Segnalato dalla Redazione
Navigando in rete come si fa andando per mare quando si va a pescare, e usando la parola “Ponza” come esca ci imbattiamo, ogni volta che lo facciamo, in un’enormità di notizie che possono come non possono riguardare la nostra isola. Perché Ponza può essere anche una piazza o il cognome di una persona, come ci è capitato di scoprire.
Con Google Alert, servizio attivato allo scopo dal nostro intraprendente redattore Sandro Russo, le notizie non le dobbiamo cercare ma ci vengono segnalate in via automatica. E, alla stregua di una rete gettata senza conoscere i fondali quando la tiriamo può capitare di trovarci anche il pesce buono.
Tutto questo giro di parole per segnalarvi che questa volta ci è capitato un libro che pensiamo sia proprio bello.
Per tutta una serie di motivi. Perché parla di isole, perché vi è citata Ponza, ma soprattutto perché vi si incontrano l’amore e l’attrazione irresistibile per le isole.
Come quella che abbiamo noi, una sorta di malattia cui è stato dato il nome di insulomania.
Isolario italiano. Storie, viaggi e fantasie è l’ultimo libro di Fabio Fiori, un professore di scienze biologiche, ricercatore, ma ancor prima un marinaio, un girovago e uno scrittore.
Del libro riportiamo la bella recensione di Valerio Calzolaio pubblicata il 19 ottobre 2021 su Italiani, settimanale della “Fondazione Italiani”
Isolario italiano. Storie, viaggi e fantasie
Fabio Fiori
Viaggi (via mare)
Ediciclo Portogruaro; 2021; 187 pp, euro 14
Mediterraneo a vela. Decenni scorsi. Alcuni sono affetti da insulomania, ovvero dall’irresistibile attrazione per le isole, a suo modo una malattia, afflizione dello spirito rara ma per nulla sconosciuta, che regala un’inspiegabile ebbrezza, forse innata forse acquisita.
Tutti i marinai fin dalla notte dei tempi sognano di approdare in un’isola, in armonia solo con i venti e le onde. Navigando a vela l’avvicinamento è lento, ogni isola mostra le sue forme piano piano: reale o mitica, immobile o errante, lontana o vicina, emersa o sprofondata, comunque circondata dall’acqua, distinguibile a occhio nudo dal largo nella sua unicità, da attraversare in una giornata di cammino, da osservare dall’alto in un unico giro d’orizzonte.
I più sono attratti dalle isole marine, ma molti anche da isole lagunari, lacustri o addirittura fluviali. Nell’antichità si chiamava nesografia la scienza che si occupava della descrizione delle isole, nesos in greco, da non confondersi con la nesologia, la descrizione solo geologica. Nel suo originario significato è sparita dai vocabolari, oggi per illustrarle può essere utile un isolario: frammenti
letterari, storici, geografici, artistici, musicali e di cronaca che hanno influenzato i singoli insulomani, da conoscere e confrontare. Se il viaggio è esercizio di meticciato, le isole sono altari sincretici, crocicchi molto più affollati della terraferma. Qualcuna anche carcere, ecosistema di isolamento detentivo (qui per esempio Capraia, Procida, San Nicola).
Il marinaio girovago e scrittore fertile Fabio Fiori (Rimini, 1967) racconta il suo isolario sentimentale, veleggia con il corpo e con la fantasia tra Capri, Elba, Ponza, Procida, Stromboli, San Francesco del Deserto, San Pietro e altre isole italiane; in tempi diversi e
lontani, raggiunte a vela, a remi, o con quei piccoli affascinanti traghetti che fanno la spola con la penisola continentale; poi esplorate a piedi o in bici, ma anche a nuoto; comparate e sognate pure, davanti a vecchie carte manoscritte o a nuove fotografie satellitari. Per anni aveva raccolto e catalogato materiali con rigore geografico, qualche mese fa una furiosa e inaspettata burrasca aveva rovesciato tutto, la sua barca si era capovolta. Solo qualche foglio s’è salvato dal naufragio, un guazzabuglio culturale mediterraneo di frammenti insulari, pensieri insulomani, ancestrali isolitudini, dolorose isolalgie.
Nel suo libro non troverete tutte le isole italiane (né un indice né una bibliografia), piuttosto un personale sentimentale viaggio fra
isole materiali e immateriali, con un ordine scelto per la relazione affettiva e poetica; le isole ordinate per esperienze vissute, per
apparizioni notturne, per navigazioni reali o fantastiche (appunti su Asteria, Utopia, Ferdinandea), assecondando i voleri capricciosi del vento. Isole dove nascondersi per ascoltare la voce di Persefone e dove rifugiarsi per trovare la dolcezza di Afrodite, una
frammentaria nesografia utile a insulomani esiliati per la maggior parte dell’anno in continente, burrascosa come il pelago che stringe l’oggetto del desiderio.
Un libro delicato da viaggiatori selettivi, da gustare appoggiati sul bagnasciuga, con molta acqua intorno.