di Rosanna Conte
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Erano tanti i pannelli della mostra Isolamenti, inaugurata martedì ventiquattro, messi lì nella sala Sommaria dell’Archivio di Stato di Napoli a raccontare le vicende delle carceri di Procida e Santo Stefano dal 1770 al 1860. Un vero e proprio viaggio nel tempo attraverso documenti di archivio anche inediti.
Promossa dalla Commissaria di governo per Santo Stefano, Silvia Costa, realizzata da Candida Carrino, direttrice dell’Archivio di Stato di Napoli, e da Anthony Santilli, responsabile dell’Archivio storico di Ventotene, ha visto fra i visitatori attenti anche la direttrice dell’Archivio di Stato di Latina.
Il titolo della mostra è collegato al progetto che vede l’ergastolo di Santo Stefano destinato ad una scuola di formazione ispirata al pensiero di quelle grandi personalità che, prigioniere nelle celle da cui potevano vedere solo uno spicchio di cielo, hanno saputo elaborare riflessioni sui diritti umani e sui valori della libertà, della democrazia e della pace.
Prima di iniziare il percorso, nella sala Filangieri, alla presenza di un folto pubblico , tra cui un paio di classi del Liceo “Caccioppoli” di Napoli, hanno parlato Silvia Costa, la direttrice Candida Carrino, Andrea Patroni Griffi, professore ordinario di Istituzioni di Diritto pubblico presso l’università Vanvitelli, Lucia Castellano, direttore generale del Ministero della Giustizia per l’esecuzione penale esterna, Anthony Santilli, storico, e Antonio Carannante, assessore al Comune di Procida.
Oltre alle riflessioni sull’importanza degli archivi per la ricerca storica, è stata interessante la visione della pena che è emersa dall’intervento di tutti: la pena non deve recidere i legami tra chi espia e la società civile. Creare percorsi formativi che rendano permeabile il passaggio dentro-fuori deve essere un progetto ad ampio raggio da perseguire. Lo stesso Archivio di Stato di Napoli fa parte di una rete di enti e istituzioni che si aprono quotidianamente a chi la sera torna nel carcere.
Gli interessanti pannelli della mostra, ben 18, erano preceduti, nella saletta che ad essa immetteva, dall’esposizione in diverse teche di piante delle isole napoletane. C’erano anche quelle che riguardano Ponza e che il CESDIP-APS ha riprodotto nei pannelli delle sue mostre sul Settecento.
Isolamenti ha colto i momenti essenziali delle vicende legate ai luoghi specifici di espiazione della pena, e tra essi anche le sommosse in carcere. Interessanti i documenti riguardanti quella del 1848 avvenuta nel carcere di Procida che comprendevano un invito dei carcerati ai rivoltosi esterni per essere coinvolti nel moto insurrezionale.
Al termine c’è stato un fuori programma che Silvia Costa ha voluto per lasciare un ricordo indelebile dell’ergastolo: un documentario in cui il ventotenese Salvatore Schiano di Colella ha fatto percorrere allo spettatore tutto l’isolotto di S. Stefano con le sue costruzioni e il cimitero, ma anche con le sue vicende fino alla chiusura.
Della durata di un’ora, è un prezioso documento che, come ha detto la commissaria, consente a chi non potrà recarsi sull’isola di visitare comunque l’ergastolo comprendendone tutti gli aspetti e la storia.
Le quattro ore, dalle 11.00 alle 15.00 circa, di martedì hanno suscitato molte riflessioni da approfondire e sviluppare anche per chi studia il confino politico, una prigione a cielo aperto.
La mostra resterà aperta fino fino al 22 aprile dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00, il sabato dalle 9.00 alle 13,30.
L’ingresso è gratuito.