Storia

Mai come oggi è doveroso ricordare l’Olocausto

di Rosanna Conte

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L’aggressione al ragazzino dodicenne di origine ebraica accaduta a Campiglia Marittima domenica pomeriggio ci dice che, purtroppo, il germe del razzismo e dell’antisemitismo è abbastanza vigoroso tra noi.
Se pensiamo che l’azione è stata compiuta da due ragazzine quindicenni, non possiamo fare a meno di constatare che è sui piccoli che viene diffuso e coltivato.

Nessuno ha mai detto loro e agli adulti che le hanno influenzate di quali azioni aberranti sia stato istigatore il razzismo che ha permesso di perpetrare l’olocausto di un popolo?

Proprio oggi, 27 gennaio, Giorno della Memoria dal 2000, si ricordano le vittime di quell’olocausto, la strage del popolo ebraico consumata consapevolmente e scientificamente dai nazisti, insieme alla deportazione di tanti italiani molti dei quali in Germania trovarono la morte.

Allo sterminio organizzato nei lager come una catena di montaggio, erano destinati anche i rom, i sinti, i testimoni di Geova e gli omosessuali. Per i disabili la strage era iniziata nel 1939 (progetto Aktion T4), ma la propaganda per arrivare a questa decisione era iniziata appena Hitler era arrivato al potere: bisognava espungere dal popolo tedesco gli individui che potevano offuscare e indebolire la pura razza ariana e il cui mantenimento gravava sulle spalle della comunità.

Ancora oggi, intanto, bisogna sottolineare che non esistono le razze e men che mai è esistita una razza “ariana” poiché il termine “ariano” ha una sua funzione solo nelle descrizioni etno-linguistiche. Senza considerare che, conoscendo un minimo di storia, mai si può pensare che ci possano essere popoli “puri”. Lo spettacolo di Marco Paolini e Telmo Pievani andato in onda su Raitre sabato sera ce lo ha spiegato in maniera ineccepibile. Dovrebbe essere diffuso nelle scuole e diventare virale nel web, dove purtroppo circola ben altro.


Marco Paolini e Telmo Pievani in “La fabbrica del mondo”

Il ”Giorno della Memoria” ha la funzione non solo di non far cadere nell’oblio di quanto orrore siano capaci gli uomini, ma principalmente di verificare se siamo consapevoli di questi errori/orrori che con Hitler e Mussolini erano imposti come verità scientifiche. Non dobbiamo dimenticare assolutamente il duce, visto che anch’egli pensava che gli ebrei fossero persone inferiori già prima del 1938, quando furono varate le leggi razziali in Italia.

Avverto l’immediata reazione di chi, in piena pandemia e protesta no-vax, coglie la palla al balzo per dire che, come si vede, non è vero che gli scienziati dicono sempre le cose giuste.

Intanto sottolineiamo la grande baggianata che chiunque con un minimo di conoscenza storica noterebbe, oggi, ma anche ieri avrebbe potuto farlo, leggendo il Manifesto della razza propagandato dal regime fascista: la << purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano l’Italia>>. Cioè, per la nostra penisola, non erano mai passati turchi, berberi, arabi, slavi, normanni e così via.

Ma c’è poi da considerare che il totale controllo dell’informazione non dava voce a chi dissentiva. Alcuni scienziati furono costretti ad andare via dall’Italia, come Enrico Fermi, la cui moglie era di origine ebraica; degli altri rimasti in Italia avremmo saputo dopo, in quanto successivamente parteciparono alla resistenza per eliminare definitivamente il regime fascista e liberare l’Italia dai nazisti.

Evitando, quindi, confronti del tutto impropri, bisogna comunque chiedersi: ma il semplice cittadino italiano era convinto che gli ebrei dovessero essere cacciati e, successivamente, con l’occupazione nazista, consegnati ai tedeschi? Lo sapevano che fine facevano nelle loro mani?
Qui la risposta non può essere unica, come lo è per quei tedeschi che vivevano intorno ai lager e sentivano il continuo macabro odore dei cadaveri bruciati e che vedevano come erano trattati e come diventavano le persone prigioniere in quei campi vicino casa loro. Loro non potevano non sapere.


Forno crematorio di Dachau nella primavera del 1944

Gli italiani, invece, non sapevano dei campi di sterminio. Parecchi italiani si presentarono volontariamente per andare a lavorare in Germania ed alcuni ci rimisero la vita, visto che per i tedeschi gli italiani erano a loro inferiori. Del resto per tutta la guerra li avevano trattati come carne da macello, quindi, anche nel momento in cui avevano bisogno di braccia per lavorare, quelle degli italiani facevano comodo, ma considerandoli come risorse da spremere al massimo e poi potevano pure morire.
Allora gli italiani “non sapevano”. Ma bisogna anche chiedersi: erano davvero convinti della inferiorità ebraica?

Per i convinti fascisti scattava di sicuro l’accettazione di tutto quanto asseriva il regime, anche se alcuni proprio dall’emanazione delle leggi razziali cominciarono a dubitare della loro fede politica.
Ma nel 1938 Mussolini era al culmine del consenso e, al di là degli antifascisti in carcere, al confino o in clandestinità, tutti gli altri erano o convinti fascisti o comunque accettavano il fascismo come qualsiasi altro tipo di governo.
Però era difficile distinguere un italiano ebreo da un altro italiano, perché per generazioni avevano vissuto insieme tranquillamente, c’erano stati tanti matrimoni misti e molti ebrei erano stati fascisti fino al giorno prima della pubblicazione del Manifesto della razza. Parecchi di loro occupavano posti di prestigio in diversi campi ed erano stimati, come si poteva ritenerli razza inferiore? Quanti fecero finta di aderire, ma non pensarono assolutamente che fossero inferiori e che dovessero essere espulsi dal contesto civile e dal lavoro statale immediatamente? Alcuni di questi, spinti dalla propria fede cristiana o da principi laici di giustizia e solidarietà li aiutarono a fuggire, a nascondersi;  e tante sono le vicende che hanno coinvolto i disobbedienti alle leggi razziali. Ma non tutti gli italiani erano così. C’era anche chi aveva qualche odio personale con qualcuno che era ebreo e fu contento delle leggi razziali che diede l’opportunità della denuncia. Senza considerare che c’è sempre chi guarda con ingordigia i beni altrui e anche in questo caso le leggi facevano comodo per potersene appropriare [sulla discriminazione razziale in Italia e sulle Leggi razziali, leggi qui: La Storia raccontata dai film (2). Le leggi razziali del 1938“].
In questa situazione variegata è chiaro che gli italiani si comportarono secondo i propri valori: alcuni pagarono per aver aiutato gli ebrei, altri, invece, si arricchirono.


Deportazione degli ebrei 

Giusto per avere dei numeri. Dall’Italia e dai possedimenti italiani nelle isole Egee, tra il settembre 1943 e aprile 1945, furono deportate 8566 persone delle quali morirono 7860.

Ora, quale riflessione potremmo fare oggi?
Intanto bisogna tener presente che lo sterminio degli ebrei si è verificato nell’ambito della nostra società moderna che si riteneva al culmine del processo di civilizzazione, frutto di un’accelerazione dei progressi tecnologici. Questo per sottolineare che è un problema che sta nelle pieghe della società che abbiamo costruito negli ultimi due secoli e di cui noi siamo i continuatori.
Oggi, non possiamo esentarci dal riflettere su come guardiamo a chi consideriamo diverso per condizione sociale, per cultura, religione o per tratti somatici poco diffusi tra noi. Se pensiamo che noi siamo “migliori”, cioè ci prendiamo il diritto di giudizio su altri esseri umani per sminuirne il valore “umano”, stiamo attenti perché rischiamo lo scivolamento verso situazioni che in contesti particolarmente esasperati e con le manipolazioni di pseudo-difensori della nostra sopravvivenza possono “convogliarci” .verso posizioni simili a quelle degli italiani delle leggi razziali del 1938. Pensiamo alle motivazioni che spingono ad azioni violente contro gli immigrati: ci dobbiamo difendere, dobbiamo difendere la nostra cultura, le nostra religione la nostra italianità. Ma chi siamo noi per ritenerci “migliori” degli altri?

La consapevolezza dell’enormità dell’orrore che si stava commettendo con l’olocausto la si può ritrovare negli stessi artefici. Himmler, il capo delle SS che aveva diretto l’uccisione di sei milioni di ebrei, i due terzi degli ebrei presenti in Europa, nel 1943 confessò ai capi nazisti che l’olocausto <<E’ una pagina gloriosa, che però non sarà mai scritta>>. Perché non si potevano lasciare testimonianze scritte se lo sterminio era meritorio come ritenevano?
Consideravano l’enormità dell’orrore che stavano commettendo, ma si auto-assolvevano perché travolti dal delirio di onnipotenza? Forse.
Se il nazismo non fosse stato fermato avrebbe eliminato fino all’ultimo ebreo e dopo sarebbe stato il turno di tutti gli altri. Il trattamento riservato agli italiani come cobelligeranti e come lavoratori volontari ci dicono che li disprezzavano. Nessuno avrebbe garantito che gli italiani non sarebbero stati toccati.
E’ sempre valida la poesia di Bertold Brecht – leggi qui -:   Prima vennero

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare

Bisognerebbe rileggerla ogni giorno.

Appendice del 27 gennaio (Cfr. commento della Redazione)

La programmazione della ‘soluzione finale’

4 Comments

4 Comments

  1. vincenzo

    27 Gennaio 2022 at 11:53

    Un ragazzino stava in disparte e vedeva i suoi amici giocare. Un adulto vedendo la scena gli chiede: “perché non giochi?”. Il ragazzino guarda l’adulto e poi gli dice: “lo vedi quel ragazzo là che decide l’ordine del gioco?” “Sì” risponde l’adulto. Il ragazzino: “guarda quel ragazzo ha deciso che io non devo giocare per cui sto quì a guardare i miei amici che giocano. Quel ragazzo mi ha escluso dal gioco, ma io non sono arrabbiato con Lui sono arrabbiato con tutti gli altri che hanno accettato la mia esclusione”.

    La maggioranza della popolazione tedesca era a conoscenza. Sapeva e approvava perché il popolo tedesco era stato umiliato e poi solo il Fuhrer poteva fare grande la nazione tedesca dandogli onore e gloria. Il popolo tedesco per la stragrande maggioranza si riconosceva di appartenere alla razza ariana per cui individuava nemici gli ebrei, i rom, i comunisti.
    Le leggi raziali sono passate anche in Italia. Ma non solo: si poteva mangiare, lavorare, fare una professione, accedere in locali pubblici solo se avevi la “tessera”. Chi non aveva la “tessera” era escluso.

    Non si può diventare dittatori senza il consenso della maggioranza del popolo.

    Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano.
    Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
    Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
    Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista.
    Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare

    Anche oggi una fetta di popolazione è esclusa dalla vita civile e sociale, è esclusa dal lavoro perché è stata individuata diversa per cui criminalizzata e da punire.

  2. Sandro Russo

    27 Gennaio 2022 at 12:59

    Vincenzo, lo sapevo, temevo – mentre leggevo – che finivi con questo pippone!
    Ma vergognati e vai nell’angolo come il ragazzino della storiella a pensare a che grande stronzata hai detto (…anzi hai ripetuto, perché sembri incapace di pensiero originale!)

  3. vincenzo

    27 Gennaio 2022 at 18:28

    Signor maestro prova a spiegare al bambino in parole meno aggressive e volgari che sbaglia nel pensare che anche oggi c’è una grande discriminazione nella nostra società moderna. Ma se poi analizziamo la società occidentale nel suo complesso di come si comporta in sud America, in Africa, allora possiamo capire che non solo c’è discriminazione ma anche estrema violenza nei confronti di quei popoli.

    Vedi Sandro, tu che ti prendi la briga di rintuzzare l’unica voce fuori dal coro, su Ponzaracconta, io ti sfido a dimostrarmi (a parole tue) che nella nostra società a non ci sia discriminazione e addirittura violenza contro le minoranze e le popolazioni indifese.

    Vedi, quando si fanno queste commemorazioni per ricordare le aberrazioni del passato e le si fanno per non dimenticare ecco, per non essere ipocriti, quelle aberrazioni non bisogna dimenticarle per non ripeterle, per non nasconderle, per non assecondarle oggi.

    Onorare i morti per preservare la vita, la democrazia, la tolleranza, la libertà, la costituzione sempre e per sempre.

    Dopotutto anche la nostra amica Rosanna Conte ha inserito nel suo articolo la poesia di Bertold Brecht e termina dicendo “Bisognerebbe rileggerla ogni giorno”.

    Per fare che “bisognerebbe rileggerla ogni giorno?”: per salvare gli ebrei dai nazisti o per salvare la vita, la libertà, i diritti degli uomini oggi e domani?

  4. La Redazione

    27 Gennaio 2022 at 20:31

    Contribuiamo alla conoscenza dei fatti che riguardano la tenebrosa e tragica vicenda dello sterminio, con un articolo di Corrado Augias, da la Repubblica di qualche giorno fa.
    In file .pdf annesso all’articolo di base.

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