di Francesco De Luca
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6 luglio 2022 – ore 20,30
Due gabbiani giocano a fare gli aquiloni in un venticello leggero, vero toccasana dopo la canicola di questo giorno, che ora declina perché la luce s’è fatta rossa, e contorna il profilo delle alture: monte Pagliaro, Tre venti, Core, Schiavone, punta Incenso.
E’ mercoledì, in rada c’è la calma del mezzo-settimana, e l’ora non prevede né venuta di navi né partenze.
Da qui l’isola sembra godere di pace. Le luci accese di Santa Maria indicano che i locali sono pronti per ricevere la clientela per cena , dopocena, notte.
Quest’estate esaudirà le aspettative? Sempre che esse non siano senza fondo! Come l’avidità.
Agita gli occhi la planata del gabbiano insofferente e intrigante.
Com’è calma e fresca e deliziosa questa calata della sera. Da qui. Lontano dagli affari pressanti, dai guadagni incalzanti, dai commerci incombenti.
Necessari: come i rapporti umani, quelli politici, quelli economici. Lì dove è d’obbligo la menzogna, il ricatto, la perfidia, la durezza.
Il pipistrello zigzaga davanti agli occhi, nelle ombre della sera che scende lenta, come la fanciullezza, e indelebile. A differenza della celerità della vecchiaia.
Questo vino è buono, un sorsetto lenisce. Cosa? Nulla.
Nulla è più lieve di questo nerume spiovente dai tetti, dai muri, dagli alberi intorno. E avvolge nel suo bozzolo di verità.
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