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Il destino di Cala dell’Acqua negli ultimi mesi era stato messo in sott’ordine. È riemerso nelle ultime settimane, innescato da un articolo di Guido Del Gizzo di Marina di Cala dell’Acqua srl (leggi qui) che ha chiesto visibilità alla Redazione nell’imminenza dell’udienza al Tar del 19 aprile contro il provvedimento del Comune dello scorso 23 gennaio.
Articolo che ha innescato una più che pertinente richiesta di chiarimento da parte di uno dei nostri redattori:
10 aprile 2023. Da lettore attento del sito – non c’è bisogno di esserne redattore – ho notato una notizia pubblicata il 26 gennaio scorso – dal titolo “Archiviazione procedimento porto Cala dell’Acqua“ – che stride fortemente con l’articolo proposto da Del Gizzo.
C’è qualcosa che non si capisce, sul destino di questa tartassata Cala dell’Acqua, oggetto di troppe mire…
Il progetto del porto è stato archiviato o è ancora in ballo? Il dissalatore che secondo il Sindaco “si deve fare per forza” esclude il progetto del porto o si sovrappone ad esso?
Qualcuno è in grado di fare chiarezza?
“Nella giornata di ieri (si riferisce alla data del 25 gennaio 2023 -ndr) è stato pubblicato sul sito del Comune, in bella evidenza, un provvedimento del responsabile ufficio Demanio e firmato dal Sindaco, avente ad oggetto: diniego e archiviazione del procedimento amministrativo relativo alla istanza di concessione demaniale marittima per la realizzazione e gestione di un porto turistico nell’area ex Samip da parte della Società Marina di Cala dell’Acqua srl.” (stralcio dall’articolo).
Sempre il sito ha registrato il 7 aprile una prima richiesta del “Comitato Samip 2012” di un incontro con il Sindaco proprio a proposito delle problematiche suddette.
Cui è seguito, pubblicato nello stesso giorno – in ordine temporale, non in risposta alla richiesta – un chiarimento dell’Amministrazione sul Dissalatore soprattutto per gli aspetti della tempistica, visto che il dissalatore comunque si dovrà dare (dice l’amministrazione).
Seguono i commenti di Francesco Carta, ex assessore all’Ambiente e alla Sanità del Comune di Ventotene (amministrazione Santomauro) e dell’ex assessore Mimma Califano (Amministrazione uscente Ferraiuolo) sulle problematiche del dissalatore a Ventotene e sulla qualità dell’acqua prodotta dagli Skid.
In data 10 aprile il Comitato Samip reitera la richiesta di incontro pubblico col sindaco ponendo un punto importante: quello di salvare non solo l’attuale stagione estiva, ma anche le future stagioni.
Prende quindi la parola l’ex sindaco Vigorelli in Commenti che spiega la sua versione di come sono andate le cose.
Con qualche incongruenza logica e temporale, tanto che Vincenzo Ambrosino, in un Commento a seguire, gli corregge il tiro e gli fa alcune stringenti obiezioni.
Completa il quadro la posizione del Gruppo di Minoranza, pubblicata sul sito l’altro ieri, 12 aprile.
È seguito, nella notte scorsa del 13 aprile, un secondo intervento di Vigorelli , anch’esso riportato in Commenti.
Commenti conclusivi (a cura della Redazione)
Si arriva alla meta – l’inizio dei lavori del dissalatore a Ponza e il giudizio del Tar sull’archiviazione del progetto del Porto di Cala (del prossimo 19 aprile, cfr. all’inizio del presente articolo) – con una pluralità di opinioni: sia sulla genesi della proposta di Cala dell’Acqua come sede del dissalatore, sia su che tipo di dissalatore sarebbe bene istallare.
Solo Acqualatina non ha dubbi: si farà lì, e sarà uno skid provvisorio, a produzione limitata, in attesa (quando?) del definitivo. Qualunque idea del porto a Cala dell’Acqua non la tange, tanto più che l’Amministrazione stessa l’ha archiviata. La contrarietà del Comune è solo sulla concomitanza dei lavori con il periodo estivo.
Ma intanto, al di là dei tentativi di autodifesa è evidente dai verbali delle Conferenze dei Servizi (sul dissalatore), in particolare di quella tenutasi il 12 gennaio 2016 che è stato Vigorelli a proporre per primo Cala dell’Acqua come sede del dissalatore. Con una certa logica dettata dalla concomitanza – a quel tempo – del progetto del porto, ma le parole sono chiare:
Screenshot del Verbale della Conferenza dei Servizi del 12 gennaio 2016, a metà circa di pag. 3 (cliccare per ingrandire; il .pdf completo è allegato in calce (1)
Quindi è stato Vigorelli a individuare l’area di Cala dell’Acqua, come sede dello skid provvisorio del dissalatore.
È sempre sgradevole dare a posteriori giudizi sull’operato di un Amministratore, che ovviamente pensa di operare nel modo migliore e nell’interesse di tutti, ma c’è anche un limite al travisamento dei fatti e alla manipolazione della parole.
Inoltre l’attuale sindaco Ambrosino era con Vigorelli al tempo e sapeva quali erano gli accordi intercorsi con Acqualatina; anche se in campagna elettorale ha promesso che si sarebbe impegnato per lo spostamento del dissalatore perché questa era la volontà della gente di Le Forna. Promesse elettorali… cosa può rispondere adesso al Comitato Samip? Partire con la lancia in resta per spostare l’inizio dei lavori a dopo l’estate fa scena, ma è un obiettivo di minima. Neanche il Comune è stato chiaro – pur nella fase avanzata della progettazione da parte di Acqualatina – sul tipo di dissalatore che serve a Ponza. Dai commenti di Ambrosino e di Vigorelli l’inutilità dello skid sembra emergere evidente.
Per quanto è stato per noi possibile appurare, tenendo conto delle varie fonti, la scelta di Cala dell’Acqua come sede del dissalatore è più banale e tragica di quanto si possa credere.
Acqualatina non sapeva che Cala dell’Acqua fosse agibile, anche a causa degli operatori turistici della zona, e perciò non l’aveva mai considerata. Dopo la proposta di Vigorelli e il parere positivo dell’Ufficio Tecnico (arch. Giocondi – (Allegato 2), eseguì un sopralluogo e vide maggiore opportunità non solo per l’attacco dell’acqua verso l’acquedotto e la comodissima discesa in mare per la manutenzione dell’impianto, ma anche per la qualità dell’acqua che, rispetto alla Caletta di Ponza, appariva molto più pulita e filtrabile: meno spesa più rendimento; infine c’era il vantaggio di non avere particolari vincoli PAI.
Purtroppo le scelte di Acqualatina sono insindacabili per una lunga serie di motivi, allo stato cui si è arrivati. L’unica via era la condivisione iniziale delle scelte, sentite le esigenze della popolazione e dell’ambiente, cosa che almeno a Ponza non è mai avvenuta, sottovalutando i pericoli dell’unilaterialità delle decisioni e le prerogative assegnate dalla legge ai servizi essenziali. Quindi Acqualatina non lascerà mai Cala dell’Acqua nemmeno con l’impianto definitivo che occuperà la parte alta dell’area.
Oggi – noi crediamo – la situazione appare senza grossi margini di contrattazione. A Ventotene sono riusciti a mitigare le decisioni ottenendo lo spostamento in un’area meno impattante; ma ci sono voluti mesi di pressioni ed interventi politici importanti. Avrà Ponza la stessa capacità e forza?
Infine una domanda ingenua, ma forse no: perché per fare il dissalatore la mancanza di piano regolatore per il comparto 13 non è stato un ostacolo, mentre per il progetto del porto di Cala dell’Acqua sì?
(1) – Verbale Conferenza 12 gennaio 2016.pdf
(2) – Parere uff tecnico (Giocondi) dissalatore conf servizi ato.4 aprile 2017