–
Anni fa, nella presentazione al pubblico dell’opera di Silverio Corvisieri All’isola di Ponza, ebbi a dire che quel libro doveva considerarsi come conoscenza essenziale per i Ponzesi, insieme ai libri di Pasquale Mattej (L’arcipelago ponziano – Memorie storiche artistiche) e di Giuseppe Tricoli (Monografia per le isole del gruppo ponziano).
Tre libri fondamentali per chi nasce in Ponza e, nel prendere conoscenza della sua natura sociale e civile, proietti le sue ambizioni nel futuro.
Ebbene con la stessa enfasi oggi vengo a dire che esiste un quarto libro senza la conoscenza del quale si è, in quanto Ponzesi, privi dei contenuti storici su cui costruire la nostra identità, ed è questo libro Antonio Winspeare e la colonizzazione delle Isole Ponziane a cura del Centro Studi e Documentazione Isole Ponziane – Caramanica Editore; 2022 [leggi qui: Un grazie a tutti per il convegno di ieri su Antonio Winspeare, del 5 settembre 2021 di Rosanna Conte].
Mi è stato donato dalla direttrice del Centro, Rosanna Conte. Riporta, il libro, quanto detto in un convegno tenuto a Ponza nel settembre del 2021. Al quale partecipai e ne scrissi pure sul Sito [leggi qui: Ricordo di Antonio Winspeare, del 6 settembre 1021] ma, a differenza di quanto allora sentito, il contenuto, espresso per iscritto, è risultato a me, molto più incisivo. Al punto da farmi dare il giudizio espresso sopra.
Ebbene, per argomentarlo, affermo che la figura di Antonio Winspeare è talmente insostituibile per noi Ponzesi che la comunità isolana gli è debitrice di molto.
Venuto a Ponza per la prima volta nel 1770, a soli 31 anni, l’uomo dà il meglio di sé nel progetto di insediare una colonia nella inospitale isola di Ponza.
Il progetto riguarda anche l’isola di Ventotene, ma lì il disegno dell’insediamento è diverso, così come diversa da Ponza è la strategia della colonizzazione, e anche gli esiti.
Il disegno balenatogli, a lui che fu investito dell’incarico di creare intorno ai coloni gli strumenti antropologici e civici per vivere in comunità, e dentro di loro lo spirito giusto per motivarsi a stare insieme, fu geniale.
Per motivi urbanistici (era ingegnere), per fini economici (era pragmatico e finalizzava gli interventi ai riscontri economici positivi per la corona), per motivi idealistici (era un illuminato che non perse mai di vista la felicità dei coloni in quel loro stare insieme).
Antonio Winspeare fu davvero un geniale operatore. Nel libro sono evidenziati i suoi addentellati illuministici, ma è anche sottolineato come operasse in lui una propensione verso i coloni. Ovvero in lui l’opera di funzionario statale si intesseva con la spinta ‘umanitaria’. Un connubio di non semplice realizzazione, visti i tempi. E perciò degno della più ampia ammirazione.
Tutto questo viene chiarito nel libro edito dal Centro Studi. Una realtà culturale che Rosanna Conte sostiene e cura con viva partecipazione, puntellandosi accortamente con Assunta Conte, Filomena Gargiulo e altri studiosi.
Il volume che sto trattando è il quarto edito dal “Centro”, il che dimostra la serietà della ricerca.
Ribadisco questo perché non ha mai operato a Ponza un’istituzione di ricerca storica. Istituzione dico e non singole persone. Segno che l’esigenza di cultura sta lievitando e questo, a mio parere, è un bene.