di Emilio Iodice
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La storia di una giovane donna che ha aperto un mondo di letture a un ragazzo
Il telefono di Stefania Aprea squillò in modo singolare. Era diverso.
Era una chiamata oltre le coste dell’isola.
Lei era al Veliero
Il Veliero, Le Forna, Ponza
Il luogo era una biblioteca, un centro ricreativo e di apprendimento per bambini nella sezione Le Forna di Ponza.
Stefania ha dedicato la sua vita ai giovani, ai bisognosi e a coloro che desideravano aiuto, comprensione e compassione.
– “Un ragazzino della tua isola è ipovedente – disse la donna – ha bisogno di qualcuno che gli insegni il Braille.”
La voce dalla Città Eterna le fece segno.
– “Mi sta chiamando per aiutare questo bambino” pensò.
– “Ti addestreremo. Ci vorrà un anno di sacrifici” affermarono dall’altra parte
Stefania era spaventata.
Questa giovane, madre di due ragazze, dubitava delle sue capacità.
– “Posso imparare questo? Posso aiutarlo? Sono abbastanza forte per essere moglie, madre, figlia e insegnante” pensò?
– “Sì” rispose
Per un anno i viaggi a Roma sono stati pieni di esperienza, apprendimento, comprensione e sfide crescenti.
La sua mente, resilienza e forza di carattere sono state messe alla prova.
La sua famiglia le ha dato tenacia, cervello e lo spirito per non mollare mai.
Gli Aprea provenivano da una famiglia di mercanti e marinai. Erano persone che non hanno mai smesso di lavorare, progettare, costruire e creare.
Mia nonna era Maria Aprea. Era la prozia di Stefania. Nel loro DNA c’erano l’amore per l’apprendimento, la capacità di sfidare il lavoro e la dedizione agli altri.
In pochi mesi Stefania ha imparato la lingua scritta dei non vedenti.
Il bambino, con poco residuo visivo, riusciva a malapena a vedere. Non poteva leggere.
Con pazienza, amore e comprensione, Stefania si è seduta per ore con questo bambino per insegnargli l’alfabeto magico che lo avrebbe liberato a “vedere” il mondo delle parole.
Percorsi di alfabetizzazione
All’inizio si trattava di blocchi di legno rotondi posti in fori per “dare forma” a immagini mentali di lettere e parole brevi.
il metodo Braille: una luce nel buio
Poi sono state le impressioni su carta. Infine, è arrivato il momento della rivelazione.
Per il bambino i blocchi e le impressioni erano vivi. Ha pronunciato parole che ha “sentito, percepito e visto” in questa mente.
Stefania Aprea ha liberato gli occhi di un bambino di sette anni al mondo della lettura, della conoscenza, della saggezza e della speranza.
Una giovane donna, su una scoglio nel Mediterraneo, ci ha dato l’esempio del modo in cui tutti dovremmo essere, compassionevoli, amorevoli e sinceri.
Stefania ha lottato per liberare la mente di un bambino.
Così facendo, ha aperto la porta alla compassione e all’amore e ha creato un esempio per tutti noi e lei continua a farlo.