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Non so cosa voglia dire una lumaca attaccata alla porta d’ingresso (leggi qui), probabilmente buona… fortuna per gli occupanti della casa; però in tutti i sensi, dal momento che si dice che le lumache abbiano anche potere afrodisiaco.
Mi sovviene allorché, dopo una giornata di pioggia, all’imbrunire nel profondo silenzio e nel buio incipiente, mi avviavo insieme a zia Malvina muniti di una piccola lanterna a petrolio e di un secchio verso ’u ciardino di fronte alla chianca (’a janca) ’i cumpà Tatonno. Al canto dei grilli, cominciavamo a cercarle, alla tenue luce della fioca lampada; vagando di qua e di là come le lucciole.
Le vedevi scivolare silenziose sui fili d’erba o lungo le pietre d’i parracine. Non appena le toccavi, esse, timorose, si ritraevano; salvo poi, dopo un po’, nel contenitore, ostinatamente uscire di nuovo dal guscio e di nuovo ancora (come se fossero divenute coraggiose o avessero sentore di ciò che sarebbe successo di lì a qualche giorno) e fare a gara, l’una sull’altra, per guadagnare l’uscita.
Notavo, però, che anche tra loro c’era quella che se ne stava rintanata, buona buona, sul fondo e chi, caparbiamente e ostinatamente, cercava la via della salvezza. Le davo un colpettino e quella si ritraeva, ma dopo pochi secondi eccola di nuovo pimpante nel cercare di guadagnare l’uscita. Così stavo attento, mentre cercavo le altre, di non fare la fatica di Sisifo: prendere alcune mentre altre fuggivano da un’altra parte. Alcune, nella fresca sera stavano già gagliardamente in movimento, allo scoperto; altre, invece, le dovevi andare a trovare sotto cumuli di paglia secca o in qualche cantuccio.
Con zia ci davamo la voce e iniziavamo a contare. Quando si rinveniva il bavoso e rumoroso maruzziell’ era come se avessimo agguantato un trofeo sia perché era più raro sia perché, piuttosto duro, era considerato una prelibatezza per il palato. Non smettevamo fino a che non avevano perlustrato quell’orto in lungo ed in largo. Le lumache dell’Isola non erano grandi ma avevano un sapore che non rinvenuto da nessuna parte.
Dopo circa una settimana che erano state a spurgare in un contenitore tenuto ben chiuso da un coperchio su cui erano stati apposti dei pesi ( pietre o ferri), venivano lavate accuratamente e si verificava se qualcuna di loro non fosse morta. Poi si mettevano a bollire a fuoco lento in modo che non si ritraessero molto. Infine si ripassavano con cipolla, pomodoro e, perché no, con un po’ di peperoncino. Per tutta la casa di mia nonna paterna si spandeva un odore di “selvatico”.
Dico mia nonna perché le lumache a mia madre non piacevano; diceva che erano… sporche.
A tavola si inzuppava il pane in quel sugo e, poiché non esistevano ancora gli stuzzicadenti di legno, si usavano aghi e/o spilli per sgusciarle. Per me, era tutto un “inzaccheramento”; cominciando dalle mani e poi la bocca ed il viso ed anche gli indumenti nonostante il tovagliolo appeso al collo. Per ogni lumaca, poi, non poteva non esserci il rumoroso” risucchio” finale, accompagnato da un rimprovero di mamma; la quale diceva che la parte finale era pericolosa perché faceva venire il mal di pancia o l’appendicite.
Ma invano: quello era “lo sfizio”; perché, come si dice, dove c’è gusto non c’è perdenza!
Nota della redazione
Le chiocciole – impropriamente chiamate “lumache di terra” – sono Molluschi Gasteropodi appartenenti all’Ordine delle Stylommatophora.
Le chiocciole hanno carni commestibili, oltre che prelibate, e in Italia (come in Francia e in altri paesi extraeuropei) vengono notoriamente impiegate a scopo alimentare. Le specie di “lumache” commestibili più utilizzate sono: Helix promatia (principale costituente delle famose “Lumache alla Bourguignonne“), Cornu aspersum (usi analoghi alla specie precedente) ed Eobania vermiculata (piccola, anche detta “lumaca da sole“).
Le chiocciole sono dotate di conchiglia e questa caratteristica le differenzia dalle lumache “propriamente dette”, che appartengono alle Famiglie: Arionidae e Limacidae. Tuttavia, per comodità e comprensibilità nella lettura, si utilizza la dicitura “lumache di terra commestibili” come sinonimo di “chiocciole (leggere più informazioni su “Chiocciole e lumache di terra commestibili“, di Riccardo Borgacci).
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