Defunti

In ricordo di mio cugino Peppe

di Giuseppe Mazzella

 

La scomparsa di mio cugino Peppe mi riempie di dolore. Con lui perdo una delle persone più care della mia vita.

Era già presente a giocare con me e mio fratello Silverio nella nostra casa di Le Forna, nella mia prima infanzia. Richiesto da mio padre alla sorella Bonaria, Peppe è stato compagno di giochi, lui di dieci anni più grande, paziente e sempre affettuoso.

Per tutta la vita, quando ci si incontrava era una festa. Sono passato a trovarlo in uno dei miei radi ritorni a Ponza poco più di un anno fa, lui pacioso e vezzeggiato dalle due nipotine, ultimo patriarca di un mondo che è quasi definitivamente scomparso. E l’ho sentito una decina di giorni fa al telefono, in cui mi rassicurava di “sentirsi meglio” dopo il ricovero a Formia.

Artigiano del pane, sulle orme del padre Veruccio e della mamma Bonaria, con il cui matronimico amava farsi identificare, preziosa eredità non solo professionale oggi del figlio Silverio.

Quanti ricordi mi legano a lui. Solo a vederlo vedevo nei suoi occhi risplendere la bontà e la mitezza. Quando andavo a visitarlo, mai mi mandava a mani vuote: dolci, casatielli erano i suoi doni che offriva con disarmante spontaneità.
Un affetto che si è alimentato per tutta la vita, lui sempre pronto a dare una mano a mio padre e a mia madre, quando dovevano assentarsi da Ponza. In una di queste assenze dei miei genitori, ricordo le sue straordinarie capacità culinarie nel preparare una insuperabile frittata di cipolle. Restano fisse nel ricordo, tra l’altro, una indimenticabile pescata notturna a totani al largo della Guardia, quando una sera incappammo, attratto da un nuovo “richiamo” giapponese, in un capodoglio che ci creò grande spavento. Fu lui, ancora, a regalarmi il sax contralto in bi bemolle bandistico, quando cominciai ad avvicinarmi alla musica, dono prezioso che conservo come una reliquia.
Troppi sono i ricordi che si affollano alla mente.

In questa ora triste, sono vicino alla moglie Eva, che ha sempre avuto per lui una totale dedizione, che si manifestava anche nel semplice sguardo; al figlio Silverio e alla nuora e alle giovanissime nipoti, che avevano già imparato a volergli bene. Alla sorella Giovanna e ai nipoti Domenico e pronipoti tutti e a tutti quelli che gli hanno voluto bene.
Con lui, oltre alla scomparsa di un cugino speciale, scompare uno degli ultimi ponzesi veraci, laborioso, umile, caritatevole.

Pregherò per lui con tutto il cuore finché vivrò e che Dio l’abbia in gloria, il cugino omonimo, triste e addolorato, Giuseppe

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