di Giuseppe Mazzella di Rurillo
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Ieri – 15 marzo 2022 – Il Mattino ha compiuto 130 anni ed il giornale ha dedicato un intero supplemento di 40 pagine con gli editoriali dei suoi direttori e le note di commento dei redattori di oggi. É un supplemento da conservare per una lettura attenta e meditata. Centotrenta anni sono tanti e non possono essere condensati in 40 pagine.
Da allievo di Benedetto Croce non poteva non rimarcare che la storia è fatta dagli uomini e che quindi non può non avere luci e ombre. Anche un giornale fatto dagli uomini contiene luci e ombre. Non è facile rispettare la verità dei fatti e servire i fatti senza sentire il peso degli indirizzi politici e la pressione forte del potere politico ed economico.
In ogni tempo. Dividere il fatto dal commento è operazione altrettanto difficile. Ho collaborato a Il Mattino con corrispondenze da Ischia dal 1980 al 1986. Un periodo tumultuoso della politica e della stampa cittadina.
Ho avuto rapporti con la cronaca de Il Mattino per almeno 25 anni dal 1976 al 2001 quando ho avuto la responsabilità dell’Ufficio Stampa della provincia di Napoli; un tempo lungo dove il ruolo la funzione il peso politico dell’Ente Provincia venivano posti permanentemente in discussione fino ad arrivare al dibattito istituzionale sulla sua utilità in presenza dell’ente regione istituito nel 1970 che centralizzava tutto il potere locale lasciando un ruolo residuale all’Ente che per circa 150 anni aveva svolto un ruolo decisivo per il sistema. Quello che Silvio Spaventa nel 1880 chiamava “I corpi locali” cioè i poteri decentrati dallo Stato ai Comuni ed alle “deputazioni provinciali”.
Schiacciato tra il mega comune di Napoli e la mega regione con 500 comuni che assumeva sempre più enormi poteri di gestione l’Ente Provincia perdeva sempre più valenza ed interesse nella cittadinanza e questo incessante processo di spoliazione di competenze è arrivato alla legge di riforma Del Rio del 2014 con la grossolana trasformazione in città metropolitana con elezioni di secondo livello dei 92 comuni con i loro amministratori senza una individualità fisica di “presidente” e di autonomia esecutiva con propri “assessori”.
La legge Del Rio ha certificato la soppressione politica dell’ente provincia – senza una modifica costituzionale – ed ha peggiorato l’efficiente funzionamento di tutto il sistema degli enti locali per il quale occorre una nuova riforma.
L’attenzione quindi che veniva data alla provincia di Napoli dagli anni ’70 in poi dalla stampa cittadina è andata sempre più diminuendo, in linea con il progressivo aumento del ruolo politico ed amministrativo della Regione tanto che il presidente della giunta regionale è chiamato senza imbarazzo Governatore senza che il termine appaia in un atto amministrativo o in una legge dello stato o in una leggina della regione.
Ho svolto quindi in un tempo tumultuoso un lavoro difficile per catturare l’attenzione della cronaca cittadina ed avere spazio sui giornali. Su Il Mattino.
Negli anni ’80 Il Mattino era l’unico quotidiano di Napoli.Negli anni ’80 il comune e la provincia di Napoli erano occupate dal pentapartito così come la regione ed il governo nazionale. Ma in quegli anni tumultuosi – di forte decadentismo morale – due istituzioni più di tutte dovevano resistere: il Banco di Napoli e Il Mattino le cui vite “storiche” dovevano sopravvivere perché rappresentavano l’economia e la cultura della capitale del mezzogiorno.
I tempi di oggi 2022 ci presentano nuovi scenari del potere finanziario e del mondo culturale ed editoriale nato dalle ceneri del dopo Tangentopoli del 1993.
Queste due istituzioni – il Banco di Napoli (1539) ed Il Mattino (1892) – non sono più le stesse ed hanno “soggetti economici di proprietà” molto lontani dall’economia del Mezzogiorno.
Ma credo che proprio questo nostro tempo – tribolato dalla guerra sanitaria e da quella “calda” che è portata in Europa dal freddo vento della Russia che insanguina l’Ucraina – impone il forte impegno civile per il Mezzogiorno. Questa passione meridionale deve essere accresciuta pur in ancor più difficili condizioni in chi vive lavora scrive nel Mezzogiorno e nei suoi territori in ritardo di sviluppo.
Dopo 130 anni Il Mattino ha ancora questa funzione che i suoi giornalisti svolgono con dedizione ed impegno memori del dovere insopprimibile della stampa libera che serve chi è governato non chi governa.
G. M. di R.
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