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“Guarda, guarda…” – mi sollecita zi’ ’Ntunino.
“Dove ?” – rispondo.
“’Ncielo… vide ca sta facenno u sole ? Uarda… ce stanno quatte strisce ’i luce ca scenneno”.
Spinto dall’amico alzo lo sguardo. È il cielo di questa giornata serena e tiepida, oggi 8 gennaio, domenica,
Sono con l’amico ’Ntunino, in via Panoramica. Passeggiamo per smaltire il grasso delle giornate di festa, fintamente, perché il tempo gradevole ci ha invitato ad allontanarci da casa e dai richiami dei dolciumi, per parlare di ciò che ci circonda. In amicizia.
Nel cielo il sole non è vivo e, seppur velato, irradia. Appaiono quattro scie che possono essere chiamati raggi, che da lui si irradiano. “Embè? – mi rivolgo a zio ’Ntunino.
“Embè – risponde – se guardi bene sembrano quattro corde che lo sostengono. Domani sarà brutto tempo ! Già i nostri padri avevano evidenziato questo fenomeno. Dicevano: u sole ha miso i cape a viento, come a volersi ancorare per non essere travolto dal vento”.
In effetti smanettando su internet ho verificato che davvero domani, lunedì, il nostro settore geografico sarà interessato dal maltempo.
Ma vuoi mettere… la credibilità di internet con la labilità delle previsioni dei detti antichi!
Guardo ’Ntunino e mi sento rassicurato.
Le domeniche in quest’isola sono dominate dalla solitudine. Non c’è segno di presenza sociale. Le strade sono deserte, e così le piazzole. La campana delle 11 suona ma non so se riuscirà a riunire gente per la messa domenicale. L’abbandono dell’isola diviene ancor più pressante la domenica. Il fenomeno da curioso sta diventando patologico, se si considera la presenza sociale come fonte di vitalità.
’Ntunino mi guarda. Coglie nel mio volto segni di preoccupazione e mi sostiene con la leggerezza dei nostri padri: “Nun ce penza’…”
E come si fa a non pensarci.
N.B. L’immagine di copertina non corrisponde a quella descritta nel testo dall’autore, ma è stata presa dal web