Turismo

Lettera aperta ai nuovi amministratori su nautica e portualità

di Vincenzo Ambrosino

 La nuova amministrazione dovrà affrontare la Bolkestein
L’offerta nautico-balneare
Ponza ha un’unica offerta turistica ed è quella nautico-balneare.
In assenza di programmazione amministrativa, in assenza di un Piano Regolatore Portuale (PRP), i ponzesi gradualmente e dai primi anni ’80, sviluppando attività di noleggio di barche e poi di ormeggio gommoni e poi di ormeggio di imbarcazioni a pontili, hanno prodotto autonomamente una nuova offerta turistica.
Va riconosciuto a questi imprenditori di avere soddisfatto  una domanda turistica che nel tempo si è andata sempre più rafforzando e che – soprattutto  con gli investimenti nei pontili galleggianti – ha prodotto un indotto turistico del tutto nuovo e gestito da altri ponzesi.
A differenza di Capri, di cui si ammira sempre la dimensione internazionale nel campo turistico, Ponza ancora è gestita per la maggior parte di Ponzesi e questo si spera che duri ancora per anni.

La funzione dell’amministrazione Comunale
Sarà davvero un lavoro di primo piano quello che dovrà portare avanti la prossima amministrazione la quale dovrà dare risposte concrete agli operatori della nautica.
I nuovi amministratori dovranno da subito dimostrare di stare al fianco o meglio davanti gli imprenditori della nautica.
Il prossimo Assessore al Demanio dovrà conoscere la materia ma non basta, dovrà porsi come obiettivo di come salvaguardare l’imprenditoria locale. L’imprenditore balneare da troppo tempo vive e lavora nell’incertezza: di regole, di costi che lievitano, di burocrazia interminabile.
Ci vogliono nuove idee politico-amministrative che apportino proventi alle casse comunali ma che garantiscano altresì agli imprenditori della nautica tranquillità e sicurezza di poter investire per la loro sopravvivenza e per l’incremento della qualità dell’offerta turistica ponzese.

Gli imprenditori della nautica  ponzesi sono una eccellenza
Gli imprenditori ponzesi sono divisi, molto competitivi tra di loro ma questo comunque non ha impedito un livello di crescita dell’offerta nautica per una ospitalità turistica unica. Gli imprenditori ponzesi sono un vero e proprio patrimonio di abilità e conoscenze  trasmesso da generazioni in generazioni e diventate una certezza di professionalità per Ponza. Le capacità di adattamento e di individuale superamento di difficoltà anche strutturali – affrontando da soli il problema dell’insabbiamento dei loro specchi acquei e prevedendo e mettendo in sicurezza le imbarcazioni per evitare danni a persone e cose in caso di mareggiate di levante – hanno garantito per anni che questa offerta nautica continuasse a  Ponza.

Gli imprenditori della nautica si devono unire
Perché è vitale per essi unirsi? Perché sono preoccupati! Senza unità si rischia di arrivare al 2024 senza regole chiare, si rischia di non avere un piano strategico comune, perché le spinte, sia interne che esterne –  nel rendere gli eventuali bandi una corrida a svantaggio di tutti – è un rischio che non dobbiamo correre.
Ma si devono unire anche per diminuire le tensioni  e la competizione a favore della collaborazione tra di loro. L’incremento dei profitti che un imprenditore si aspetta non può più avvenire attraverso la concorrenza ma attraverso la valorizzazione delle attività e del servizio.
Non ci possiamo più permettere la crescita del numero di natanti da noleggiare, del numero di imbarcazioni da condurre. Il porto è saturo, gli spazi sono colmi per cui è necessario eliminare la concorrenza. La differenziazione delle offerte individuali deve essere basata solo sulla qualità dei prodotti e dei servizi.
Una politica imprenditoriale del genere migliorerà i rapporti tra gli operatori e la categoria diventerà più forte, per cui capace di unirsi e di rivendicare le proprie aspettative imprenditoriali.

Unirsi in Consorzio o in Associazione
Questo si dovrà decidere. Ci sono state molte esperienze di Consorzi e di Associazioni che si sono formate e poi auto-dissolte.
Ci sarà un motivo  per cui l’associazionismo non va avanti a Ponza. Queste difficoltà, incomprensioni, diversità di vedute, vanno affrontato e risolte con pazienza e maturità. L’obiettivo è quello di sciogliere le controversie  che hanno fatto fallire l’associazionismo nel passato perché come si dice: “L’unione fa la forza”, propositiva, contrattuale e può aiutare a determinare le scelte future di un’amministrazione di competenti.

Partiamo dal Piano Regolatore Portuale
L’attuale PRP, adottato nel 2003, non ha concluso il suo iter burocratico. Come è noto questo prevede la costruzione di scogliere a protezione del levante. Che è una cosa che chiediamo da una vita per cui le scogliere vanno realizzate.
Ma in quel progetto tutte le attività nautiche-balneari che sono state sviluppate nel corso del tempo non sono contemplate.
Le spiagge di Sant’Antonio e di Giancos in quel progetto sono previste libere.
È  chiaro che un progetto del genere non può essere accettato dagli operatori della nautica. Va sicuramente compresa l’utilità delle scogliere a protezione delle mareggiate di Levante ma nella parte riguardante l’uso degli spazi interni va fatto un adeguamento alle nuove realtà nautiche balneari sviluppate dai ponzesi.  

Tutta la rada portuale si va gradualmente insabbiando
È di vitale importanza che lo Stato finanzi il dragaggio del Porto restituendo al bacino portuale una profondità di almeno sei metri. Ma vanno anche trovati dei sistemi agevoli e in linea con le leggi e con tecniche moderne per il ripristino dei fondali degli specchi acquei in concessione nella rada portuale.

  

1 Comment

1 Comments

  1. vincenzo

    2 Maggio 2022 at 09:20

    Allego un messaggio inviatomi da Tonino Impagliazzo e credo che quello che mi dice interessi i nuovi amministratori.

    “Vincenzo,
    hai introdotto nel dibattito amministrativo il tema dell’“Offerta nautica e della Balneazione” e questo ti fa onore perché entrambe le tematiche rappresentano nell’oggi il segmento fondamentale dell’economia di Ponza .
    Non è possibile investire in cultura, socialità, servizi e valorizzazione delle risorse, laddove non si dispone di risorse finanziarie fresche e proprie. E tu Vincenzo, nel chiedere per il settore maggiore trasparenza e chiarezza, hai voluto indicare e proporre la costituzione di un “Consorzio misto” pubblico-privato, per una governance qualificata e completa di questo segmento economico. Il Consorzio misto, idea che mi trova decisamente d’accordo, è lo strumento più idoneo per riqualificare lo spazio marittimo destinato all’offerta nautica ed alla balneazione, per mantenere alta l’occupazione, per aumentare il periodo della stagionalità turistica e consentire al socio pubblico di disporre di risorse finanziarie proprie per elevare l’offerta turistica, recuperare i “valori” e le “risorse” del territorio e promuovere servizi più qualificati a favore dei cittadini. Unicamente maggiori risorse, potranno attuare un “Unico Ambito Virtuale Interattivo” in grado di offrire al territorio ed agli ospiti, servizi eccellenti nella sua estensione massima.
    RISCATTO PONZA
    L’Isola di Ponza, che possiede straordinarie potenzialità morfologiche, ambientali e culturali, se sarà in grado di attuare idonea portualità ed il recupero degli arenili attraverso una “Pubblic Economy” (Comune, Stato e Privati), potrà consentire di cumulare risorse economiche indotte di grandezza rilevante che gli permetteranno di attuare sul territorio servizi ed infrastrutture idonee al ruolo, per collegarlo ad un “business d’eccellenza” oltre i confini regionali.
    L’economia ponziana deve riprendersi e riscattarsi con responsabilità da questo torpore burocratico e divenire più resiliente, sostenibile e competitiva. E far sì, che il territorio di Ponza sia più giusto ed inclusivo, più determinato e consapevole delle eccellenti potenzialità e sappia sprigionare altre e nuove energie.

    REINVENTARE PONZA,
    – pensare ad un Nuovo Piano dell’isola, orientato alla riqualificazione delle Aree destinate alla balneazione e spazi destinati alla portualità; pensare a Servizi Nautici qualificati, nel rispetto dell’ambiente marino e del sotto-costa;
    un piano trasporti terrestri, che punti alla fruibilità piena delle aree balneari e portuali, degli spazi di territorio (vedi Monte Guardia) non facilmente raggiungibili con gli attuali mezzi ;
    un Piano territoriale, che ipotizzi nuovi spazi per la cultura, per l’arte, per la moda, per il teatro, per l’artigianato, per la valorizzazione dell’area ex Miniera, per il recupero dei mestieri del mare e della terra, etc. etc.;
    – bisogna far sì che il turismo dell’isola non si limiti a pochi mesi, ma si protragga per il tempo necessario e utile per la sopravvivenza di questo eccellente territorio”.

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