Marina per scambiarsi opinioni e lamentele.
La DC di Antonio Castagna e Raffaele Monti imperava, ed alla DC negli anni ’60 fu apposta una “terza gamba” con il dottor Nicolino Barbieri del popoloso Quartiere di Perrone che si ampliò con la costruzione dell’edilizia economica e popolare.
Il “gruppo di Perrone” anche con l’adesione dei fratelli Peppino e Girolamo Mennella della famosa Fabbrica di terracotta e ceramica divenne sempre più decisivo per assicurare il potere alle “Grandi famiglie”. Perrone da allora condizionò la vita politica.
La “ Concentrazione Democratica” di Filippo Maresca
Negli anni ’60 a Casamicciola c’era un clima da “partito unico”. C’era solo la scuola elementare al Palazzo Manzoni. Le attività sociali dei giovani erano concentrate nella sala della Parrocchia di Santa Maria Maddalena. Lo sport – il calcio – si praticava in campetti su suoli abbandonati o in strade poco frequentate.
Era “una piccola città dove non succede niente” come direbbe Giorgio Gaber. Ma per le elezioni amministrative nacque una vera lista di opposizione capeggiata da un medico giovane di 34 anni, Filippo Maresca, che infiammò i cuori dei giovani e trasformò il clima da partito unico: i giovani volevano il diritto alla parola, al dibattito, al dissenso ed alla laicità. La ribellione cominciò nelle famiglie. La contestazione giovanile si anticipava.
Il dottore Filippo Maresca seppe interpretare questo vento rivoluzionario e fu appoggiato da un vasto movimento giovanile nelle piazze ma non nella cabina elettorale. Moltissimi – fra i quali l’allora quindicenne che scrive questa nota – non erano maggiorenni (si diventava maggiorenni a 21 anni) e non potevano votare.
La “Concentrazione Democratica” perse le elezioni per una manciata di voti. Ma la lezione servì alla DC di Castagna-Monti-Barbieri. Bisognava aprirsi ai giovani. Non si poteva governare come una volta.
La DC era un “partito popolare” che in Italia si apriva alla sinistra del PSI e bisognava anche a Casamicciola immettere nuova linfa nel partito che diventava quello di Fanfani e di Moro. Dal canto suo la “Concentrazione” – che univa tutti gli anti-dc dai postfascisti ai comunisti perché alle comunali si votava col metodo maggioritario – aveva bisogno di una struttura permanente e di un partito solido che facesse da spina dorsale. Fu scelto il PSI perché non solo gli anziani avevano un retaggio di sinistra – come l’avv. Andrea Capezza, diviso tra lo studio a Roma ma gli interessi economici a Casamicciola, Peppino Iacono e Peppino Gamboni – ma perché poteva essere il contenitore di una protesta e di una proposta plurali con più anime ed infine perché era un “partito di governo e di opposizione”.
Il PSI aprì una sede in Piazza della Marina nel 1965 e raccolse subito oltre 200 iscritti. Il focolare acceso a Casamicciola si estese anche agli altri Comuni isolani. Il PSI divenne il secondo partito anche negli altri Comuni. La sezione di Casamicciola del PSI dedicata a “Vittoria Nenni” divenne la sede del “Comitato di Zona”.
La risposta della DC per una nuova stagione
Quale fu la risposta della DC alla ventata giovanile? Bisognava rilanciare la sezione che contava oltre 300 iscritti oppure fare qualcosa di diverso come un circolo culturale? Non so di chi fu l’idea, ma prevalse il sostegno ad un circolo culturale senza etichetta di partito che fosse capace tuttavia di fare nascere una nuova classe dirigente che per “interclassismo” poi si sarebbe indirizzata verso la DC. I potenti della DC affittarono un ampio appartamento in Piazza della Marina di quattro stanze e lo offrirono ai giovani. Fu una ottima disponibilità. Poi per iniziativa di alcuni giovani che avevano sostenuto la DC nacque il “Circolo Impegno Giovanile”.
Il circolo “ Impegno Giovanile”
Cominciarono le riunioni per fondare un circolo culturale. I promotori furono Sanny Iacono, Alberto Barbieri, fratello del dottore Nicolino, e suo cognato Gennaro Gallucci poi le adesioni di Elsa Calise, di Michele “Lillino” Castagna figlio di Antonio e dell’allora sua fidanzata Emilia Mennella, Franco Iaccarino, Nino Castaldi, Crescenzo Monti, Pasquale Cuomo, Antonio Calise, Angela Monti, Maria Iovine, Luisa Ferrandino e Maria Teresa “Miggi” Calise.
Tutti o quasi di area DC. Tutti di media o alta cultura. Studenti delle superiori o universitari, o giovani professionisti. Età media dai 20 ai 30 anni.
Fui l’unico invitato di “opposizione”. Ricevetti la prima “critica” della mia vita civile dal segretario socialista per l’adesione al circolo voluto dalla DC. Avevo solo 16 anni e la mia età richiese una prima modifica statutaria. In un primo momento i promotori pensavano ad una età minima di 18 anni ed una massima di 40. Le riunioni per la formulazione dello statuto si tenevano nel salone principale dell’allora stabilimento “Kursal” – costruito nel 1959 dal comm. Cacciani di Roma, che soltanto nel 1969 diventerà il “Complesso Calise” con il “Capricho” che era solo un night club – e l’assemblea costituente prevedeva un “presidente di turno” con il più ampio “parlamentarismo”. Lo Statuto richiese diverse riunioni. Poi ci fu la nomina del Direttivo con l’elezione del Presidente.
Il primo presidente fu una donna: Angela Monti appena laureata in lettere. La prima donna a presiedere una istituzione culturale laica. Il nome, “Impegno Giovanile”, fu proposto da Gioacchino “Sanny” Iacono ed approvato.
Don Nicola De Luise – che era inconsapevolmente il continuatore della storia locale erede del dottor Giuseppe Mennella, morto nel 1949 – inviò al Circolo una lettera di augurio in carta intestata della “Pro Casamicciola” fondata e scomparsa anni prima.
A Casamicciola non dura niente. Le attività di promozione culturali ed artistiche durarono dal 1965 al 1968. Non c’è più alcuna “carta” o memoria di quella intesa storia di tre anni poco meno o poco più. Tutto al macero. L’ ultimo presidente che fu anche liquidatore fu Mimmo Boccalone, maresciallo dell’Aeronautica Militare.
Iniziammo con un Veglione di Capodanno 1965 alle Terme Belliazzi, poi un Veglione di Carnevale all’Hotel Gran Paradiso, una serie di conferenze all’Hotel Cristallo, una mostra del pittore Luigi de Angelis scomparso da poco, un “Barbecue all’isola” sul terrazzo dell’Osservatorio Geofisico. Perfino una commedia di Scarpetta: “Miseria e Nobiltà” che allestimmo nel salone di ingresso del Complesso Pio Monte della Misericordia. Un torneo di ping pong. Lunghe ed appassionate riunioni di direttivo e la divisione in “correnti” anche sul “mega-progetto” di Gennaro Gallucci per costruire una “città dei giovani” sul Monte Rotaro.
Il mega-progetto fu l’ origine della prima “scissione”: per contrasti andarono via Sanny Iacono, Nino Castaldi, Crescenzo Monti. Quasi tre anni del Circolo Impegno Giovanile furono fondativi per me e per molti di quei soci fondatori. Quasi nessuno aderì alla DC.
Il fascino di Miggi
Tutti eravamo innamorati di Miggi.
Miggi – aveva poco più di 20 anni ed era stata studentessa al liceo classico di Ischia ed allieva di Edoardo Malagoli – iscritta alla Facoltà di Lettere a Napoli, era profondamente crociana. Figlia del dottor Aniello Calise e della sua seconda moglie, ambedue poeti. Una famiglia di poeti. Il cantante ed autore Ugo Calise era suo fratello di primo letto. Miggi era anche una poetessa che fondeva in se stessa bellezza fisica e spessore culturale. Aveva anche la dote del rapporto umano e quindi divenne una brava docente di materie letterarie ed artistiche alle superiori ed alle medie. Avrebbe potuto aspirare alla docenza universitaria. Ma le circostanze della vita si mossero in maniera differente.
Miggi – mi dividevano da lei molti anni – fu per me il simbolo di donna da amare. Quella che mi fece conoscere Neruda a 16 anni. Quella che mi insegnò il bon ton con una donna. Mi insegnò la laicità e la diversità dall’ateismo. L’Amore per il “pensiero libero”. L’insinuazione del Dubbio. Il liberalismo come metodo. L’inizio di un lungo percorso di vita al quale tenacemente ho cercato di rimanere fedele.
Calise 8. Miggi con Franco Iccarino e Aldo Monti
La svolta mancata
Il “Circolo Impegno Giovanile” si estinse dopo appena tre anni. Ciascuno dei fondatori ebbe la sua vita. Casamicciola riprese i passi in avanti ed i passi indietro.
Fu una svolta mancata.
Da parte mia ho cercato sempre per oltre cinquant’anni di riproporre quell’esperienza del Circolo con tanti altri Circoli ma senza essere capace di piantare alberi con radici solidi. Tutto è fragile a Casamicciola. Tutto è di breve durata.
Ma quella esperienza, in un modo o in un altro, segnò le nostre vite.
Casamicciola, 10 settembre 2023
P.S. – Miggi aveva 23 anni nel 1965. Mi ha telefonato alcuni giorni fa da Napoli dove vive. Ci siamo scambiati ricordi comuni. Mi ha inviato, su mia richiesta, le foto che appaiono su queste pagine ed altro materiale che utilizzerò in seguito .
E una poesia per Casamicciola e per me. Ascoltare la sua voce è stato come cancellare il tempo avvertendo la stessa emozione.
Immagine di copertina: Casamicciola (Ischia). Panorama. 1965 circa