Racconti

Passato (1)

di Pasquale Scarpati

 .

Ricevo il seguente messaggio ‘privato’ dal caro “Compare” e lo pubblico a introduzione del suo ‘pezzo’ perché penso che le sue scarne chiarificazioni per me possano essere una chiave di lettura anche per altri. In due puntate.
Grazie Pasquale
Sandro Russo

Caro compare
Tante volte ho scritto del passato (visto da varie angolazioni) da sembrare, per qualcuno, un “nostalgico” tout court. Quando invece il mio intento era ed è semplicemente quello di far vedere, quanto più realisticamente possibile, com’era la vita che io e forse tu abbiamo vissuto. Si sa poi ognuno il passato lo gestisce (lo interpreta) come meglio crede; oppure non lo tiene in nessun conto. Ma i fatti non possono essere smentiti: quelli erano e non li ho letti da nessuna parte perché li ho / li abbiamo vissuti.
Non nascondo che mi farebbe piacere  se qualcuno delle future generazioni, un domani, aprendo il “vecchio” sito Ponza racconta guardasse con meraviglia come erano i tempi passati, sperando che, per un “accidenti” qualsiasi non si debba fare un passo o vari passi indietro. Perché, come già ti dissi una volta io appartengo alla schiera dei vichiani. Ma tutto ciò non mi sarà dato sapere per colpa… dell’anagrafe. Un caro abbraccio
Pasqualino il compare
P.S. – Il pezzo è un po’ lungo. Ho tentato di contenerlo omettendo tanti settori come ad esempio: medicina, pesca, commercio, scuola, poste ecc.

Passato, presente e futuro… a confronto
di Pasquale Scarpati

I nipoti ci fanno sentire ancora giovani perché accompagnandoli in una qualche loro manifestazione si è di nuovo circondati da ragazzi. Ed è un piacere avvertire la loro presenza ed osservare i loro comportamenti ed il loro modo di essere.

Seduto ad un tavolino mi son visto circondare da alcune adolescenti di scuola secondaria di primo grado. Non ho potuto non ascoltare le loro conversazioni. “Armate” di telefonini, discutevano soprattutto dei rapporti con i ragazzi. Tutte vestite alla moda, ben pettinate e con un leggero trucco. Immediatamente sono andato ai tempi della mia adolescenza. Quando non vi erano classi miste e le adolescenti indossavano grembiuli neri e calzettoni, quando, tra le altre discipline – poche, rispetto a quelle di oggi – si insegnava loro anche “economia domestica”.
Nel contempo ho riflettuto, anche, che in questi ultimi sessant’anni i progressi sono stati così vertiginosi e numerosi, in ogni campo, come non si era mai visto nel corso dei millenni della storia umana. Essi ci sono sempre stati ma si sono susseguiti con ritmi piuttosto lenti. Noi, infatti, nati appena dopo la seconda guerra mondiale, e “stanziali” dell’Isola abbiamo vissuto in un ambiente in cui vigevano ritmi e risorse di secoli addietro, quasi immutabili e le novità erano quasi impercettibili.
Per semplificare schematizzo cominciando dall’acqua che è essenziale per tutti gli esseri viventi, animali e vegetali

1) L’acqua
Quando ero piccino, negli anni ’50 – dicono: del secolo scorso (quando sento dire così, mi viene la pelle d’oca: a me sembra che sia trascorsa un’eternità! -, nell’Isola non esisteva l’acqua corrente nelle case. Essa andava captata dalla profondità dei pozzi. Dopo molti sforzi, con grande fatica si tirava su un grondante secchio di ferro smaltato in cui erano contenuti circa 3-5 litri del prezioso elemento. Poiché non si poteva andare ogni momento ad attingere acqua dal pozzo, questa poca acqua doveva bastare, per tutta la giornata, per tutte le esigenze della famiglia. Ricordo, tra l’altro, che con l’acqua di cottura della pasta si dava la prima pulita ai piatti sporchi che poi venivano risciacquati, tutt’ insieme, in un’altra, unica, bacinella con l’acqua “fresca”. Ricordo che lavavamo il corpo rannicchiati in una “bagnarola” anch’essa di ferro e, non essendoci alcun sciacquone, ogni acqua utilizzata per altri scopi, era conservata per il… gabinetto.
Inoltre, qualora si voleva avvertire il piacere di un’acqua frizzantina si ricorreva alle bustine (due) di Idrolitina o di Frizzina (una soltanto).
Oggi, queste esigenze non solo sono rimaste sempre le stesse perché fanno parte della vita (penso al gabinetto, al bagno, alla cucina ecc. ) ma sono ancor più aumentate perché l’acqua scorre ampiamente e facilmente  dai rubinetti ( basta aprire una manopola che funge da miscelatore). Per non parlare dell’uso che se ne fa nelle industrie, nei ristoranti, negli alberghi e per ogni dove con una popolazione sempre più in aumento. Un domani, penso, che la captazione e l’uso dell’acqua rimarranno sempre le stesse (se tutto va bene). Quale potrebbero essere le novità? Sostanzialmente attraverserà una condotta e verrà fuori ugualmente da un rubinetto. Ma la risorsa è limitata per cui non sarebbe il caso di..!?

2) L’elettricità
Nella mia infanzia, l’energia elettrica era erogata a singhiozzo durante la giornata. Anzi in alcune ampie zone (ai Conti e alle Forna) non esisteva per nulla. Quindi: lume a petrolio e candele come nei secoli passati! Dappertutto, ovviamente, nulla di ciò che è abbinato all’energia elettrica: frigoriferi ecc. Bensì: blocchetti di ghiaccio proveniente da Terracina o ’u mellone (anguria) calato nel pozzo (…e comm’ è frisch!).
Dopo un po’, sulle pareti domestiche e/o sui soffitti, ho cominciato a veder “gironzolare”, ben in vista, fili attorcigliati, simili a serpentelli, che partivano da un contatore (posto anch’esso su una parete di norma vicino all’ingresso) che si immettevano e sostenevano lampadari simili a piatti rovesciati. Questi contenevano una ed una sola lampadina che emanava una luce molto fioca. Nonostante ciò si cercava di tenerla spenta quanto più possibile, girando una chiavetta di ceramica posta anch’essa su una base dello stesso materiale. Nel corso del tempo i fili sono spariti dalle pareti ed anche i contatori. Sono apparsi interruttori di vario genere ed anche prese. L’energia elettrica non fa più distinguere la luce dall’oscurità. Se prima, infatti, non appena tramontava il Sole si avvertiva l’incombenza e la difficoltà del buio, oggi questa sensazione è del tutto sparita. Non ce ne accorgiamo più anche perché le luci si accendono in autonomia e tutto scivola via senza pensare. Un domani l’elettricità rimarrà sostanzialmente la stessa. Le lampadine saranno forse di materiale differente da quelle usate oggi ma l’abuso di questa energia potrebbe portare serie conseguenza per l’ambiente, e anche per noi perché i ritmi biologici saranno sconvolti (come già si intravede).

[Passato (1) – Continua]

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