a cura di Rosanna Conte
La complessità dei rapporti temporali è forse il carattere fondamentale della vena poetica di Antonio De Luca e questa poesia lo indica chiaramente. L’astensione dall’oggettività del presente, che è la scelta obbligata di chi non ne condivide l’anima, può avvenire col soffio del mito che trasporta altrove rimanendo sempre intatto mentre sovrasta le miserie e le minuzie del mondo.
E quale mito, se non quello di Partenope può essere posto a fondamento della vita e del suo svolgersi per chi a Napoli è nato, ha vissuto, ha amato lungo i binari paralleli della vita quotidiana e concreta e di quella fervida e intellettuale che la cultura gli ha indicato! La poesia assume ali possenti quando attinge al mito e la sirena Partenope, figlia della musa Melpomene, col suo canto ben si addice a personificare la genialità artistica di Napoli. E’ lei che consente l’incontro fra letteratura e vita, facendo diventare Napoli “richiamo letterario, metafora del sangue”.
Solo così, attraverso gli elementi oggettivi della sua vita napoletana filtrati attraverso la lente del mito, Antonio De Luca può accedere al presente lasciando intatta la sua anima e avvertire la vita ancora come libertà.
Della sirena Partenope
Ogni volta lascio Napoli
per un non so dove
poi torno ed è tutto
già subito una bellezza
la memoria
a Napoli questi giorni
è non pensare il presente
ma io non ho mai avuto
un presente
Napoli è il passato
il passato è la sua sirena
Strade dell’ infanzia
Dioniso il sacro
Leucotea
il tempo di Pausilypon
le navi alle banchine
le luci del porto
la brezza marina del lungomare
l’odore del cibo per le strade
le luci della sera
le chiese e le anime del purgatorio
le bancarelle degli animali
i venditori ambulanti
i compiti nelle sere d’inverno
Virgilio e Saffo
Mimnermo e Catullo
carpe diem
la lingua degli antichi
la geografia
che mi porto addosso
e mi da il piacere e la forma
A Napoli sono nato
ho avuto il primo grido
davanti a questo mare salato
a quei carghi in attesa
La memoria è un magma che apre la terra
ed esce
la vita generatrice
Napoli mi diede la bellezza e la rabbia
la poesia e la catarsi
Napoli è il richiamo letterario
metafora di sangue
l’esilio sta nel passato
dove non ho presente
Ma solo il futuro
il vita che ancora non è
la mia prigione
il dolore dolce
del canto di una sirena
È Partenope
la figlia di Melpomene
di Antonio De Luca.