di Giuseppe Mazzella di Rurillo
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Credo che sia molto semplice il gioco o l’ azione del Commissario Straordinario di Governo per la Ricostruzione dei territori di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio d’Ischia colpiti dal terremoto del 21 agosto 2017, on.le avv. Giovanni Legnini, nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, prof. Mario Draghi, del 24 gennaio 2022. Terzo della serie con tre diversi Premier e quattro Governi della Repubblica in 5 anni.
Pur ringraziando – in modo rituale – il suo predecessore, dottor Carlo Schilardi, ex prefetto in quiescenza che ha retto il “Commissariato” per circa tre anni con un bilancio che dire fallimentare è utilizzare un eufemismo, Giovanni Legnini – uomo di Legge e di Governo e già vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura – è partito da capo per la “Ricostruzione” come se nulla fosse stato fatto o impostato nei 4 anni precedenti oltre all’ immediata emergenza ed all’istituzione permanente del CAS (Contributo Autonoma Sistemazione).
Legnini prima di tutto ha voluto presentare un quadro giuridico proponendo un “censimento dei fabbricati interessati alla Ricostruzione” stilando quindi un’ordinanza dove chiede ai cittadini interessati di presentare domanda per ricostruire la propria casa con richiesta di contributi finanziari allo Stato entro il 20 agosto prima, termine spostato poi al 30 settembre. Le domande sono 850 su un primo bilancio di edifici danneggiati di 1060 immobili, 640 case completamente inagibili, 2405 sfollati, 8 edifici pubblici inagibili, 1254 ordinanze di sgombero per la sola Casamicciola (IL CONTINENTE n. 4 – anno III dicembre 2019).
Non avendo i tre Comuni uno strumento urbanistico in vigore – come un PRG – i progetti di ricostruzione dovranno essere approvati da una “Conferenza di Servizi”, l’istituto previsto dalla legge 241/90, e naturalmente sono inerenti solo agli edifici in regola e sanati urbanisticamente.
I due Commissari – Schilardi e Legnini – sono ambedue uomini di Stato, attenti al rispetto delle norme fino al cavillo, ma estranei all’isola d’Ischia di cui conoscono soltanto il relax o l’ospitalità in un albergo a cinque stelle. Non conoscono la vivibilità degli isolani. Hanno visto le macerie solo per pochi minuti nelle brevi visite di ricognizione ma non sanno come vivono la vita quotidianamente i cittadini di Casamicciola e Lacco Ameno che sono costretti quasi ogni giorno a passare per via Spezieria inferrata con lamiere, tubi e pali e col semaforo lampeggiante al verde e al rosso che permette di ammirare, nella sosta, lo stato dell’ex-pensione Daniele e l’inferrato palazzo Parisio Iacono, ex sindaco, che occupa un terzo dell’ex-Piazza Majo. Via Spezieria è poco più di una ex-mulattiera con case cadenti a destra ed a sinistra puntellate con pali di legno e tubi di ferro dove cresce la sterpaglia e pascolano i topi. Poi c’è la “casa crollata sulla strada” sulla Borbonica da oltre cinque anni vista da tutti e sopportata da tutti ma nessuno interviene per liberare la careggiata dalle macerie pericolose mentre la Città Metropolitana ex-Provincia cura la manutenzione ordinaria di tutta la storica strada che da Piazza Majo conduce a Monterone attraversando tre Comuni e per entrare nelle macerie della frazione Fango l’altro semaforo con le case intubate in attesa di non so che cosa o del prossimo terremoto (quello della forza del 1883) o della prossima alluvione (del 1910).
Solo chi vive qui e passa per lavoro o per necessità quei luoghi nel traffico delle macerie può capire ed avvertire l’assenza dello Stato nella Ricostruzione con il crollo di ogni minima speranza di futuro.
Una Ricostruzione seria doveva partire dalla ricostruzione delle strade, delle piazze, dei muri e dal ripristino dei sentieri secolari che erano vive di fuga non solo collegamenti dell’economia agraria del tempo, al Majo, La Rita, il Fango nell’area delle “Pantane” il cui nome indica, più di ogni altro studio sismico, la natura di quel luogo. Doveva partire dalla Ricostruzione degli edifici scolastici a Casamicciola e Lacco Ameno. I due più importanti edifici di Casamicciola debbono essere abbattuti secondo due autorevoli relazioni tecniche. Ma quando lo saranno? E dove saranno ricostruiti?
C’è una ricostruzione pubblica di scuole, municipio, giardini, parchi pubblici cioè opere infrastrutturali necessarie che è completamente assente e di cui Legnini non ha parlato in otto mesi. E Legnini non ha nemmeno detto una sola parola sul recupero del complesso e dell’area del Pio Monte della Misericordia pur essendo accecante come il pieno sole e chiaro come la luna quando la luna è chiara che il “cuore infrastrutturale” della nuova Casamicciola, la terza nella storia dei terremoti deve ritornare a battere da lì. Non altrove. Come ha dettagliatamente esposto Gino Barbieri con la sua ampia documentazione e con un progetto esecutivo disegnato da un architetto. Il vero è che non c’è un disegno di Paese. Una idea stessa di “Comunità”. Non è stato aperto un cantiere! Uno solo.
Il gioco o l’azione di Legnini è tutta impostata sulla ricostruzione privata ed il 31 dicembre, come un minuzioso ragioniere, il Commissario presenterà al Governo la richiesta finanziaria da sottoporre all’approvazione del Parlamento nella Legge di Bilancio. Poi aggiungerà le altre spese con un preventivo “di massima” per la ricostruzione pubblica.
E’ un compito notarile. Il lavoro di un contabile. Dall’altro lato spetta alla Regione Campania fare un Piano di Ricostruzione secondo la legge emendata del decreto Genova nel 2019 e l’assessore regionale all’Urbanistica rimanda sempre l’annuncio del Piano.
Il 22 agosto Legnini e Discepolo hanno annunciato che “entro settembre il piano sarebbe stato consegnato ai Comuni ed ottobre approvato in Giunta”. Siamo già al 6 ottobre e non si è visto nulla. E’ un “piano delle meraviglie o delle fantasie” e stupisce che con un Commissario straordinario per la civile pianificazione si ritorni all’ordinario. Insomma quello che si doveva fare in sei mesi dal terremoto con poteri straordinari si farà, se si farà, in 60 anni, con poteri ordinari e con un Ente Regione che in 52 anni – dalla sua istituzione – non ha mai dato uno strumento di pianificazione all’isola d’Ischia cambiando decine di assessori all’ urbanistica. Stupisce che associazioni di tecnici ingegneri ed architetti, con l’avallo degli Ordini Professionali, abbiano dato il loro assenso e la loro partecipazione ad un metodo del genere che realizzerà una “ricostruzione a macchia di leopardo” favorendo i proprietari di fabbricati in aree a mitigazione sismica accertata e non quelli più colpiti. Un interesse professionale ai Bonus governativi piuttosto che ad un assetto del territorio.
Stupisce ancora che i sindaci di Lacco Ameno, Pascale, e di Forio, Del Deo, i soli in carica perché Casamicciola è commissariata (in tutto: al Comune, al sisma, al depuratore, destinata ad avere più Commissari che abitanti!) esprimono apprezzamenti per questo modo di procedere senza essere contestati fortemente dai consiglieri comunali dei loro Comuni e dalla rispettive cittadinanze. Così va l’Italia.
Probabile a gennaio 2023 il quarto Commissario del quinto Governo in 5 anni. Sarà uno “straniero” come i primi tre, perché qui non c’è una voce che chiede il Governo del territorio. Nulla è nuovo sotto il caldo sole d’Italia.
Giuseppe Mazzella – direttore de Il Continente
Casamicciola, 6 ottobre 2022