di Francesco De Luca
Perché la libertà c’è sempre qualcuno che la vuole limitare.
La vuole limitare agli altri per affermare il suo potere. Sugli altri e sulla natura. Questa è la dannazione degli uomini: aspirare ad un sempre maggior grado di libertà, a danno di quella altrui. Ma allora è potere non libertà!
Noi, in Italia e in Occidente in generale, di libertà ne abbiamo. Varie religioni, credi politici, patrimoni, classi sociali, democrazie che tutelano e migliorano i diritti… eppure questo non basta. Le religioni tendono subdolamente a privilegiarsi, i partiti politici si accorpano in caste, i patrimoni tendono a consolidarsi in modo scorretto, le classi sociali faticano a sopportarsi, e le democrazie si vendono e si distorcono. Si formano caste, corporazioni, consorterie, monopoli, alleanze improprie. Il tutto per accrescere i propri diritti a danno di altri (individui, popoli e nazioni). Ma questo è sopruso non libertà!
E tuttavia questo tramestio va tollerato e, talora, osteggiato in modo legale e democratico.
Un amico l’altro ieri mi confessava che se alle elezioni non avesse vinto la sua fazione avrebbe chiuso l’attività e sarebbe emigrato, perché sono troppo elevate le incombenze di chi fa impresa. Un gesto estremo per una situazione che lui giudica estrema. Un atto di forza per una situazione che va rivoltata con forza perché diversamente non vede soluzione.
Ne deduco che l’amico andava palesando la sua scarsa fiducia nelle istituzioni democratiche. Fa l’imprenditore per convenienza e scelta, non per costrizione!
Fermo restando che ognuno può abbandonare il suo paese per tentare fortuna in un altro, in modo autonomo, un imprenditore (come un operaio o un professionista) che vede messo in crisi il proprio bilancio può bestemmiare contro il sistema economico che lo penalizza ma democrazia vorrebbe che si agisca in sintonia con le possibilità che il sistema offre e non strappando ogni confronto. E’ condivisibile il suo rammarico ma è deprecabile la sua reazione. Perché riflette una volontà politica ‘fascista’ (alla maniera di Umberto Eco).
Le regole vanno rispettate e, se ritenute ingiuste, combattute, non abolite.
Il ‘fascismo’ strisciante in questo atteggiamento poggia sulla ‘forza’ e non sul pacifico confronto, quello che avviene nelle strade, negli incontri occasionali e in quelli ufficiali, in Parlamento e sulla piazzetta della chiesa e, soprattutto, nelle urne.
La ‘sinistra’ come la ‘destra’ delineano visioni del mondo (e sistemi di governo) che si esprimono in leggi, ordinamenti, consuetudini, pene. Possono essere visioni del mondo diverse e perfino contrastanti, ma in lotta con argomenti, convinzioni, voti, deleghe, non con la forza.
La ‘democrazia’ si distingue dal ‘fascismo’ anche per il fatto che tutela tutte le espressioni sociali. Le ascolta se vuole, o no, ma non le fa tacere.
La libertà è il limite degli uomini e la loro aspirazione.