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Chi non ama le nuvole? [1]. Disegnano forme intriganti nel cielo e ci regalano l’acqua che è vita.
In uno dei suoi piccoli poemi in prosa intitolato L’étranger, Charles Baudelaire [2] chiede ad uno straniero chi o cosa ama di più al mondo: la sua famiglia, la sua patria, la bellezza o l’oro?
E l’uomo risponde:
– J’aime les nuages… les nuages qui passent… là-bas… les merveilleux nuages.
(“Amo le nuvole…le nuvole che passano…laggiù…le meravigliose nuvole”) [3].
Ama, lo straniero, tutto ciò che evapora, scompare… l’impermanenza e l’effimero.
L’étranger
“Qui aimes-tu le mieux, homme énigmatique, dis? ton père, ta mère, ta soeur ou ton frère ?
– Je n’ai ni père, ni mère, ni soeur, ni frère.
– Tes amis ?
– Vous vous servez là d’une parole dont le sens m’est resté jusqu’à ce jour inconnu.
– Ta patrie ?
– J’ignore sous quelle latitude elle est située.
– La beauté ?
– Je l’aimerais volontiers, déesse et immortelle.
– L’or ?
– Je le hais comme vous haïssez Dieu.
– Eh! qu’aimes-tu donc, extraordinaire étranger ?
– J’aime les nuages… les nuages qui passent… là-bas… là-bas… les merveilleux nuages!”
Lo straniero
“Chi ami di più, uomo enigmatico? Dimmi. Tuo padre, tua madre, tua sorella o tuo fratello?
– Non ho né padre, né madre, né sorella, né fratello.
– I tuoi amici?
– State usando una parola il cui significato mi è rimasto fino ad oggi sconosciuto.
– La tua patria?
– Ignoro sotto quale latitudine essa sia situata.
– La bellezza?
– L’amerei volentieri, dea e immortale.
– L’oro?
– Lo odio come voi odiate Dio.
– Eh! Cosa ami dunque, straniero straordinario?
– Amo le nuvole… le nuvole che passano… laggiù… laggiù… le meravigliose nuvole!”
Così bella, questa immagine, che il cantautore francese Léo Ferré (1916 – 1993) la trasformò in una canzone. Dall’album “Léo Ferré Chante Baudelaire”, 1967
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Qui la stessa canzone nell’interpretazione di Alice: Nuvole e musica. Oltre alla parte musicale, voce e arrangiamento musicale, il video è stato scelto anche per le bellissime immagini, in cui dei cavalli prima e una danzatrice poi esprimono la leggerezza e la potenza – come le nuvole -, con una metafora non immediata, ma sotterranea e poi esplosiva.
Alice. L’étranger (di Charles Baudelaire – Leo Ferré). Dall’album Exit 1998
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Un cantautore-poeta italiano (genovese) che conosceva bene la canzone d’autore francese – Fabrizio De André ( 1940 – 1999) – compose in studio un album musicale intitolato ‘Nuvole’ (1990):
Così le descrive Fabrizio de André ( 1940 – 1999) nella canzone che dà il titolo all’Album.
Vanno… vengono
Certe volte sono bianche
E prendono la forma
Dell’airone (…)
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Note
[1] – Chi non ama le nuvole? L’Autrice sicuramente le ama. Le cita in due suoi articoli sul sito: Ennio Flaiano che aveva un animo puro si dipingeva come “Un sognatore con i piedi fortemente poggiati sulle nuvole“; e nel recentissimo “Marcello Dudovich e la consistenza delle nuvole”. Che è stato appunto l’innesco per questa canzone per la domenica.
Sul sito anche una poesia di Angela Caputi, intitolata Nuvole (nota della redazione).
[2] – Lo spleen di Parigi o Piccoli poemi in prosa è un’opera di Charles Baudelaire (1821-1867). I cinquanta pezzi che compongono l’opera sono stati scritti tra il 1855 ed il 1864. I poemetti non hanno un particolare ordine, sono provocatori e sondano sentimenti, abitudini e personaggi della Parigi di quel secolo.
[3] – Questi versi chiudono anche il romanzo di Françoise Sagan (1934-2004): “Les merveilleux nuages”, del 1961
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Appendice del 21 luglio 2022 (cfr commenti di Maria Silvia Persico e della Redazione/ Lorenza Del Tosto)
Poesia di Maria Silvia Persico nella traduzione di Lorenza Del Tosto (cliccare per ingrandire)
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Sandro Russo
17 Luglio 2022 at 17:05
Alice! Brava e bella. Per gli amanti de “Una canzone per la domenica” la abbiamo nel sito insieme a Battiato “in una delle più belle, sognanti canzoni della immensa magica produzione di Franco: “I treni di Tozeur”, nella commemorazione che ne fa Tano Pirrone in morte del cantautore siciliano: “Ciao Franco, mi dispiace”.
Poi – parlo sempre per gli amatori – cercando nell’indice Alice (cantante), mi sono imbattuto in Alice (nome) che è una perla dei Cocteau Twins proposta da Luciana Figini esattamente un anno fa: Alice, appunto dal film del 2009 tratto da Amabili resti (tutte le informazioni del caso nel relativo Commento)
Sandro Russo (seconda passata!)
18 Luglio 2022 at 07:22
Bella e originale l’intuizione di Leo Ferré di trasporre in musica un piccolo poema in prosa di Baudelaire; e stimolante l’idea di Patrizia di proporre testo e canzone.
Che tra la poesia e la musica – tra poeti e chansonnier – ci siano rimandi continui è ben noto, addirittura ovvio, tanto che ci si potrebbe aprire un filone ‘dedicato’ della serie “Una canzone per la domenica”.
…Non che non ci abbiamo già pensato, ma ampliare il tema, farne una ricerca originale.
Milva canta Merini proposto da Silveria Aroma nel 2019 (Milva ha attinto anche alle poesie e alla prosa di Brecht) e – articolo di Laura Viti -, una citazione dall’Antologia di Spoon River di Edgar D. Masters da cui il bellissimo album di Fabrizio De André: “Non al denaro non all’amore né al cielo”.
Ma anche Franco Battiato, Vinicio Capossela, Max Gazzè, Francesco Guccini, Edoardo Bennato, gli Afterhours hanno lavorato (per rimanere agli italiani) su testi letterari; i Modena City Ramblers hanno dedicato un album intero a “Cent’anni di solitudine” di Gabriel Garcia Marquez.
Si potrebbero aprire forzieri pieni di tesori dimenticati…
Maria Silvia Pérsico
21 Luglio 2022 at 09:36
Grazie per poter ascoltare la musica questa mattina.
Vi envio un mio poema atraversando el cielo patagonico un altra mattina (in spagnuolo)
MSP
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Alfombra piel de oveja,
piso de neblina envolvente
por donde las huellas desequilibran.
–
Temblor del aire bajo los pies.
Pájaro que avanza
aleteando cielo
de sur a sur
de borde a mar
marco del cruce.
Ir y venir de pájaro migrante.
–
Algodonal inmenso de nubes en refugio,
texturas de flecha entre cielos.
El pájaro sigue a tientas
por la burbuja que lo envuelve en altura blanca.
–
Y esa boca de acero
que el sol platea.
–
Observan en alturas gigantes de viento
despidiendo al viajero
Meseta con pintas de agua
Por fin en el descenso aéreo.
La Redazione - Lorenza Del Tosto
21 Luglio 2022 at 10:04
Con gentile insistenza, distogliendola dal caffè mattutino, abbiamo chiesto alla nostra amica Lorenza la traduzione della poesia di Maria Silvia, che stavolta non era gestibile con una traduzione maccheronica, come nostro solito.
Ecco la versione italiana, mentre in appendice, nell’articolo di base, abbiamo riportato in immagine i due testi appaiati (è bello vederli insieme).
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Su per il cielo patagonico
Tappeto di pelle di pecora
Pavimento di filacci di nebbia avvolgente
Dove le orme si squilibrano
Tremore dell’aria sotto i piedi
Uccello che avanza
Sbattendo cielo nell’ali
Da sud a sud
Dal confine al mare
Cornice dell’incrocio
Andare e venire di uccello migrante
Immensità di nubi di cotone in cerca di rifugio
Tessitura di freccia tra i cieli
L’uccello segue a tentoni
Nella bolla che lo avvolge nella bianca altezza.
E la bocca d’acciaio
Argentata dal sole
Osservano nelle altezze giganti di vento
Che prendono commiato dal viaggiatore
Meseta con cascate d’acqua
In fine nella discesa aerea