Ricorrenze

Il ricordo della tragedia di Marcinelle, pensando al lavoro

di Enzo Di Fazio

 

Oggi 8 agosto, si commemora la Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo.
Venne istituita nel 2001 per ricordare una delle pagine più tragiche della storia dell’emigrazione italiana quando, nello stesso giorno del 1956, in Belgio, nell’ottocentesca miniera di Marcinelle trovarono la morte 136 italiani (persero la vita in tutto 262 lavoratori)

Erano gli anni dei grandi spostamenti per trovare lavoro in Francia, Germania, Svizzera, Belgio, tutti paesi ove c’erano maggiori opportunità. A conferma ed integrazione di quanto avveniva dagli inizi del secolo verso le altre parti del mondo come gli Stati Uniti e il Sud America, nel naturale muoversi dei popoli nella speranza di migliorarsi e di fuggire dalle persecuzioni.
Ho avuto l’opportunità di visitare i luoghi della tragedia di Marcinelle  che oggi sono luoghi della memoria e meta di visite continue da parte soprattutto dei parenti delle vittime.
Con quella tragedia ci sono state famiglie distrutte completamente come accadde per i cinque fratelli Iessi di Manoppello in Abruzzo
Ne scrissi alcuni anni fa su questo sito (leggi qui)


C’è un articolo, a firma di Toni Ricciardi, di ieri su Repubblica che ricorda la tragedia di Marcinelle. Lo fa mettendo in evidenza contraddizioni e sentimenti di quegli anni della storia dell’Europa che con i flussi migratori cominciava il suo difficile cammino vero l’integrazione.

(cliccare sull’immagine per ingrandire)

Quei flussi non si sono mai fermati. Anzi, hanno assunto via via nel tempo un aspetto fisiologico in quanto figli della libera circolazione da un lato e della disperazione dall’altro. Verso un’integrazione tra tutti i popoli, a dispetto di quanti, piuttosto, si adoperano per la costruzione di barriere, la difesa della razza e la tutela di etnie.
Ci si spostava e si lasciavano affetti e radici – come accade ancora oggi – per lavoro, per quella cosa non ben definita che rappresenta la base della dignità umana e che la nostra Costituzione in ben 4 articoli ricorda e difende
Innanzitutto nell’art 1 quando afferma che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro
E poi nell’art 4 quando riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro promuovendo le condizioni che rendono effettivo questo diritto
E ancora nell’art 35 quando si afferma che la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni
E infine nell’art 37 quando ricorda che alla donna lavoratrice spettano gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano agli uomini

Quanta strada dobbiamo ancora fare affinché quegli articoli trovino rispetto e  piena applicazione?

***

Integrazione, a cura della Redazione, del 9 agosto 2023 (cfr commento di Biagio Vitiello)


Il casco da minatore utilizzato dal nonno di Biagio Vitiello nelle miniere del West Virginia

1 Comment

1 Comments

  1. Biagio Vitiello

    9 Agosto 2023 at 07:40

    La commemorazione di quanto accaduto a Marcinelle mi dà l’occasione per ricordare che quella tragedia non è stata l’unica a colpire i tanti lavoratori italiani costretti per necessità ad emigrare e fare i lavori più duri. Quel lavoro, per tantissimo tempo, l’ha fatto anche mio nonno Biagio (di cui oggi conservo il casco di minatore) nelle miniere del West Virginia sfiorando diverse volte la tragedia a causa delle emissioni di gas grisou.

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