di Amelia Ciarnella
Secondo me si nasce già con una determinata indole, che può essere buona o cattiva. Poi crescendo si può correggere e modificare con l’educazione. Ma ovviamente influisce soprattutto l’ambiente in cui il soggetto vive.
Inoltre alcuni vengono al mondo già con dentro di sé delle anomalie, alcune normali e innocue, mentre altre perfino vergognose e pericolose. Specialmente se manca l’educazione e l’ambiente è diseducativo, chi ha questi difetti ne diventa ben consapevole e tende a nasconderli per non farsi scoprire, perché finirebbe certamente sul giornale e in tempi passati anche in manicomio. Questi sono i maniaci sessuali.
Quando chiusero i manicomi forse si accorsero che i veri pazzi erano più fuori che dentro! Mi è stato raccontato che ci furono diversi casi di persone che per errore finirono in manicomio pur avendo un cervello sanissimo che non aveva nulla a che vedere con le patologie mentali e là dentro ne videro di ogni tipo.
Pare furono internate alcune categorie di persone fra le quali e soprattutto le prostitute perché non si poteva svolgere quella “attività” ritenuta vergognosa e proibita. E gli omosessuali quando venivano scoperti, poiché indegni di essere uomini. Dovevano essere maschi se maschi, senza vie traverse, femmine se femmine oneste e degne di essere mamme.
Però ci finiva anche qualche politico quando era mal visto dal solito burocrate cattivo e vendicativo, che notava e sottolineava l’errore più insignificante, facendolo passare per grave. E visto che la Legge glielo permetteva, con somma soddisfazione lo spediva subito in manicomio, dove rimaneva finché cambiava il Governo.
E ancora, dentro i manicomi ci finivano tutte quelle persone che rimaste completamente sole, diventavano inevitabilmente depresse e qualche parente non potendoli né tenere né tanto meno accudire, li faceva ricoverare. Ma poi arrivati là dentro, con le cure strane e poco appropriate che gli venivano fatte, se ancora non erano completamente pazzi, dopo poco tempo lo diventavano.
Per cui la cosa più saggia giusta e coscienziosa che abbiano potuto fare è stata quella di chiudere definitivamente i manicomi.
Da allora siamo tutti mischiati: gente savia, matti innocui che sembrano normali e quelli che sanno nascondere molto bene la loro forma di pazzia, che sono i più pazzi e pericolosi di tutti.
Quando sono andata a Sondrio per sottopormi ad un intervento di coxartrosi all’anca destra, sul treno e nello stesso scompartimento dove avevo il posto prenotato, c’era anche un signore sui cinquant’anni, molto serio e distinto da sembrare più un prete che un normale passeggero. Aveva il posto accanto al mio. Passata Firenze, il detto signore si era alzato, rimanendo però fermo in piedi e, simile ad un prete sopra il pulpito, si era messo a parlare ad alta voce senza però guardare in faccia nessuno, con lo sguardo perso nel vuoto, come parlasse a sé stesso. Ma parlava così veloce e spedito da dare l’impressione stesse leggendo, o avesse ripetuto tante volte la stessa “predica” da saperla ormai a memoria. Certamente quell’improvviso discorso sembrò un po’ strano a tutti, ma nessuno osò interromperlo. Anzi, chi stava leggendo chiuse il giornale e si dispose ad ascoltare con curiosità e un certo interesse, anche perché il “predicatore”, oltre a non dire nulla di insensato, aveva un modo di esprimersi che dimostrava una certa cultura soprattutto religiosa, da far pensare ad un prete spretato, piuttosto risentito per qualche torto ricevuto. Infatti ha parlato molto male del clero in generale dicendone di ogni “tipo” “colore” e“dimensione”. E dopo essersi sfogato “bene” e “meglio” ha preso dalla sua borsa una specie di breviario si è seduto al suo posto, mettendosi a leggere tranquillamente, come se a parlare fosse stato un altro e non lui.
Ecco, questo è un esempio di persona non certo perfetta di cervello, ma innocua.
Ricordo che nel periodo di sfollamento trascorso a Roma spesso si sentiva parlare anche dei “guardoni” che erano dei maniaci sessuali che si aggiravano di notte per luoghi e anfratti vari con la speranza di vedere amoreggiare qualche coppia, poi quando venivano scoperti e finivano sul giornale, si scopriva che passavano pure per persone integerrime e perbene!
Questi sono i tipi che sanno camuffare perfettamente le loro intenzioni e sono pericolosi.
E ancora, nel dopoguerra a Roma si nominava spesso “Er norcino della Rotonda” perché sapeva fare le salsicce più buone del “mondo” diventate poi famose in tutta la capitale.
Si raccontava che questo macellaio adescava le donne e dopo essersene servito, le trasformava in tenere e dolci salsicce rinomate in tutta Roma. Dopo che fu scoperto. e credo arrestato, si lesse sul giornale la sua cronistoria.
Costui non aveva fatto altro che copiare l’idea di un altro macellaio, vissuto a Roma secoli prima. Il quale proprio nella stessa piazza e nella stessa macelleria aveva fatto la medesima cosa. Con la sola differenza che il macellaio antico eliminava sia uomini che donne, ma solo se abbastanza grassottelli, perché ci doveva fare le salsicce. Mentre il secondo che ha agito nel dopoguerra, adescava soltanto prostitute e dopo essersene servito le trasformava in salsicce.
Quindi pazzi irrecuperabili entrambi. Ma stranamente nessuno se ne accorgeva, perché sapevano nascondere molto bene la loro forma di pazzia.
Infine ci fu anche la nota comica perché quando venne fuori il fattaccio, un uomo vanaglorioso che si vantava sempre di tutto, anche in quella occasione disse di essere stato lui il primo ad assaggiare quelle “bontà”. Ma quando si seppe da dove provenivano, nessuno degli “assaggiatori”, si vide più in giro. E un ragazzo burlone del quartiere che conosceva bene il “vanaglorioso” perché abitava nello stesso suo palazzo, visto che in quei giorni non si parlava d’altro, lo chiamò da sotto la finestra e gli disse in tono allusivo e divertito: ”A Romolo!, tè sò piaciute le sarsicce?”, provocando irrefrenabili risate fra i suoi amici e le stesse persone del palazzo che sentirono. (I giovani scherzano su tutto!).