di Monica Conversano
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Nelle estati a Ponza ho spesso portato da Roma il lavoro: la composizione di opere originali.
Sulla terrazza di fronte alla baia di Cala Feola sono state messe le prime note sulla partitura per orchestra giovanile “La Regina della neve”, mentre le cicale di Ponza, ormai quasi scomparse, hanno ispirato il quartetto per sassofoni “Summer saxes In dance”. E sempre in terrazza è stata compiuta la partitura per grande orchestra “Ninna nanna di Aylan portato dal mare”.
– La prima è un lavoro che affronta l’obiettivo di creare una occasione esecutiva (si tratta di un’opera per il teatro musicale contemporaneo di 60 minuti), in cui collaborassero concertisti professionisti e docenti di strumento, insieme ad allievi, strumentisti e cantanti, di ogni livello, fino al propedeutico di base, affinché ciascuno, ma tutti insieme, potessero dare il proprio contributo allo sviluppo culturale della città, indipendentemente dalla propria preparazione tecnica.
– Summer saxes è un lavoro suggerito dall’ascolto delle cicale ponzesi, dal loro comportamento sonoro nei confronti degli eventi occasionali che intervenivano su di esso dall’esterno.
– Infine, la composizione per grande orchestra è dedicata ad Ayland Curdi, il bambino profugo di tre anni, di origine siriana, il cui corpicino privo di vita venne raccolto sulle coste del mar Mediterraneo, dopo il tragico naufragio. L’opera inizia infatti con una ninna nanna siriana, in ricordo del Paese dove il bimbo era nato e avrebbe voluto vivere serenamente.
Ma un’ultima Opera è passata di qui – per Ponza – e mi sta particolarmente a cuore: “Everland”.
È un’opera per il teatro musicale sperimentale contemporaneo sul tema della dispersione della plastica nei mari e negli oceani.
È un’opera scritta per piccolo ensemble, coro, solisti, ballerini e mimi, con elaborazione elettronica. Il testo, che “ricicla” alcuni luoghi famosi della cultura mondiale, come la storia di Romeo e Giulietta di Shakespeare o l’arrivo di Ulisse sull’isola dei Feaci, è scritto in inglese, e si basa sulle ricerche scientifiche di Algalita Marine Foundation della California, di capitan Moore.
L’opera è stata scritta tra il 2008 e il 2009, mentre il tema della plastica avrebbe atteso altri dieci anni prima di venire alla luce nella coscienza collettiva.
La poesia che propongo stavolta è stata scritta per un mio caro amico ponzese, Matteo Avellino, quando era bambino e si passava del tempo insieme: noi, quelli del “Gruppo tramonto”.
Gente che ha sete
Grazie dolce amico
sorriso vestito di fiori
in equilibrio fra puro e vita
Giochi di palla e aquiloni
sono i nostri giorni salati
vibrati fra risa e schizzi d’acqua
Siamo puri spiriti noi
sulla piccola barca
diretta allo scoglio delle stanze
Abili piedi sulle rocce
nascondono ferite e spine
Incrociati occhi a sostener sogni
nella fornace dei cuori si fondono
negli inverni interni
poi mutano nelle estive nuvole dei nostri passaggi terreni
Amico, rasserena il cielo con gemme brillanti
sarò fra cielo e mare ad aspettarti.
[A Matteo A., amichetto di Ponza) – Quelli del “Gruppo tramonto”]
Nota della Redazione
Il sito da compositrice dell’Autrice di questo scritto:
https://mocoartmusic.wixsite.com/mocoartmusic
Immagine di copertina. Tramonto a Cala Feola, di Rossano Di Loreto (13 luglio 2022)