segnalata da Enzo Di Fazio
.
La notizia è da ieri riportata su tutti i quotidiani. Vista la consolidata abitudine degli italiani di privilegiare, tra le forme d’investimento, quella immobiliare (1), la notizia interessa un po’ tutti e in particolare la nostra isola, per essere Ponza una località ambita ove tenere una seconda casa, la classica “casa-vacanze”.
Negli anni, se consideriamo una coppia di coniugi, relativamente alla scelta della residenza ai fini dell’agevolazione IMU, in molti casi è stata riconosciuta la possibilità di beneficiare di esentare come abitazione principale anche la casa che uno dei due coniugi possiede in un Comune diverso da quello della residenza della famiglia per ragioni di lavoro.
Tale possibilità ha moltiplicato nel tempo i casi di famiglie in cui uno dei due componenti lavora in località di mare o di montagna, almeno secondo quanto dichiarato al Fisco.
Anche se, secondo il codice civile, per abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile in catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente.
Sulla questione sono state scritte pagine di giurisprudenza ed è anche intervenuta la Corte di Cassazione.
Significativa L’Ordinanza n. 2194/2021 che ha confermato che laddove due coniugi non risiedano anagraficamente nella stessa abitazione, l’immobile non è abitazione principale ai fini dell’imposta municipale propria e pertanto entrambi pagano l’imposta.
Con l’emendamento approvato nelle commissioni Finanze e Lavoro al Senato non si va giù duri come avrebbe voluto la Cassazione ma si stabilisce che l’esenzione può essere fruita per una sola casa. Quindi i coniugi, non separati legalmente, non potranno più scegliere di risiedere in due case in comuni differenti e non pagare così l’Imu.
La norma, che va a modificare la legge 160/2019, fa parte del decreto legge fiscale n. 146/2021 del 21 ottobre 2021, i cui termini di conversione in legge scadono il 21 dicembre prossimo. Di conseguenza, a meno di qualche ulteriore intervento nei prossimi venti giorni, la norma il 21 dicembre è definitivamente legge.
In formato .pdf da il sole 24 ore dell’1 dicembre 2021: Imu, esenzione a scelta per le case di famiglia in due Comuni
Nota
(1) – la ricchezza immobiliare degli italiani (settore famiglie) ammonta ad oltre 5.000,00 miliardi di euro. Oltre il 75% degli italiani vive nella casa di proprietà (dati Istat 2019)
silverio lamonica1
3 Dicembre 2021 at 16:38
S’è ‘mbrugliata ‘a matassa
Caro Enzo, il tuo interessante articolo mi ha portato alla memoria “La tassa sul celibato” istituita in epoca fascista con Regio Decreto n. 2132 del 19.12.1926. Interessava solo i celibi (non le nubili). Tendeva a favorire i matrimoni e, quindi, l’incremento demografico. Per cui la fervida creatività napoletana creò il detto:
“ S’è ‘mbrugliata èa matassa: o te ‘nzuri o pave ‘a tassa” ( S’è ingarbugliata la matassa, o ti sposi o paghi la tassa).
Veniamo all’epoca nostra.
Fino a poco fa due coniugi che indichiamo come Giuseppe e Maria, che possiedono una casa al mare e una in città avevano l’esenzione IMU sulla prima casa e su entrambe le proprietà, perché Giuseppe risiede a Ponza e Maria a Roma.
Adesso, però, sembra non più possibile ottenere il doppio beneficio, perché Giuseppe e Maria devono dichiarare come prima casa o quella di Ponza oppure l’altra di Roma.
Però, attenzione: “ fatta la legge, trovato l’inganno”.
Giuseppe e Maria si rivolgono ad un bravo avvocato divorzista e nel giro di un paio d’anni al massimo ottengono separazione consensuale e divorzio. Per cui cessa il vincolo coniugale, si verificano due nuclei familiari distinti e quindi i due ex coniugi (almeno sulla carta) possono continuare ad usufruire del doppio beneficio.
Così il vecchio detto s’è leggermente modificato:
“S’è ‘mbrugliata ‘a matassa: o divorzi o pave ‘a tassa”.