di Sandro Russo
Da casa per andare in paese devo per forza prendere la macchina. Sono uscito ieri mattina in un tempo ‘schiattoso’ di pioggia – è veramente tanto che non piove – e c’era qualcosa di inusuale nell’aria. Mi sono trovato a fischiettare un motivo e subito dopo sono arrivate le parole di una canzone (con molti buchi di memoria) di Alberto Fortis: Ahi settembre tornerò… (…) L’aria fresca soffierà… (…) Ahi settembre partirò.
Poi la mattinata è proseguita: giornali, mercato, qualche altra spesa da sabato, ritorno a casa… E sempre con questo settembre in testa e sulle labbra.
Breve ricerca sul sito e trovo che il pezzo c’è già, proposto a metà agosto 2020 da Silveria Aroma: leggi e ascolta qui. Ma una scorsa ai titoli settembrini sul web – tantissimi! Più di qualunque altro mese – mi ha fatto sobbalzare due volte.
Con l’intento di partecipare i miei ‘sobbalzi’ anche ai lettori domenicali di Ponzaracconta, propongo due pezzi. Questa settimana il pezzo forse più famoso di Neil Diamond, un ‘classico’, molto romantico senza essere sdolcinato.
L’altro – per una prossima volta, prima che settembre finisca – ‘mitico’ per la mia formazione musicale e poetica settembrina.
– E ‘nu mumènt! – Un minimo di suspense… e ch’ madònn’!
September morn, di Neil Diamond
Incisa durante le sessions dell’album “The Jazz Singer” (colonna sonora dell’omonimo film), per il quale Neil Diamond aveva scritto ben cinque canzoni in collaborazione con Gilbert Becaud, September morn era l’adattamento in inglese di una canzone, C’est en Septembre, che Becaud aveva inciso l’anno prima, verso la fine del 1978, con testo originale francese di Maurice Vidalin.
Il testo scritto da Neil Diamond per “September morn” differisce sostanzialmente da quello composto da Vidalin per C’est en Septembre; mentre il paroliere francese descrive un’estate che declina inesorabilmente verso l’autunno – la plage tremble sous l’ombre, d’un automne débronz -, la fine delle vacanze ed il ritorno alla routine quotidiana – maitres baigneurs et saisonniers, Retournent à leurs vrais métiers –, Diamond associa il mese di settembre al ricordo romantico – September morn, we danced until the night became a brand new day – di un amore messo duramente alla prova dallo scorrere del tempo – And look how far we’ve come, so far from where we used to be –, ricordo cui l’autore di aggrappa strenuamente, sperando che possa ancora rifiorire – but not so far that we’ve forgotten, how it was before.
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Il testo inglese (con traduzione italiana) della versione di Neil Diamond
Qui di seguito il più lirico (e mediterraneo) testo francese di Maurice Vidalin e in video la versione cantata da Gilbert Becaud
C’est en Septembre
Les oliviers baissent les bras
Les raisins rougissent du nez
Et le sable est devenu froid
Au blanc soleil
Maîtres baigneurs et saisonniers
Retournent à leurs vrais métiers
Et les santons seront sculptés
Avant Noël
C´est en septembre
Quand les voiliers sont dévoilés
Et que la plage tremble sous l´ombre
D´un automne dé-bronzé
C´est en septembre
Que l´on peut vivre pour de vrai
En été mon pays à moi
En été c´est n´importe quoi
Les caravanes le camping-gaz
Au grand soleil
La grande foire aux illusions
Les slips trop courts, les shorts trop longs
Les Hollandaises et leurs melons
De Cavaillon
C´est en septembre
Quand l´été remet ses souliers
Et que la plage est comme un ventre
Que personne n´a touché
C´est en septembre
Que mon pays peut respirer
Pays de mes jeunes années
Là où mon père est enterré
Mon école était chauffée
Au grand soleil
Au mois de mai, moi je m´en vais
Et je te laisse aux étrangers
Pour aller faire l´étranger moi-même
Sous d´autres ciels
Mais en septembre
Quand je reviens où je suis né
Et que ma plage me reconnaît
Ouvre des bras de fiancée
C´est en septembre
Que je me fais la bonne année
C´est en septembre
Que je m´endors sous l´olivier
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