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Benedetto Fricano, ancora lui. Il proprietario e autista del pullman che collegava il porto con Le Forna era un vero e proprio personaggio.
Le piccole storie dell’isola di Ponza nella spensieratezza degli anni Cinquanta sono il palcoscenico ai brevi ed illuminanti racconti di un nettunese diventato il più ponzese dei ponzesi.
Narrava le piccolezze della vita di provincia con stile arguto, un sottile e malinconico umorismo. Fricano descriveva caratteri e situazioni, un senso di nostalgia, ma anche la disincantata consapevolezza che il ritorno al passato non è realizzabile.
L’autista era un grande lavoratore, stimato da tutti. Ma aveva un debolezza per le onorificenze.
Un parlamentare suo amico si era battuto per il ‘cavalierato’ ottenuto facilmente dalla Prefettura, poi cominciò a pensare in grande…
I buontemponi dell’epoca, guidati dal solito ineffabile avvocato Baglio, prepararono un nuovo scherzo a Fricano. Un signore residente a Ponza – ricco e affermato professionista – mise a disposizione la pergamena della sua ‘commenda’ e l’avvocato Baglio, ottimo ‘falsario’, sostituì i dati anagrafici del vero Commendatore della Repubblica con quelli di Fricano.
Un lavoro ben fatto, che non mostrava l’avvenuta manomissione. Chiusa in un astuccio ornato di un nastrino tricolore, la pergamena fu fatta imbucare a Roma e quando il portalettere la recapitò a Fricano questi per poco non sveniva. Era davvero emozionato.
La sera, al bar, girava silenziosamente tra gli amici ma si capiva che aveva un segreto da svelare. Alla fine sbottò: – Sono Commendatore! -, e mostrò compiaciuto i documenti ricevuti per l’occasione.
Tutti i presenti applaudirono, festeggiarono l’evento, lo invitarono a offrire da bere. Fricano ordinò un favoloso rinfresco, non stava nella pelle.
Della cosa non si parlò più a Ponza. Fricano è sempre rimasto convinto di possedere il titolo onorifico che tanto cercava. Solamente il buon Mandarino – il suo più stretto collaboratore nettunese – era a conoscenza del segreto.