Ambiente e Natura

Il mitreo di Ponza e il culto di Mitra. Spunti dal libro di Silverio Lamonica

di Lino Catello Pagano

 

Volentieri pubblichiamo un ulteriore contributo critico al libro di Silverio Lamonica, come testimonianza dell’interesse che esso ha suscitato tra esperti e curiosi del campo storico-archeologico e dell’esoterismo

La Redazione

 

Vorrei innanzitutto ringraziare Silverio Lamonica per  avermi fatto partecipe del suo scritto; ho trovato il suo libro un’opera di importanza storica, ancora da approfondire. Come lettore ho scoperto per la prima volta l’esistenza del Mitreo in salita Scarpellini (via Gaetano Vitiello); questo la dice tutta sul fatto che a Ponza pochi sono quelli che conoscono le antichità nascoste… Un’isola che potrebbe essere ‘un libro di storia’ da leggere, approfondire e far conoscere… Come quelle grotte che si trovano sopra la collina che circonda la bellissima spiaggia di Chiaia di Luna: avevano sulla parte del soffitto opposta all’ingresso una conchiglia… Chissà cos’erano? Tombe? …oppure luoghi di culto? …e chissà cosa ne è rimasto…

Silverio ha risvegliato in me la curiosità di quando ero bambino, quando uscivamo da scuola, e svoltavamo l’angolo di ‘Lindaverde’ – Hotel Bellavista e si prendeva la stradina per gli Scotti… Proprio lì a fianco, poco più avanti della casa di Ciro Iacono, vi era un grottone, sempre sbarrato da un incrocio di tavole per non fare entrare nessuno. Eppure noi bambini, incoscienti e caparbi, non ci lasciavamo spaventare da quei legni, e quei meandri li abbiamo esplorato con occhi di bimbi… Era profondo e lunghissimo… molto buio; le candele che portavamo con noi duravano poco. Ecco… Ora, a distanza di tanti anni, mi piacerebbe sapere… cosa c’era in quel buio e oltre quel buio?

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Silverio Lamonica non poteva scrivere di meglio per suscitare in quanti leggono il suo libro – come è successo a me – la curiosità e l’orgoglio del nostro passato; di un’isola che ha steso una coltre di silenzio e omertà sul suo passato, mentre dovremmo essere meno ristretti da interessi personali, ma fieri e molto più aperti al mondo, facendo conoscere i nostri tesori, finora nascosti.

Auguro a Silverio di scrivere il prosieguo di questo libro facendoci partecipi di altri eventi della storia di Ponza, quella ancora nascosta.

Posso solo dire che dopo aver letto questo libro ne volevo sapere di più, mi sono tuffato in internet alla scoperta di Mitra e delle tantissime cose che non sapevo.

La prima sorpresa è stata che tra i vari Mitrei presenti in Italia, riportati da Wikipedia, solo da poco è stato aggiunto quello di Ponza: un caso?

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Divinità importata, Mitra: la religione viene addirittura dalla Persia e giunge a Roma portata dai legionari che hanno combattuto le guerre di conquista nei territori più orientali dell’Impero, intorno al I secolo a. C.. Come dio delle armi e campione degli eroi, Mitra attrae i soldati romani; si diffonde quindi con estrema rapidità nelle province nordiche della penisola attraverso le guarnigioni militari, che insieme agli schiavi, sono i più attivi propagandisti di Mitra e portano il suo culto in Iberia, Britannia e Dacia.

Il periodo di maggior diffusione a Roma e nelle province dell’Impero si ebbe a partire dalla fine del I secolo d.C., con un apice al tempo della dinastia dei Severi (tra la fine del II e i primi decenni del III secolo).

Il Mitraismo aveva le caratteristiche di una religione iniziatica e segreta – questo è uno dei motivi per cui i santuari, i mitrei, furono sempre ricavati in ambienti sotterranei – e presentava non poche analogie con il Cristianesimo delle origini. Esso esercitò dapprima una forte attrazione soprattutto sui ceti più umili della società, conoscendo il disprezzo dei Greci e dei Romani colti, finché, come poi al Cristianesimo, al culto mitraico si volsero le cerchie più influenti della società imperiale romana.

Fra il III e il IV secolo la religione mitraica godette presso la corte del medesimo prestigio del Cristianesimo: Diocleziano, Galerio e Licinio consacrarono a Mitra, quale protettore dell’impero, un tempio a Carnuntum, sul Danubio, e Massimiano gli innalzò un Mitrèo in Aquileia.

Come tutti gli altri culti, anche il Mitraismo dovette poi soccombere al divieto degli imperatori cattolici: istigati dalla Chiesa, ancora nel IV secolo i suoi fedeli vennero perseguitati dai cristiani, i suoi templi saccheggiati, i suoi sacerdoti assassinati e sepolti nei sacrari rasi al suolo. Fra le rovine dei Mitreo di Saalburg è stato ritrovato lo scheletro incatenato del sacerdote pagano, il cui cadavere era stato sepolto in quel luogo per dissacrarlo in perpetuo.

I cristiani innalzavano le proprie Chiese sulle rovine degli antichi luoghi di culto; infatti, secondo un’antica credenza, in questo modo la divinità precedente era per così dire resa impotente o addirittura annichilita. Una cripta mitraica pressoché intatta si trova sotto la chiesa di S. Clemente in Roma, e l’altare è collocato quasi esattamente sopra quello pagano.

La maggior parte dei Mitrei – non meno di quaranta (di cui circa una dozzina solo a Francoforte) – sono stati scoperti in Germania, dove il culto di Mitra aveva uno dei suoi più importanti punti di forza.

Il culto mitraico si mantenne fino al V secolo solo sulle Alpi e sui Vosgi, ma poi fu eliminato anche qui e quasi totalmente dimenticato fino al XIX secolo.

 

La parola indo-iranica ‘mitra’ può avere due significati:

a)   amicizia

b)   patto, accordo, contratto, giuramento o trattato

Un significato generale di “alleanza” potrebbe accordarsi adeguatamente ad entrambi i significati.

Il dio nasce da una roccia con una fiaccola e un coltello fra le mani, con un colpo di freccia fa scaturire l’acqua da una roccia, successivamente Mitra inizia ai propri misteri il Sole, da cui è distinto ma al tempo stesso strettamente associato, segue un patto fra le due divinità, che siedono insieme a banchetto e per poi salire sul carro solare verso il cielo.

Mitra era il demiurgo fra cielo e terra, fra dio e l’umanità: era l’Uomo-Dio. Mitra era protettore della giustizia e dei patti, del bestiame e degli uomini giusti. L’avvenimento centrale del mito mitraico è senza dubbio il sacrificio del toro, la cui morte promuove la vita e la fecondità dell’universo.

Oltre al Dio – con il caratteristico copricapo frigio – e al toro, nella tauroctonia erano sempre presenti delle figure simboliche ben precise: un cane ed un serpente che bevono il sangue del toro, uno scorpione che lo pungeva ai testicoli, delle spighe di grano che germogliavano dalla coda dell’animale morente, e un corvo.

Bassorilievo del II-III secolo raffigurante una tauroctonia; rinvenuto a Fiano Romano; attualmente al Louvre: Mitra che sacrifica il toro sacro. Sono presenti nella raffigurazione il serpente, lo scorpione, il cane e la cornacchia, caratteristici dell’iconografia mitraica. Agli angoli superiori del bassorilievo il Sole (a sin) e la Luna (a destra)

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Mi ha affascinato, nel culto di Mitra, la descrizione dei sette gradi di iniziazione.

1° grado d’iniziazione: ll Corvo – Il Corvo è il simbolo della morte e il neofita simbolicamente  muore e rinasce alla vita spirituale; gli veniva assegnato una mantra da ripetere e i suoi peccati venivano lavati nell’acqua, con un rito che ha molte analogie con quello del battesimo. È il momento che si desta dal lungo sonno in cui ha dormito e si apre alla nuova esperienza che è quella della luce. Il grado del Corvo è sotto la protezione di Mercurio.

2°  grado d’iniziazione: la Crisalide – Rappresenta la nascita; come le farfalle nascono dalle larve.
L’iniziato era promesso al culto e doveva mantenersi casto almeno per tutta la durata di questa fase. Offriva come pegno alla statua di Mitra una coppa di acqua. Il grado della Crisalide è sotto la protezione di Venere.

3° grado d’iniziazione: il Soldato – Rappresenta la battaglia; anche il terzo grado rientra negli stadi preparatori. Il neofita doveva inginocchiarsi, nudo, bendato e con le mani legate; gli veniva quindi offerta una corona sulla punta di una lancia. Una volta incoronato le corde andavano tagliate con un solo colpo della lancia e veniva tolta la benda. Con questo avveniva la sua liberazione dalla materialità del mondo. Il grado del Soldato è sotto la protezione di Marte.

4° grado d’iniziazione: il Leone – Il quarto grado iniziatico, rappresenta l’elemento del fuoco. È il gradino per entrare nella porta dell’Oltre, del non commensurabile. All’iniziato si apre una nuova visione del mondo, a cui si può accedere solo con un atto di forza e vigore interiore. Per questo ai leoni non erano permesso di toccare acqua durante il rituale, invece il miele era offerto all’iniziato per lavare le mani e per ungersi la lingua. Il grado del Leone è sotto la protezione di Giove. Al  primo e al quarto grado di iniziazione – il Corvo e il Leone – Corax e Leo – i neofiti indossavano le maschere degli animali corrispondenti e ne imitavano il verso gracchiando e ruggendo.

5° grado d’iniziazione: il Persiano – Il rappresentante del Persiano è il Cautopates, il pastore vestito secondo l’uso e con la torcia abbassata. L’emblema di questa fase era un’arpa, l’iniziato era inoltre purificato con il miele che è associato con la purezza e la fertilità della luna (questa era considerata la fonte del miele; da qui l’espressione “luna di miele”). Il grado del Persiano è sotto la protezione di Luna.

6° grado d’iniziazione: Heliodromo (il Sole)  Il rappresentante dell’Heliodromo è Cautes, che solleva la torcia e preannuncia il sorgere del Sole e il viaggio quotidiano del dio attorno alla terra. L’iniziato imitava il sole al banchetto rituale, si sedeva accanto a Mitra (il padre) vestito di rosso, il colore del sole, del fuoco e del sangue della vita. Il grado dell’Heliodromo è sotto la protezione di Sole.

7° grado d’iniziazione: il Pater – È il settimo e il più alto grado iniziatico e rappresenta, tramite Saturno, il Tempo dell’Oro. È il rappresentante sulla terra di Mitra, la luce del paradiso personificato; è vestito in un cappello rosso e ha i pantaloni sformati ‘persiani’ anch’essi di colore rosso; porta un bastone, simbolo del suo carico spirituale. Il grado del Pater è sotto la protezione di Saturno.

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Questo è solo un passaggio cui Silverio Lamonica accenna nel suo libro; ma su quanti e quali argomenti si viene invogliati ad approfondire..!

Risvegliamo il nostro animo degli isolani al culto della storia, cominciando a riscoprire quella che abbiamo tra le nostre mura!

Un grazie infinito a Silverio Lamonica, maestro di vita e di storia.

 

Lino Catello Pagano

 

1 Comment

1 Comments

  1. Silverio Lamonica

    4 Agosto 2012 at 21:22

    Carissimo Lino,
    grazie per l’apprezzamento del mio breve saggio e per la stima che hai per me, ampiamente ricambiata. Ho notato che il mio scritto ti ha invogliato ad approfondire l’argomento su internet ed hai fornito una messe di notizie in merito. Spero che anche altri abbiano il tuo stesso entusiasmo ad approfondire la storia e l’archeologia di Ponza, così come ho notato in Luigi Di Meglio nella sua recensione e colgo l’occasione per ringraziarlo: un giovane che mostra interesse per argomenti come questi va lodato e incoraggiato. Carissimo Lino, siamo sulla buona strada, invogliamo – specie i giovani – ad interessarsi alla storia e alle bellezze di Ponza, perseveriamo, non molliamo mai. Un abbraccio.
    Silverio

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