Ambiente e Natura

Languore d’autunno

di Francesco De Luca

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Cos’è questo languore che fluisce nell’aria, incline a prostrarsi al sole livido di rosso al tramonto?

L’isola sembra scorata. Nel porto gli attracchi tengono le barche appisolate, sul Corso il passeggio si fa godere nelle luci dei negozi che ricevono gioia dagli ultimi villeggianti e regalano festa di colori.

Eppure il languore è palpabile. La campana della chiesa sta gradualmente intristendo i richiami, e i rintocchi dell’orologio segnano le ore con mestizia e nostalgia.

Settembre attesta da sempre la fine dell’estate ma stavolta marcato è il suo addio.

Il levante, di per sé fastidioso perché impedisce l’uscita delle barchette per mare, nel pomeriggio ritorna nei ranghi e fa mutare il dispetto mattiniero in un senso di vuoto interiore.

Il languore possiede il paese. Le ‘catene’ coltivate a vite sono spente dopo la raccolta delle uve per la vendemmia. I filari appaiono binari gialli in attesa che il vento spazzi le foglie.

Un movimento di giovani voci c’è sulla Chiesa a Le Forna. In quello stretto budello di strada il vispo Attilio (pescatore di novant’anni) commenta con Sergio l’uscita da Cala dell’Acqua di una barchetta che prova una calata a calamare.

Negli spazi di Giancos e di Sant’Antonio qualche pallone rimbalza sui gridi acuti dei bimbi.

‘Da Angelino’ a Calacaparra ritornano quelli che non si sono fatti travolgere dalla ressa estiva. Sono gli appassionati della ‘maniglia’, che non si saziano mai di scontrarsi e di rincontrarsi in un gioco di alleanze e di diverbi, di maleparole senza malizia. Soltanto le disgrazie taglieranno il filo del loro sedersi al tavolo e intessere l’ordito, astuto e capriccioso, con le carte da gioco. Alla loro età e nella loro condizione, la vita è soltanto quel gioco. Che li fa beati e realizzati.

A loro il languore verrà fra poco, e sarà la pancia a richiedere il pasto vespertino.

Ma… ecco che un verso riempie l’aria. Anzi no… sono tanti versi. Alzo gli occhi e un gruppo di volatili animano il cielo. Lanciano un richiamo come di anatra ma non so riconoscerli. Il suono che sembra riempire un vuoto. Un languore. In questo volgere del tempo verso l’autunno.

1 Comment

1 Comments

  1. Sandro Russo

    30 Settembre 2021 at 07:05

    Patrizia Maccotta – Bello “Languore d’autunno” il testo e le foto. E’ vero, ho avuto anch’io la stessa sensazione. Con questo settembre la fine dell’estate è più marcata. E non so perché.

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