Dialetto

Canisella: semantica

di Francesco De Luca

.

Lo ricordo ancora quel momento di sorpresa tanto intensa da rimanere inebetito. Eppure ero già cresciuto, scafato e… laureato!
Ero stato invitato a casa di un mio alunno. La madre stava preparandomi il caffè, dopo avermi disposto davanti un vassoio di biscotti. Il discorso, non so come, scivolò sui loro vicini di casa, o meglio, la donna si concentrò sulla sua dirimpettaia, e la descrisse come ‘canisella’.

La parola mi colpì. Non l’avevo mai sentita e mi dovetti destreggiare alquanto per chiedere alla donna cosa significasse.
La donna considerò più il fatto che ero il maestro del figlio e non che ero ponzese, addentro al dialetto come tutti. Mi abbonò la provenienza e mi spiegò che la parola, tutta dispregiativa, proprio perché si trattava della vicina, significava cane da sella.

A Ponza l’equitazione non trova nessun addentellato e nemmeno la caccia  col cavallo.
Il cane da sella è quell’animale, amico fedele del cavaliere, che monta in sella col padrone quando costui va a caccia in posti lontani. A Ponza tutt’al più può trovare un paragone col cane che l’uomo di sopra gli Scotti fa salire accanto sulla groppa dell’asino. O, ancora meglio, quel cane che il padrone si tiene accanto sul sedile di poppa mentre manovra con la barra del timone del suo gozzetto.
Un animale fidato, docile, servizievole, ubbidiente. Il cane da sella è quello che il padrone spara la quaglia che viene dal mare, questa cade in acqua, e il cane si butta a mare per raccoglierla. Oppure, il padrone da sopra il gozzo spara all’uccello posato sul faraglione del Calzone Muto e il cane si tuffa prontamente per raggiungere lo scoglio e prendere il corpo del pennuto.

Tutto chiaro? Manca un tassello: cosa unisce l’immagine e la funzione del cane fedele, ossia del canisella, con la vicina di casa?
Sono in imbarazzo: come faccio ora a trascrivere quel profluvio di invettive rivolte alla vicina, con cui la signora mi sommerse? Eppoi… le maleparole, i sottintesi, i doppisensi, che mi sciorinò? Non posso ripetere nulla… ma canisella mi rimase impresso. Anche perché, nella foga e nello sfogo, il caffè lo bevvi amaro. Amaro come il fiele!

Clicca per commentare

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top