di Giuseppe Mazzella
Quanto è stato scritto in questa settimana sul nostro sito in riferimento alla conservazione del nostro patrimonio memoriale da Rosanna Conte (leggi qui), da Guido Del Gizzo (leggi qui) e da Silverio Lamonica (leggi qui), è una di quelle verità così imprescindibili che non è possibile eludere. Anche se l’infaticabile lavorio del tempo tende tutto ad obliare, la tenacia nel cercare di salvar e il nostro passato non è da meno. A tal riguardo un plauso va al Centro Studi e Documentazione Isole Ponziane, di cui è presidente Rosanna Conte, per aver contribuito in collaborazione con Le Strade della Storia e l’Anppia alla realizzazione del docufilm Voci dal Confino-Colonia di Ponza 1928-1939, (leggi qui) che è stato premiato con la Menzione Paolo Gobetti Videomaker over 35 al Festival Filmare la Storia organizzato dall’archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza di Torino.
Ovviamente quando parliamo di memoria e nel caso specifico di archivio storico comunale, intendiamo non la pura conservazione dei documenti, ma la materia viva alla quale attingere i fatti e le motivazioni che hanno illuminato le azioni dei nostri antenati e hanno caratterizzato la nostra identità.
Anche il nostro sito, nato sotto l’impulso di questa profonda necessità, in tredici anni, pur tra tante difficoltà, ha saputo preservare molto per le future generazioni. E non è un merito da poco di cui non possiamo non dirci orgogliosi.
Quello che appare altrettanto ineluttabile ormai da decenni è anche vedere la nostra isola che si sveglia ad ogni inizio estate, dopo il lungo letargo invernale. E come ogni anno arrivano le novità, come l’apertura di uno sportello nell’isola della Banca Popolare del Cassinate (leggi qui), o l’incontro dei giovani imprenditori di Unindustria (leggi qui) che, assieme ai tanti eventi che costelleranno la stagione turistica, porteranno nuova economia e nuove speranze.
L’isola si attiva e riprende, ci auguriamo con risultati positivi per tutti, anche se molti restano i problemi da risolvere. Basterà qualche esempio. Le nostre isole hanno bisogno di nuovi e più idonei mezzi di navigazione, con relativi orari più funzionali, così come resta sospesa la definizione della definitiva localizzazione dell’impianto di desalinizzazione, attualmente in costruzione a Cala dell’Acqua, che tanta preoccupazione sta creando tra la popolazione di Le Forna. Da perfezionare, poi, un ammodernamento del sistema sanitario isolano, ancora legato alla mutevole meteorologia, che a volte mette a rischio la stessa vita del paziente. Appesa resta ancora la definizione dell’utilizzo, alla luce delle nuove norme europee, delle attività balneari e della portualità. Così come bisognerà decidere l’utilizzo più opportuno del terreno ex S.A.M.I.P., di proprietà comunale. Una opportunità che, saggiamente giocata, creando una sapiente sinergia pubblico-privato, potrebbe assicurare a Ponza un futuro migliore.
Sappiamo che le casse del nostro Comune sono vuote e la creazione dei parcheggi a pagamento, che pure ha fatto storcere il naso a molti, non è che un contributo parziale al risanamento. E’ necessario sforzarsi per individuare nuove soluzioni, che non vadano a ricadere al solito sulle spalle dei cittadini.
Come ha scritto nella sua ultima epicrisi Enzo Di Fazio (leggi qui) Ponza è a un bivio, un bivio per la verità che ha già imboccato ormai da decenni e che sarà necessario invertire, se vogliamo uscire da questo vicolo cieco.
In estrema sintesi a me sembra che bisogna rimboccarsi tutti le maniche, ma soprattutto, finché i ponzesi non si convinceranno che vivere e lavorare solo d’estate non porterà a nessun sostanziale miglioramento sociale, non ne usciremo fuori. Questa tendenza, resa possibile grazie agli anni del boom economico, nei quali quattro mesi di lavoro assicuravano l’economia per l’intero anno, finirà per impoverire l’isola sempre più di risorse umane ed economiche, fino a renderla facilmente aggredibile da potentati economici, che la utilizzeranno, come accade in tanti altri luoghi d’Italia, a semplice e stagionale località turistica. Del resto i sintomi di questo inesorabile malessere si possono rilevare dal numero delle abitazioni attualmente in vendita e dai cambi di proprietà delle attività commerciali. Sono convinto che tutta l’azione politica futura, quindi, debba essere indirizzata all’allungamento per l’intero anno delle attività turistiche e di tante altre attività, che potranno assicurare un’economia solida per un vivere civile, preservando la nostra comunità dal dissolvimento.
Va infine considerato, anche in riferimento della Giornata mondiale degli Oceani (leggi qui) che siamo in mezzo al mare, che resta la nostra prima risorsa diretta e indiretta e che moltissime possono essere le attività connesse, dai centri di biologia marina all’incentivazione di passeggiate naturalistiche, dall’allevamento di pesci in mare aperto, con relativo sistema di conservazione, alla valorizzazione delle peculiarità geologiche e archeologiche, grande ricchezza del nostro territorio, che attendono ancora di essere convenientemente conosciute. Tutto questo va promosso unitamente al rilancio della pesca, per la quale siamo conosciuti in tutto il Mediterraneo, e alla ripresa di una agricoltura biologica con prodotti d’eccellenza, come già avviene con alcune etichette di vini che hanno saputo conquistare un mercato prestigioso. In questo quadro anche la cantieristica navale, che ha illustri precedenti, può dare un forte contributo.
Non è un libro dei sogni. Sono potenzialità vere che saranno possibili anche grazie ai prossimi bandi del Piano Nazionale Ripresa Resilienza. Mi auguro che anche il nostro Comune si stia strutturando per offrire a quanti interessati l’assistenza necessaria per accedervi. Soprattutto tutto questo sarà possibile grazie all’impegno di tutti noi, che amiamo veramente la nostra isola.
NdR: la foto di copertina è di Rossano Di Loreto