Mare

A che punto siamo con la “Legge Salvamare”

segnalato dalla Redazione

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Un articolo di Rosalba Giugni, presidente di Marevivo, ripreso da la Repubblica di oggi 29 giugno 2023

Ambiente
Salvamare legge incompleta
di Rosalba Giugni 

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Poco più di un anno fa, l’11 maggio del 2022, è stata approvata all’unanimità in via definitiva la legge Salvamare, dopo quattro anni di logorante confronto parlamentare. Ma la legge non può ancora dispiegare i suoi effetti; non è operativa perché mancano i decreti attuativi, cioè i provvedimenti che trasferiscono la norma sul terreno amministrativo delle cose da fare.
In cosa consiste questa legge? È un provvedimento che cerca di risolvere alcuni problemi reali da cui dipende la salute del mare. L’obiettivo principale che noi perseguiamo da molto tempo — sin dalla fondazione della nostra associazione, quasi 40 anni fa — è quello di ridurre la quantità di rifiuti plastici che vengono scaricati in mare in varia forma, per varie cause e seguendo differenti percorsi inquinanti. Il più dannoso di questi percorsi è quello che parte dai fiumi.

L’articolo 2 consente ai pescatori di riportare a terra i rifiuti che restano impigliati nelle reti, perché sempre più spesso la quantità di plastica che viene raccolta dalle reti è superiore al peso del pescato. Serve una filiera dal punto di sbarco dei rifiuti fino al loro smaltimento. Oggi questa operazione non è possibile: il passaggio rappresenta un trasporto illecito, perché questi rifiuti vengono assimilati ai rifiuti speciali.
Pertanto i pescatori sono costretti a rigettare tutto in mare per evitare di commettere illeciti e di essere sanzionati. L’articolo 6 prevede il posizionamento di sistemi di raccolta degli aggregati di plastiche galleggianti alla foce dei fiumi prima che entrino in mare. In questa fase si tratta di rifiuti più facilmente riciclabili e diventa meno costoso il loro recupero dalle spiagge e dai fondali.

Inoltre la legge Salvamare si prende carico di sostenere le manifestazioni di pulizia da parte dei cittadini e delle associazioni, di entrare nelle scuole per educare i giovani al rispetto e alla conoscenza dell’ecosistema marino. Perché noi proteggiamo più facilmente ciò che conosciamo. La sensibilizzazione culturale, se si può dire così, è diventata un punto cruciale. E segna una divaricazione tra le generazioni.
Per i giovani la sostenibilità è una esigenza primaria: sono nativi sostenibili. Danno per acquisiti il rispetto e l’amore per l’ambiente come una precondizione dello stare insieme, dell’umanità, della consapevolezza dell’essere umano.
Per chi come noi si è battuto per averla, questa legge è un primo gradino. Il nuovo governo ha istituito un ministero del Mare, che sollecitavamo dal 1993, da quando fu soppresso il dicastero della Marina Mercantile che aveva al suo interno direzioni generali che si occupavano di tutte le questioni legate al mare, dalla pesca al trasporto, dalla protezione alla gestione delle coste, dalle trivellazioni alla politica mediterranea.

L’istituzione del ministero potrebbe rappresentare un passo per l’Italia per ritornare a essere protagonista del dialogo tra l’Europa e il Nord Africa e il resto del mondo. Il nuovo ministero ha istituito una Commissione per affrontare insieme agli altri ministeri competenti i problemi per trovare le soluzioni ai decreti attuativi della Salvamare.
Vogliamo dare fiducia e credere ancora che le istituzioni pubbliche siano convinte e consapevoli che finalmente interverremo con azioni concrete per mitigare un grande problema che va affrontato con la massima urgenza. Noi continueremo a vigilare e a comunicare con le istituzioni. Decine di migliaia di tonnellate di plastica potevano essere recuperate dal mare e si potevano prelevare dai fiumi senza che entrassero nell’ecosistema che ci fa vivere. Le microplastiche sono così invasive da essere state rintracciate come ospiti stabili del nostro corpo: nel sangue, nei tessuti della placenta delle donne, nel latte materno.

Ci sono immagini apocalittiche, reti tirate su dal mare che raccolgono più plastica che pesci, immagini di confusione e catastrofe ambientale e alimentare che anticipano una previsione del Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, il quale sosteneva che nel 2050 saremmo arrivati a questo inquietante paradosso. Purtroppo ci siamo arrivati trent’anni prima. È per questo che chiediamo con forza a chi ci governa di mettere in agenda l’immediata istituzione dei decreti attuativi della Salvamare. È solo la conclusione amministrativa di un iter già votato dal Parlamento. Il futuro del mare, le condizioni di vita e la salute dei cittadini dipendono da questi semplici atti.

L’autrice è la presidente di Marevivo

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Nota a cura della Redazione
Marevivo
è un’associazione nazionale riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente con più di 30 anni di esperienza nella tutela del mare e delle sue risorse. Per le sue attività, in Italia e all’estero, si avvale del supporto di un comitato scientifico e giuridico, di delegazioni territoriali, di una divisione subacquea, di una divisione vela, di una divisione canoa e kayak e di un’organizzazione capillare di volontari, iscritti, ambasciatori e sostenitori.
Grazie al suo ruolo di attore “super partes”, lontano da appartenenze politiche, e ad un’immagine consolidata di onestà ed autonomia intellettuale, Marevivo ha confermato negli anni la sua reputazione generando una rete articolata di rapporti con istituzioni, cittadini e categorie di settore, su scala nazionale ed internazionale (estratto parziale da Wikipedia)

 

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