di Sandro Russo
Appena tornato da un viaggio alle Tremiti, bello e interessante, non resisto a mandare un’anticipazione sui fari che ho visto – e scrupolosamente fotografato – sulle tre isole maggiori che compongono il piccolo arcipelago costituito nella sua interezza da: S. Domino, S. Nicola, Capraia, lo scoglio del Cretaccio e il suo piccolo attendente la Vecchia; più distante, a circa 12 miglia, Pianosa.
Curiosamente, sono in funzione su tutte e tre le isole i fari nuovi, funzionali e ridotti all’essenziale – un traliccio metallico o poco più – mentre, due su tre, la severa struttura preesistente è lì vicino, diroccata o decapitata… Muta, ma per noi che da qualche tempo con i fari abbiamo cominciato a parlarci, testimone di storie del tempo che fu. Di quando la solidità era una delle caratteristiche dei fari, che il vento e il mare li sostenevano ergendosi contro di essi, non lasciandoli passare inoffensivi attraverso le esili strutture metalliche; di quando ancora era necessario provvedere all’alloggio del guardiano (e della sua famiglia) per la manutenzione e il funzionamento; mentre oggi tutto è automatizzato e autosufficiente.
Eppure l’immaginario ci è rimasto ancorato a quelle strutture massicce, ancorché logorate dal tempo, e di nulla di meno si appaga il nostro senso estetico…
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Foto da S. Domino all’alba: dallo stesso punto di osservazione (punta Diamante): nella foto superiore, Capraia; in quella inferiore S. Nicola. A metà circa dell’isola è visibile, ancora acceso alle prime luci dell’alba, il faro di S. Nicola (v. in seguito).
Capraia all’alba, vista da S. Domino. Il faro all’altro estremo dell’isola (v. in seguito) non è visibile da questo punto di osservazione
S. Nicola vista da S. Domino, punta del Diamante. Nella foto di sopra il faro è ancora in funzione, all’alba
Il Faro di S. Nicola, nella parte alta, centrale dell’isola, non presenta strutture visibili di precedenti edifici in muratura
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Il vecchio faro di Capraia, decapitato della sommità dove era alloggiata la lampada e sostituito da un nuovo e ben più modesto faro in metallo (fotografati da diverse angolazioni):
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Fari di S. Domino: il vecchio e il nuovo. Sulla Punta del Diavolo, in direzione sud-ovest. Il nuovo faro sostituisce il precedente danneggiato da un attentato, nel novembre del 1987, in cui uno degli attentatori rimase ucciso. Un attentato ordinato dal colonnello Gheddafi che in quel periodo reclamava le Tremiti, o la mossa di servizi segreti esteri in funzione anti-libica come anche si sostenne? L’episodio è rimasto non chiarito; ma da allora il vecchio faro è stato messo da parte ed è attualmente in rovina.
Fari. I vecchi e i nuovi: i primi superati dai tempi; i nuovi funzionali, economici, ma senza alcuna grazia…
Eppure il nostro, di Faro – perché sempre a quello ritorniamo – ha subito il trapasso senza danni apparenti; non ha dovuto essere sostituito da un traliccio metallico e svolge ancora egregiamente la sua funzione: dà sicurezza ai naviganti e piacere agli occhi e al cuore di chi lo guarda, sia di giorno che di notte…
Sandro Russo
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