trascrizione a cura di Sandro Russo della presentazione di Alessandro Alfieri al Teatro Manzoni, del 22 marzo 2023
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Fenomeno culturale fulminante e radicale, il punk esplode negli anni ’70 con i Ramones, i Sex Pistols e i Clash, attraversa gli anni ’80 confondendosi con altri generi e approda all’ondata californiana del “neopunk” degli anni ’90 dei Green Day e dei Rancid, esprimendo a ogni tappa del suo percorso una furia capace di alimentarsi di contraddizioni mai risolte.
“Punk Rock: energie distruttive e provocazioni violente” è il primo dei tre nuovi appuntamenti condotti da Alessandro Alfieri al Teatro Manzoni di Roma dal titolo Musiksofia – Filosofia e popular music.
Dal Punk Rock alle Boy Band fino alla musica elettronica, il filosofo della popular culture e professore di Teoria e metodo dei mass media evidenzia tutta la complessità che si cela tanto nei prodotti dell’entertainment quanto nei movimenti controculturali, attraverso l’ascolto di brani e la visione di videoclip musicali e immagini.
Alessandro Alfieri analizza le dinamiche espressive, i paradossi concettuali, gli stili e le specificità estetiche, i prodotti della musica pop e rock che si dimostrano dei riferimenti imprescindibili per comprendere la società, la storia e la cultura della contemporaneità.
Dirette da Alessandro Vaccari, SCRITTORI IN SCENA e MANZONI IDEE, da un’idea di Carlo Alighiero, sono le proposte culturali del Manzoni di Roma, storico teatro del quartiere Prati, nuovo punto di riferimento per i lettori e gli autori.
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Qui da YouTube la presentazione completa di Alessandro Alfieri (50 min.), con esclusione dei brani musicali che saranno proposti nella trascrizione che segue (in due puntate):
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Seguito ideale degli appuntamenti precedenti, dei personaggi e delle Band che hanno fatto la storia del Rock – cerca nel sito Elvis Presley, Beatles, Queen e Nirvana – questo secondo ciclo inizia con il Punk Rock.
Analizzeremo il fenomeno musicale, ma anche, attraverso questo, gli aspetti socio-politici e i suoi influssi sulla moda; in definitiva l’attitudine di vita di un’intera genera zione tra gli anni ’70 e gli ’80.
Una peculiarità che si impone al primo approccio è la radicalità del movimento punk.
Alcune caratteristiche che ora, a posteriori, attribuiamo al punk hanno attraversato la storia del rock e ne hanno espresso le contraddizioni. Al riguardo volevo puntualizzare come la contrapposizione chiave cui spesso si fa riferimento, quella tra Beatles e Rolling Stones – la celebrazione apollinea dell’amore dei Beatles in opposizione alla furia dionisiaca, allo sciamanesimo del Rolling – sia fuorviante. In realtà entrambi esprimono la dimensione vitalista del rock, certo espressa in maniera differente.
Ma la contrapposizione vera è con la corrente nichilista, distruttiva e mortifera del rock, espressa all’inizio da band come i Velvet Underground (1) (contemporanei dei Beatles).
Nell’immagine sottostante tre gruppi, The Stooges, Velvet Underground (in alto a destra), Joy Division, accomunati dall’ispirazione nichilista, che passa anche per Iggy Pop e conduce Kurt Cobain e ai Nirvana. Una linea che poi si continuerà nel Metal. In questo solco è anche il punk.
Ma è riduttivo dire che il punk appartiene a questa visione del mondo; certo è nato come movimento di rifiuto e di rottura violenta col ‘sistema’ – siamo comunque agli antipodi dei Beatles –, ma nello sviluppo ulteriore, altre band di punk rock (successive ai Sex Pistols) hanno integrato nel loro immaginario (anche) elementi vitalisti e di impegno politico, come vedremo in seguito.
Come per gli altri incontri anche, questa volta proporremo delle parole chiave che per il punk: sono;
– Violenza
– Truffa (o inganno)
– Infantilismo
Violenza – Sotto il profilo visivo, musicale e di immagine il punk si presenta come brutalità, liberazione quasi animalesca degli istinti. Nessuna tensione spirituale in esso.
I nemici dei punk sono i ricchi, la borghesia consumista; ma subito dopo vengono gli hippies, ‘i fricchettoni’ di cui rifiutano in blocco l’idea della pacificazione universale. Loro, i punk, sono per distruggere tutto, puntano allo scandalo, alla trasgressione assoluta. E rifiutano ogni progettualità. Le parole d’ordine sono No future, I don’t care.
Del passato non c’è nulla da salvare, né i Beatles, né i Pink Floyd: gli stessi simboli del passato sono usati disinvoltamente, senza alcun significato retrostante (nella maglietta a destra, la svastica è appaiata ad un croce capovolta
Dal punto di vista musicale c’è una regressione all’origine pura della musica che è quella del battito primordiale, del ritmo. I punk non sanno suonare! Qualcuno di loro viene sbattuto sul palco direttamente dalla strada, senza alcuna formazione musicale. Girava al tempo, tra le fanzine (2) una paginetta di istruzioni (tre accordi di chitarra): tanto bastava per suonare su un palco.
Nel 1975 nascono i Sex Pistols (3), gruppo musicale tanto importante quanto breve fu la loro esperienza.
Fanno un solo album – Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols (4) – e qualche ‘singolo’ (God save di Queen). Scompaiono dalla scena nel ’78-’79.
Il basso dei Sex Pistols è Sid Vicious, incolto dal punto di vista musicale, ma dal carisma superiore allo stesso cantante (e autore dei loro brani) Johnny Rotten.
Numerosi gli aneddoti del gruppo, programmaticamente dedito alla trasgressione, come la storia di Sid Vicious con Nancy Spungen, attrazione fatale tra amore e eroina (la madre di Sid Viciuos era eroinomane).
Quando i Sex Pistols si sciolsero, la coppia si trasferì a New York al Chelsea Hotel, storico albergo famoso per aver ospitato numerosi scrittori, musicisti e artisti in genere. Fatto sta che Nancy venne trovata morta (accoltellata) e Sid, in stato confusionale da eroina e altre droghe, inizialmente indagato, fu poi rilasciato su cauzione. Comunque anche lui mori, di overdose, a New York, nel febbraio ’79, a 21 anni.
Testi di riferimento, sulla stagione del punk, i libri di Jon Savage (5).
Insite nel punk erano non solo l’autodistruttività, ma anche l’idea di transitorietà. I Sex Pistols in particolare covavano la rovina; il fallimento diventava quasi sinonimo di riuscita.
Altro punto importante è se il punk sia nato in Inghilterra o in America. Intanto – è un diffuso luogo comune – non è vero che il fenomeno punk sia nato in Inghilterra come reazione al thatcherismo. Accadde anzi il contrario! Quando sulla scena politica inglese comparve la Thatcher (fu Primo ministro del Regno Unito dal maggio 1979 al novembre 1990) i Sex Pistols si erano già sciolti (gruppi musicali acerrimi nemici della Thatcher furono piuttosto i Clash e i Crass, ma anche altri “non le vollero bene” (dai Pink Floyd a Patrick Morrissey, agli Iron Maiden…)
Fece scalpore la copertina di Sanctuary, degli Iron Maiden dove c’era Eddie, mascotte della band, con in mano un grosso coltello e, per terra, una donna somigliante alla Thatcher.
Fu piuttosto la paura del caos, della sregolatezza montante a propiziare e a far accettare dalla classe media e borghese una restaurazione e un ripristino dell’ordine. Questo avveniva in Inghilterra nel cuore degli anni ’70. Con le dovute differenze, un fenomeno analogo si era verificato in Germania negli anni ’30 del Novecento. Secondo Siegfried Kracauer (1889-1966, già citato nella presentazione dei Queen) furono gli eccessi della Repubblica di Weimar a favorire l’ascesa del nazional-socialismo hitleriano, silenziosamente accettato da una classe media spaventata dal caos imperante.
Qui di seguito due pezzi famosi, dei Sex Pistols e di Sid Vicious
Sex Pistols – God Save The Queen (6)
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Sid Vicious – My Way (la versione punk della famosa canzone di Frank Sinatra)
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Nella prossima puntata svilupperemo gli altri due punti chiave di questa presentazione:
– Truffa (o inganno)
– Infantilismo
Note (a cura del trascrittore)
(1) – I Velvet Underground sono stati un gruppo rock statunitense della scena newyorkese, formatosi nel 1964 e attivo fino al 1973 . Tra i fondatori e membri della band, poi anche con un’evoluzione solista: Lou Reed, John Cale, Sterling Morrison, Nico; per un periodo Andy Wharol fu il manager del gruppo, fondamentale per la loro affermazione.
(2) – Il termine inglese “fanzine” è una parola nata dalla contrazione delle parole, anch’esse inglesi, “fan” (da fanatic, appassionato) e “magazine” (rivista).
Una fanzine (rivista amatoriale o fanzina) è una pubblicazione non professionale e non ufficiale prodotta da entusiasti di un particolare fenomeno culturale (quale un genere letterario o musicale) per il piacere di condividere i propri interessi con altri.
(3) – Il gruppo era originariamente composto dal cantante Johnny Rotten (nato John Joseph Lydon, denominato Rotten (marcio) per via dei denti cariati), dal chitarrista Steve Jones, dal batterista Paul Cook (l’unico con qualche conoscenza musicale) e dal bassista Glen Matlock, poi sostituito da Sid Vicious (“Vicious”, ‘malvagio’ in inglese, piuttosto che ‘vizioso’) (nato John Simon Ritchie). Ma pare che fu Johnny Rotten a dargli il “nome d’arte” con cui divenne famoso a causa di un criceto che Vicious possedeva e che Johnny considerava malvagio.
I Sex Pistols sono rievocati nella serie recente dal titolo “Pistol” (2022, su Disney +), di Danny Boyle, il regista di Trainspotting, mentre il regista di riferimento di quella stagione del rock è stato Julien Temple (1953) che ha realizzato molti documentari e video sui gruppi punk, ma è diventato famoso nel 1980 grazie alla regia del film sui Sex Pistols, La grande truffa del rock’n’roll.
(4) – Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols – Sbattitene i coglioni, questi sono i Sex Pistols (Johnny Rotten disse che il titolo veniva da una espressione gergale della classe operaia inglese che significava: “smettila di dire stronzate”).
(5) – Jon Savage (1953) è un conduttore radiofonico e televisivo britannico, critico musicale, giornalista e scrittore. Divenuto celebre durante il periodo del punk, quando intervistò tutti i maggiori esponenti di quella scena musicale. Nel 1991 scrisse il suo libro più famoso, England’s Dreaming, che narrava la storia dei Sex Pistols e della musica punk rock britannica. Altro suo libro: Teenage – The Creation of Youth Culture; 2007 [sotto, le edizioni italiane Arcana (2002) e Feltrinelli (2012)].
(6) – God Save the Queen è il secondo singolo discografico dei Sex Pistols. Fu pubblicato il 27 maggio 1977, durante il giubileo d’argento di Elisabetta II del Regno Unito. I Sex Pistols originariamente intendevano intitolare la canzone No Future, ma il loro manager Malcolm McLaren, sapendo dell’imminente Giubileo d’Argento della regina, convinse la band a cambiare il nome del singolo in God Save the Queen, e ne ritardò l’uscita per farla coincidere con la manifestazione.
Cliccare per ingrandire (traduzione da https://testirock.altervista.org)
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[Punk rock: energie distruttive e provocazioni violente (prima parte) – Continua qui]
Sandro Russo
30 Marzo 2023 at 13:00
Sono stato immerso per alcuni giorni nella trascrizione della presentazione di Alessandro Alfieri del punk rock.
Io i Sex Pistols (ed epigoni) li ho odiati con tutte le mie forze ed espulsi dalla storia della musica, ma sono stati importanti tanto che Alessandro Alfieri ci ha dedicato un capitolo della storia del Rock! Sono il peggio del peggio! …Ce n’è da dar ragione a Putin sulla degenerazione dell’Occidente!
Già al Teatro, ma di più durante la trascrizione e le consultazioni per preparare le note mi sono reso conto che dovevo mettere la parte l’avversione personale e considerarli come fenomeno sociologico; e che Alessandro ha fatto bene a dedicare al punk una intera serata.
Pensavo anche di condensare la trascrizione in una sola puntata, ma la materia ne richiederà due, del tutto meritate.
Buona lettura e buon ascolto.