Cinema - Filmati

Divertissement sull’eroe fantasma, nel solco di Benigni critico cinematografico

di Guido Del Gizzo

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“Il cinema è finzione”, certo, ma soprattutto è stimolo alla fantasia attraverso il divertimento. Per questo parlare di cinema è sempre positivo e ricco di ricadute. Pubblichiamo come articolo una nota di Guido Del Gizzo a un articolo precedente sull’Eroe nel cinema, perché di cinema non si parla mai abbastanza, e specie di questi tempi, una sua promozione va perseguita con qualunque mezzo. Quanto all’eroe nel cinema dovremo necessariamente riprendere l’argomento.
S. R.

Poiché il cinema è finzione, si adatta a sostenere le tesi più varie e contraddittorie.
Se però si sceglie un tema, in questo caso quello dell’eroe, diventa difficile seguire il filo da “Ladri di biciclette” a Clint Eastwood e la scelta “selettiva” delle pellicole girate da quest’ultimo, poi, diventa un po’ forzata e difficile da seguire.

Per un pugno di dollari” è Sergio Leone, molto più che Clint Eastwood: quest’ultimo è Josie Wales, il giornalista di Fino a prova contraria, L’uomo nel mirino (The Gauntlet – ndr), il vecchio di Gran Torino o Di nuovo in gioco, di Potere Assoluto e di Space Cowboys;  infine il “liberal repubblicano” di Mystic River, Million Dollar Baby e Un mondo perfetto.


Tra Per un pugno di dollari e Gli spietati trascorrono 28 anni, nel frattempo c’è tutta la serie Callaghan e molti western, alcuni di ottima qualità, come La ballata della città senza nome e l’ottimo Il texano dagli occhi di ghiaccio (The Outlaw Josey Wales; 1976), di cui Eastwood è anche regista e che probabilmente è uno dei suoi migliori lavori.

Eastwood mi sembra assai poco “fantasmatico” e i suoi personaggi, probabilmente, gli assomigliano: un franco conservatore, ostinato nel perseguire i propri obiettivi, ma sostanzialmente convinto che il resto del mondo sia libero di farsi gli affari suoi, senza intromettersi.Intervistato, in quanto esponente conservatore di Hollywood, su gay e trans, seduto su una sedia con i piedi sul tavolo, ha risposto, con un gesto della mano: “leave them alone…” (lasciateli in pace).

Però è intrigante questa faccenda dell’eroe: come la mettiamo con quelli di Zinnermann (Storia di una monaca, La settima croce, Mezzogiorno di fuoco), di Antony Mann (Là dove scende il fiume, L’uomo di Laramie, Winchester ’73), di Sydney Pollack (La mia Africa, Il cavaliere elettrico (The Electric Horseman), Havana), quelli tragici di Edward Zwick (Defiance, Vento di Passioni, Glory), quelli prevedibili di John Ford (tutte le sfumature di Wayne, con l’eccezione di “Furore”, che è un piccolo capolavoro di neorealismo, consigliato agli amanti del genere)?

Robert Redford ne “Il cavaliere elettrico (S. Pollack 1976)

E che dire di Horace Hornblower e Atticus Finch (Gregory Peck nei suoi ruoli più iconici [rispettivamente in Le avventure del capitano Hornblower, il temerario) (1951) e il Buio oltre la siepe (1962) – ndr]?

Gregory Peck ne Il buio oltre la siepe (To Kill a Mockingbird), di Robert Mulligan, dal romanzo altrettanto famoso di Harper Lee (1960)

In tempi più recenti tra gli eroi hanno cominciato ad esserci le donne: Guerre Stellari, Indiana Jones, Lara Croft, perfino l’ultimo (pessimo) 007: il mondo cambia…
Comunque, l’eroe è l’eroe, incarna valori positivi, con dosi variabili di travaglio interiore. È l’ingrediente essenziale di un buon film, quello in cui vincono i buoni, perdono i cattivi e trionfa l’amore. E amen.

Riesumato dai mitiche puntate de “L’altra domenica” del 1978, ecco un giovanissimo critico cinematografico Roberto Benigni che ancora ci  diverte (da YouTube, piuttosto lungo, si può guardare dal tempo 5’45” in poi… – ndr).

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