Libri

Da Tea Ranno, sul senso della Memoria

riceviamo in amicizia da Tea e pubblichiamo

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Ho lavorato sulla memoria, nell’anno da poco trascorso. Un anno intero ad ascoltare i ricordi di un uomo che non è stato mai bambino e che non sarà mai vecchio, come ama dire di sé. Ma anche un anno tra le carte, i documenti, la cronaca di quel tempo – il 1943-1944 – che mi ha permesso di conoscere fatti di cui sapevo molto poco e che ho vissuto grazie a un bambino che mi ha inghiottito facendomi diventare i suoi occhi, le sue orecchie, le sue mani, la sua voce, il suo stomaco affamato, la sua immersione in quella miseria nera di cui pativano gli abitanti di Roma, dove le già esigue risorse non bastavano a sostentare anche gli sfollati, venuti a ripararsi “sotto l’ombrello del Papa” nella speranza che la città fosse risparmiata.

“Scrivere per non dimenticare”, si dice. È vero, ma l’affermazione rischia di diventare uno slogan vuoto di senso. Dimentichiamo con troppa facilità, le tante guerre nel mondo ci dimostrano che la Storia non riesce a farsi maestra di vita. Allora perché scrivere questa storia? Per dare anche ad altri la possibilità – leggendo il libro – di essere inghiottiti da un bambino e diventare i suoi occhi, la sua fame, la sua paura, il suo dolore, la sua speranza in un futuro senza guerra. Solo così, credo, entrando nella pelle dell’altro, è possibile non dimenticare.

Emanuele Di Porto e Tea Ranno. Terrazzo su Roma e (sotto) la finestra da cui lui, Emanuele Di Porto, vide il tedesco che prendeva sua madre e la buttava sul camion

Un tram per la vita
di Tea Ranno (Autore)
Ed. Piemme, 2023

Ispirato alla storia di Emanuele Di Porto, sfuggito al rastrellamento nazista nel ghetto di Roma.
È il 16 ottobre 1943, nel ghetto di Roma un bambino di dodici anni vede la madre caricata su un camion dei tedeschi, la raggiunge, l’abbraccia, ma lei riesce a spingerlo via. Emanuele, questo il nome del bambino, si nasconde su un tram e inizia un viaggio che lo porterà, fermata dopo fermata, fino al capolinea. Racconta al bigliettaio di essere ebreo e chiede di essere protetto perché i tedeschi lo stanno cercando. L’autista del tram e poi altri dopo di lui aiuteranno Emanuele a restare vivo e al sicuro per tre giorni fino a quando non riuscirà a trovare suo padre. La penna di Tea Ranno racconta la storia commovente di uno degli ultimi testimoni sopravvissuti al rastrellamento nazista di Roma: Emanuele Di Porto (dalla scheda del libro su https://www.ibs.it/ ).

Lo copertina del libro e (sotto) la quarta di copertina (cliccare per ingrandire)

1 Comment

1 Comments

  1. Sandro Russo

    17 Gennaio 2023 at 12:51

    Un’associazione che mi è venuta immediata, quando alcuni mesi fa, ad una riunione del gruppo, Tea ci parlò del libro cui stava lavorando, è un cortometraggio del 1997 di Ettore Scola (1931 – 2016). Ne parlammo, in quell’occasione.
    “1943-1997″ – opera sconosciuta ai più – in poche scene (dura 9 min e mezzo), costruisce un discorso di grande impatto emotivo, mostrando tutta la capacità espressiva ed evocativa del cinema.
    Scola ha girato questo “corto” più di vent’anni fa. La sensibilità di un artista di precorrere i tempi si mostra tutta nell’analogia tra gli ebrei di allora e i nuovi reietti di oggi. Non dimentichiamo.

    Il filmato in un articolo proposto dalla Redazione, in occasione del 75° Anniversario:
    16 ottobre del ’43. Il rastrellamento del Ghetto di Roma

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