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Ad un punto della vita si impose un principio ordinatore. L’adolescenza fa questi effetti. Nel disordine complessivo dello stato in cui il corpo cresce e si definiscono le funzioni, la mente cerca di portare ordine al suo interno. Un po’ per raggiungere coerenza, un po’ per bisogno di identità.
La spiritualità infantile, quella imposta dalla famiglia, coltivata nella fanciullezza, venne passata a setaccio.
L’idealità che la devozione mariana aveva radicato negli animi, le sue figurazioni, i suoi fondamenti vennero sottoposti a giudizio.
Uno scontro dilaniante: ragione contro sentimento, e poi, affetto contro logica.
Le cause prime di questo dissidio interiore sono scritte nella natura dell’essere umano, nella sua sostanza biologica e nella sua costituzione culturale.
In bilico c’erano la correttezza razionale del ‘credo’, la sua intransigenza formale, ma pure la sua corrispondenza fattuale. Non si ‘crede’ per soddisfare il bisogno di certezza dell’io, ma anche per realizzare un mondo di uguali, e combattere il sopruso, la meschinità, la sudditanza.
Da una parte c’era la tranquillità di stare nel vero e nel giusto, dall’altra parte c’era la pressione ad operare affinché il vero e il giusto trovassero realizzazione nella condizione sociale.
Si strappò il velo della pietà acquisita. Essa semplicemente andava conquistata.
L’ideale mariano rimase come un faro. Inoperoso, ma acceso. Non era opacizzata la sua luce bensì la sua funzione terrena, quella sociale.
La ragione non sconfessò il sentimento, ne abbassò il vigore e l’importanza.
L’ ideale di purezza che l’Immacolata aveva profuso nei cuori non venne meno. Fu problematicizzato, fu contestualizzato. Splendeva sempre nei nostri cuori, e lo fa tuttora, ma all’interno di un contesto storico, sociale, psicologico.
Non si vuole diventare più buoni ma più responsabili. Con lo stesso ardore adolescenziale, con la stessa corale partecipazione.
Per alcuni fu questo il cammino intrapreso, per altri fu vincente il sentimento della totale devozione.
Ci ritroviamo tutti, gli uni e gli altri, l’otto dicembre, a cantare insieme Immobile sul polo del mio cuore / Stella candida brilli senza posa. Stessa enfasi, stessa passione.
Strofa cantata nella Novena
La strofa cantata, l’arrangiamento e l’esecuzione sono di Tonino Esposito. Tonino è uno dei ‘giuvene d’a ’Mmaculata’ ed è per noi l’anima musicale’ del gruppo (…Ciao Toni’).
Dio ti salve o Maria
nostra madre, dolce e pia
O Maria, nostra avvocata,
voi concetta Immacolata