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Molti lettori di Ponzaracconta e noi stessi redattori siamo rimasti sorpresi da interventi e articoli “a raffica”, sul sito, di questo nuovo contributore spuntato fuori all’improvviso.
Scritti peraltro fatti bene, puntuali e documentati, con focus principale su Cala dell’Acqua – “il famoso, futuro Porto di Cala dell’Acqua” – che come l’araba fenice del Metastasio, “che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa”. Con incursioni su altri aspetti dell’amministrazione e della politica ponzese (leggi qui).
È sorta quindi spontanea la domanda: “Ma chi è Guido Del Gizzo?”
Siccome in queste cose il metodo migliore è quello più diretto, e per evitare dietrologie, l’abbiamo chiesto al diretto interessato, invitandolo di persona (è venuto accompagnato dalla moglie Aurelia) per le classiche “due chiacchiere con la redazione” al casale di Sandro, che per lui è di strada, dal momento che si muove spesso tra Anzio e Roma.
Esauriti i convenevoli ed espletato il giro turistico di rito, davanti a una bottiglia di acqua minerale, abbiamo posto le nostre domande.
Ecco tutte le nove domande (le risposte mancanti nella seconda parte che sarà pubblicata a breve).
1 – Dacci le coordinate di base (il corrispettivo ponzese è “A chi appartiene?”): Di dove sei? Dove abiti attualmente? Di che ti sei occupato? (esperienze rilevanti in passato). Quale è il tuo campo attuale di interesse?
2 – Come e quando comincia in tuo coinvolgimento con la Società Marina di Cala dell’Acqua? Se non vado errato è stata quella che ha prevalso sulle tre in lizza per realizzare il porto. Ma questo Bando era puramente una gara sportiva o c’era una base perché espletati i preliminari venissero compiute opere reali? Cosa si è inceppato, in questo processo?
3 – Prima di decidere di rilevare la Società Marina di Cala dell’Acqua sarai venuto a fare un’ispezione dei luoghi. Era la tua prima volta a Ponza? Quale la prima impressione e quella successiva, più meditata.
4 – Con chi hai interagito a Ponza? Hai incontrato membri della precedente Amministrazione (Ferraiuolo – ndr). Che indicazioni operative ne hai tratto?
5 – Parliamo della tua visione del futuro porto di Cala dell’Acqua: i requisiti essenziali e quelli accessori. La questione energetica (il porto avrà una sua autonomia energetica?). Le opere a terra: costruite e gestite da chi? Quali interazioni tra il Porto e il famigerato “Comparto 13”? (e il Piano Regolatore, in tutto questo?). Quali interazioni con il costruendo dissalatore Acqualatina e con il generatore della SEP, che insistono sulla stessa area?
6 – Come in tutto questo possono essere importanti i residenti, la gente delle Forna? Come e a che titolo possono essere coinvolti?
7 – In che termini sono i rapporti con i pubblici poteri? Come è messa la Regione rispetto al Porto? Cosa dipende dalla Regione e cosa no? Come c’entra il Ministero delle Infrastrutture?
8 – Abbiamo lasciato per ultima, tra i poteri pubblici, l’Amministrazione Comunale. Hai incontrato anche i membri della amministrazione attuale (sindaco Francesco Ambrosino – ndr)? Con che risultati?
9 – Quali sono secondo te gli aspetti più problematici che si interpongono tra la proposta di Marina di Cala dell’Acqua e la effettiva realizzazione del porto? Quali le ipotesi alternative? Le prossime scadenze?
A domanda risponde (a. d. r.)
di Guido Del Gizzo
Per comodità di lettura ripeto le domande prima della relativa risposta (nda)
1 – Dacci le coordinate di base (il corrispettivo ponzese è “A chi appartiene?”): Di dove sei? Dove abiti attualmente? Di che ti sei occupato? (esperienze rilevanti in passato). Quale è il tuo campo attuale di interesse?
Sono nato a Salerno (21/3/1957) e sono cittadino del mondo di adozione: ho vissuto a Roma, Bruxelles, Perugia, Losanna, Catania, Parigi e infine in Maremma, dove risiedo da circa vent’anni e che è stata il mio punto di riferimento in Italia da sempre.
Laureato in Scienze Agrarie e abbandonati gli studi in Scienze Politiche, ho iniziato a collaborare con un gruppo di consulenti di provenienza Olivetti (Istituto di Ricerca sull’Industria e il Territorio di Roma) e quindi mi sono occupato di Ricerca & Sviluppo (R&S) nel campo delle tecnologie alimentari, poi di diversificazione e commercializzazione di marchi internazionali (Marlboro e Swatch), di progetti di ricerca in un consorzio IRI-CNR-ENEA, e infine di progetti di sviluppo territoriale con il Censis e con Sviluppumbria, prevalentemente nei settori dell’agroalimentare e dell’artigianato: in particolare, mi sono occupato dei progetti di marchio territoriale in Maremma, per conto degli Enti Locali (EELL) riuniti in un’agenzia di sviluppo, e, in Umbria, del progetto di marchio regionale e del rilancio del Centro Agroalimentare.
Tuttavia, da sempre, la mia passione atavica è la vela e, per decenni, ho passato nei porti e nei cantieri navali la quasi totalità del mio tempo libero.
Da oltre vent’anni vivo stabilmente in Maremma, dove mi sono sposato, sono cresciute le nostre figlie e dove ho assistito, in anteprima, a quello che rischia di succedere a Ponza.
Anche lì, ci siamo occupati soprattutto di promozione territoriale, di solito, malgrado gli amministratori locali.
2 – Come e quando comincia in tuo coinvolgimento con la Società Marina di Cala dell’Acqua? Se non vado errato è stata quella che ha prevalso sulle tre in lizza per realizzare il porto. Ma questo Bando era puramente una gara sportiva o c’era una base perché espletati i preliminari venissero compiute opere reali? Cosa si è inceppato, in questo processo?
Mi è stato proposto da un amico, che si occupa di intermediazioni immobiliari, di rilevare le quote societarie di Marina di Cala dell’Acqua srl a fine 2020: i soci, per dissidi tra di loro e stanchezza, oltreché per mancanza di fondi, stavano cercando di passare la mano già da tempo e credo che il dialogo con l’amministrazione Ferraiuolo, per loro, non fosse dei più semplici.
Ovviamente no, non era una gara sportiva: per gli interessati, il riferimento normativo è il seguente: “D.P.R. 2 dicembre 1997, n. 509 – Regolamento recante disciplina del procedimento di concessione di beni del demanio marittimo per la realizzazione di strutture dedicate alla nautica da diporto, a norma dell’articolo 20, comma 8, della L. 15 marzo 1997, n. 59″.
Cosa si sia inceppato, invece, non è chiaro e stiamo cercando di capirlo: di certo, nulla che riguardi l’iter seguito da Marina di Cala dell’Acqua srl, che ha subito diverse, accurate e qualificate “expertise” giuridico/amministrative, sia prima, ovviamente, che subentrassimo, sia dopo, quando abbiamo iniziato a coinvolgere gli interlocutori che ci siamo scelti, per la realizzazione dell’opera (come, ad esempio, Fincantieri) e per la composizione della società di gestione dell’iniziativa.
La comunicazione con la quale, lo scorso 23 gennaio – leggi qui: “Archiviazione procedimento Porto di Cala dell’Acqua” – ndr – il Comune ha dichiarato la chiusura della Conferenza dei Servizi e l’archiviazione dell’istanza di concessione, senza passare per la Giunta, o il Consiglio, o qualsiasi altro confronto pubblico, secondo noi non ha alcun fondamento giuridico né nella sostanza, né nella forma: peraltro, risulta anche “irregolarmente” protocollata.
Ma questa è solo la “forma” assunta dal problema, sulla quale avremo un giudizio di merito del TAR di Latina in autunno.
La sostanza è che qualcuno, sull’isola, ha voluto decidere d’imperio di bloccare il porto: io non ho mai sopportato i prepotenti e non comincerò a sessantasei anni…
Gli unici che avrebbero potuto dissuadermi sono gli abitanti delle Forna, se mi avessero espresso la loro contrarietà al progetto, quando li ho incontrati, il primo giorno che ho messo ufficialmente piede sull’isola, nell’agosto del 2021: ma mi hanno detto esattamente il contrario e noi siamo andati avanti con l’acquisizione delle quote.
3 – Prima di decidere di rilevare la Società Marina di Cala dell’Acqua sarai venuto a fare un’ispezione dei luoghi. Era la tua prima volta a Ponza? Quale la prima impressione e quella successiva, più meditata?
Siamo venuti, in incognito, la prima volta nel 2021, in primavera.
L’arrivo in porto è stato affascinante e la fioritura di ginestre era inebriante.
Con mia moglie e mia figlia abbiamo affittato una macchina e abbiamo girato tutta l’isola, che non conoscevamo, restando perplessi di fronte ai cumuli di rifiuti ingombranti sulla strada, i barchini lasciati in giro ovunque e la palese inattività invernale.
Pur essendo vecchi frequentatori di isole nel Mediterraneo, non siamo riusciti a farci un’idea dell’identità di Ponza: San Silverio è, di gran lunga, il suo elemento caratteristico.
A Cala dell’Acqua abbiamo osservato, sconcertati, lo stato dei luoghi, tra relitti di barche e rifiuti di ogni genere: proprio la discarica abusiva finalmente “scoperta” dalla Guardia di Finanza due settimane fa… e poi l’area fino a Forte Papa, che nemmeno scherza, quanto a rifiuti abbandonati.
Quando poi, in estate, abbiamo incontrato ufficialmente il sindaco Ferraiuolo e la sua giunta, ci siamo convinti che, puntando sull’intelligenza, Ponza poteva essere una bella opportunità per noi, così come noi per Ponza.
Molti dei problemi da affrontare, li abbiamo già visti svilupparsi in diversi altri contesti: tutti quelli sopraffatti da uno sviluppo turistico tumultuoso.
Il turismo è un’arma a doppio taglio: se ben amministrato è una grande opportunità, se gestito male è una jatturaPonza è ancora in tempo per imparare a gestirlo bene e a sfruttare le opportunità alle quali sembra non prestare attenzione.
4 – Con chi hai interagito a Ponza? Hai incontrato membri della precedente Amministrazione (Ferraiuolo – ndr). Che indicazioni operative ne hai tratto?
Dopo la firma del preliminare di accordo, intorno al 20 agosto 2021, siamo sbarcati dal traghetto e ci siamo presentati all’entrata del Comune, chiedendo di poter incontrare il Sindaco: così abbiamo conosciuto il prof. Ferraiuolo, Gennaro Di Fazio, Gianluca De Martino e Giuseppe Mazzella.
All’inizio erano tutti un po’ perplessi, anche perché non mi ero procurato alcuna presentazione – non la volevo – ma poi, progressivamente, abbiamo stabilito un rapporto di stima e disponibilità e successivamente, malgrado la lentezza della burocrazia alla quale non riesco ad abituarmi, anche a discutere su ipotesi di lavoro più ampie, che riguardavano, potenzialmente, anche il “Comparto 13”.
Non perché fossimo interessati ad altro, oltre il porto, ma perché era ovvio che il porto dovesse interagire con il territorio retrostante: così siamo venuti a conoscenza del problema del dissalatore, di cui nessuno ci aveva parlato.
Lo stesso giorno, su nostra richiesta, perché avevo già iniziato a documentarmi su Ponza racconta, ho incontrato il Comitato Samip 2012, per capire “dove stessimo mettendo i piedi”… Ricordo che fummo molto rinfrancati dalla discussione, l’atteggiamento dei Fornesi era l’unico dubbio che ancora avevamo rispetto al progetto.
La conclusione fu il porto che si sarebbe potuto fare solo con il loro accordo, o non si sarebbe fatto.
Adesso penso che non basterà il loro accordo, sarà necessaria anche la loro determinazione a farlo, altrimenti a Le Forna resteranno solo rifiuti, un gruppo elettrogeno a gasolio e un dissalatore.
Sarebbe troppo stupido.
5 – Parliamo della tua visione del futuro porto di Cala dell’Acqua: i requisiti essenziali e quelli accessori. La questione energetica (il porto avrà una sua autonomia energetica?). Le opere a terra: costruite e gestite da chi? Quali interazioni tra il Porto e il famigerato “Comparto 13”? (e il Piano Regolatore, in tutto questo?). Quali interazioni con il costruendo dissalatore Acqualatina e con il generatore della SEP, che insistono sulla stessa area?
[Del Gizzo, chi è costui? A domanda risponde.1 – Continua]
Nota della Redazione
Sul sito, abbastanza completo e riepilogativo sulle problematiche di Cala dell’Acqua, l’articolo a cura della Redazione, del 14 aprile 2023: “Tutto su Cala dell’Acqua”.