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Epicrisi 351. “Mo vène Natale…”. Troviamo un motivo per festeggiarlo

di Luisa Guarino

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Questa è l’ultima epicrisi prima di Natale: alla prossima sarà già Santo Stefano, e tanti momenti di questi giorni di vigilia in senso lato saranno caduti nel dimenticatoio. Si fa per dire: non solo perché nel ‘mare magnum’ del sito ogni argomento è sempre lì in prima fila, pronto ad essere riletto, ricordato, ponderato; ma soprattutto perché la maggior parte dei titoli di questa settimana segnano per noi ponzesi ferite impossibili da dimenticare, né tantomeno da sottovalutare.
Mi riferisco in particolare ai numerosi scritti riportati dalla cronaca dei quotidiani locali, un elenco sempre troppo lungo: Avviato l’iter di revoca per 4 milioni di finanziamenti, Ponza, crollo della falesia a Punta della Madonna, Il dissalatore a Ponza, Ponza, le amministrazioni e i dissesti idrogeologici: se siete sopravvissuti a questi colpi, avrete comunque potuto apprezzare A chi giova tener chiusa la spiaggia di Chiaia di Luna, di Silverio Lamonica e Crolli di falesie… e di buon senso, di Pasquale Scarpati, le cui riflessioni sono sempre all’insegna di una visione costruttiva.
Ci piacerebbe considerare l’uomo una sorta di ago della bilancia tra cielo, mare e terra: ci piacerebbe davvero.

Sul fronte della cronaca ‘indolore’ registriamo proprio nel fine settimana la ratifica da parte del Comune di Ponza del gemellaggio tra Ponza e Arcinazzo Romano. Lo apprendiamo grazie a Google Alert da un sito che si occupa di Roma, Castelli romani e zone limitrofe: per fortuna la comunicazione è circolare. Rosanna Conte si è occupata dei rapporti tra i due “aspiranti gemelli” ben otto anni fa, nel 2013, come approfondimento di uno scritto di Giuseppe Mazzella di poco precedente. Vorrei trovare l’argomento interessante: mi scuso se non ci riesco.

Continua a sondare l’animo umano anche attraverso semplici gesti esteriori la narrazione di Franco De Luca, che passa dalla piccola Sofia che rifugge dalle smancerie degli adulti, e ha tutti i motivi per farlo, in Quanto vale un bacio, alle parole dolenti e struggenti usate per Due fari spenti.
Mentre sono all’insegna di una convinta e costante attenzione nei confronti della Natura lo scritto con cui Tano Pirrone apre la settimana, Chi abbatte un albero è un mio nemico, Lo ius soli per l’agave e il ficodindia di Sandro Russo, L’architettura in Giappone, il rapporto con la Natura con il quale la Redazione segnala un articolo tratto da la Repubblica in cui si dice tra l’altro che “l’architetto è un etnografo”.


Intanto, atmosfere natalizie giungono da più parti, oltre ogni ragionevole preoccupazione e incertezza di questo tempo così problematico. A Ponza ci pensa prima di tutto Padre Francesco, che alle Forna trasforma la sua abitazione in una vera e propria casa di Babbo Natale: ce lo racconta con parole e immagini coloratissime la nostra Martina. E per quest’occasione sempre straordinaria torna sulle pagine virtuali di Ponzaracconta anche Carlo Bonlamperti: la sua poesia s’intitola Pensieri natalizi in libertà. Da Formia invece il Comune informa  del Programma dei festeggiamenti per il periodo natalizio nonché delle iniziative collaterali realizzate in concomitanza del celebre Presepe vivente di Maranola, la frazione più antica e bella della città.


Spazio anche questa settimana ad arte, cultura e spettacolo, grazie a Sandro Russo che ricorda l’uscita nelle sale dell’ultima chicca – speriamo, non l’ho ancora visto – dei Manetti Brothers, Diabolik, riportando un servizio di Repubblica di qualche giorno prima. Mentre proprio ieri, proponendo un ampio articolo dal Messaggero, la Redazione segnala Sfondo Ponza, esce il film ‘Supereroi’ di Genovese: ora sinceramente ciò che in quella pagina balza agli occhi di una ponzese come me, non è certo l’uscita del film, di cui peraltro abbiamo scritto in varie riprese, ma quella grande foto di Jasmine Trinca e Alessandro Borghi seduti al tavolo di un ristorante in piazza Pisacane.

Comunque se nell’epicrisi esistesse una ‘hit parade’, il primo posto lo assegnerei a Patrizia Maccotta e al suo Il giorno che incontrai la sirena: un testo di contenuti raffinati e profondi, colto senza essere pedante. Mi ha fatto conoscere un racconto ‘nuovo’ di un autore famoso su questa creatura che per me ha da sempre un fascino infinito; inoltre mi ha permesso di scoprire una ‘nuova’ opera del pittore Giulio Aristide Sartorio (*), a me noto per dipinti sulla Pianura pontina, la Malaria, la Bonifica e la Campagna romana. Naturalmente non posso seguirla quando parla di piccole isole, io che identifico Ponza con la felicità e la libertà più assolute. Ma la ringrazio a nome del nostro Enzo Di Giovanni per la citazione di una sua frase.


Voglio concludere con i due momenti umanamente e affettivamente più importanti della settimana: la scomparsa di Peppino Lamonica, fratello del nostro caro Silverio, valente maestro d’ascia, al quale Giuseppe Mazzella aveva dedicato tempo fa un bel servizio: era residente in Corsica, dove lo scorso mese di maggio aveva compiuto cento anni.
Nella stessa giornata in cui pubblicavamo “In ricordo di Peppino Lamonica che oggi ci ha lasciato”, Ponzaracconta apriva il cuore al sorriso per la nascita del piccolo Antonio Mazzella, Benvenuto Antonio!, condividendo la gioia di tutta la sua famiglia.
Grazie a lui la vita ha il sopravvento. Così anche questo Natale può trovare un senso.


Note

(*) – Giulio Aristide Sartorio (Roma, 1860 – 1932) è stato un pittore, scultore, scrittore e regista cinematografico italiano (maggiori informazioni su Wikipedia)

Immagine di copertina. Veduta del Monte Circeo (1909), di G. A. Sartorio – Roma, Accademia Nazionale di San Luca, olio su tela

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