Recensione di Silverio Lamonica
Giuliano Massari fin da quando è giunto a Ponza, è rimasto a dir poco affascinato dal paesaggio nelle sue molteplici varietà: dalla vasta gamma di forme e colori delle sue rocce, alla vegetazione autoctona, tipicamente mediterranea, che – specie in primavera – arricchisce di gradevoli colori e aromi i dolci declivi dell’isola. Ma altrettanto fascino Giuliano ha subito da ciò che resta delle attività e delle opere dei coloni ischitani e torresi, mandati a Ponza dai Borbone nel Sec. XVIII: dalla coltura della vita e relativa vinificazione artigianale, descritta nel saggio-racconto E guddemonin, alle espressioni della religiosità isolana Le Edicole votive a Ponza, alle caratteristiche delle “case in grotta” in E’ stata dura, che i suddetti coloni realizzarono con scarsi mezzi e sforzi titanici appena si sistemarono nella nostra isola; oltre ad altre opere recensite su questo sito.
Ad esse si aggiunge, di recente, La Porta a Ponza con il medesimo intento: salvaguardare questo nostro inestimabile patrimonio culturale che – purtroppo – va progressivamente deteriorandosi, sia a causa degli agenti atmosferici, sia per le gravi manomissioni dell’uomo.
Tale concetto viene esplicitato dall’arch. Paolo Camilletti nella sua prefazione (pag. 17) “Pur nell’inevitabile consapevolezza del degrado che il trascorrere del tempo arreca ai manufatti, certamente aggravato dalle condizioni ambientali isolane (…) siamo chiamati ad essere attori o spettatori, comunque testimoni di un processo di conservazione o di cambiamento, con tutte le conseguenze derivanti dalle decisioni assunte o anche soltanto omesse.
L’augurio è che le decisioni siano comunque basate sullo studio e sulla lettura critica del patrimonio”.
Il saggio è corredato da numerose illustrazioni dei vari tipi di porte e portoni, con relative dimensioni annotate meticolosamente, anche con disegni a mano libera dell’autore.
Chi scrive ha collaborato – con entusiasmo –alla rilevazione di alcuni dati, in situ.
Ringrazio di cuore Giuliano, perché mi ha permesso di condividere alcuni momenti, nella preparazione di questo saggio.
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