di Mazzella Giuseppe di Rurillo
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Cosa scriverebbe oggi il più originale storico del ‘900 Eric Hobsbawm? Fra i testi più importanti, fondamentale, il più famoso è un piccolo saggio pubblicato nel 1994 (in italiano nel 1995): Il secolo breve.
Lo storico inglese deve la sua notorietà ad una sua originale “periodicizzazione” del 1900. Il secolo n. 20 lo fa durare 77 anni e non 100. Lo fa partire dal 1914 – inizio della prima guerra mondiale – e lo chiude nel 1991 con il crollo dell’Unione Sovietica: il cambio di bandiera al Cremlino. Si ammaina la bandiera rossa e ritorna quella degli zar della vecchia Russia. 74 anni dal 1917 come non ci fossero mai stati.
Un sistema economico tutto statale. Un partito unico. Un sistema istituzionale “federale” e multinazionale. Una “dittatura del proletariato” guidata dal “partito comunista sovietico”. Nessun punto in comune con la “democrazia politica” avviata a Londra nel 1689 e sviluppata con continue espansioni nella forma e nella sostanza in tutta Europa e nelle Americhe ed in Oceania.
Hobsbawn chiamò il ventesimo secolo breve perché per 74 anni il mondo ha due sistemi economici distributivi opposti. I due sistemi – capitalista o liberista o liberale in una parte del mondo e statalista o comunista o socialista in un ‘altra parte del mondo – sono politicamente divisi da una “Cortina di ferro” materiale e militare. Non c’è comunicazione culturale fra i due mondi. Il dottor Zigavo entra in Europa libera, clandestino.
Nel 1991 il sistema economico comunista collassa. Già nel 1989 era caduto il muro di Berlino. Tutto il mondo ritorna a produrre e distribuire la ricchezza con il sistema capitalistico. Ecco perché è più corretto parlare di “seconda globalizzazione” dopo il “secolo lungo” che lo storico inizia con la rivoluzione francese del 1789 e chiude nel 1913 con la “Belle Epoque”.
Questa seconda globalizzazione è durata appena 30 anni. Termina il 24 febbraio 2022 con l’invasione militare della Russia in Ucraina. Scoppia la prima guerra in Europa dopo 80 anni e si trasforma con massacri e sanzioni come una “terza guerra mondiale” con la minaccia reciproca dell’uso delle armi atomiche.
Stanno nascendo nuove regole del caos e ne vedremo delle brutte. Proprio quando sembravano aprirsi scenari di pace mondiale con maggiore giustizia sociale. Cosa scriverebbe oggi Hobsbawm?