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Qualche giorno fa è stata inaugurata a Sapri una statua in bronzo che raffigura la “Spigolatrice” decantata da Luigi Mercantini, opera dello scultore Emanuele Stifano.
La scultura ha destato aspre critiche da parte della onorevole Laura Boldrini e di alcune esponenti del Partito Democratico di Palermo: “Scultura sessista, in abiti succinti… abbattetela!”.
In realtà le “spigolatrici” e le contadine in genere di metà Ottocento usavano un abbigliamento assai castigato con gonne ampie e lunghe, molto ben rappresentate in vari dipinti di artisti tra cui Jean François Millet.
Jean-François Millet, Le spigolatrici, 1857. Olio su tela. Parigi, Musée d’Orsay
Logicamente non entro nel merito dell’interpretazione dell’artista, forse influenzato dal fatto che a confronto dei “trecento giovani e forti”, bisognava rappresentare una figura femminile altrettanto in salute e attraente.
Quindi sotto tale aspetto l’opera secondo me, ha una sua giustificazione e validità.
Ma alle “moraliste” sopra citate vorrei rivolgere una domanda: sono “sessiste” anche opere come “La Venere di Milo”, “Paolina Borghese” del Canova e via discorrendo? Vogliamo abbattere anche quelle?
Suvvia, non facciamo i talebani!
Si riportano, qui di seguito, i file:
https://luce.lanazione.it/la-statua-della-spigolatrice-di-sapri-e-sessista-e-imbarazzante-le-donne-dem-abbattetela/
https://www.artesvelata.it/lavoro-femminile-ottocento/
Appendice del 29 settembre
Ci viene recapitata in redazione una foto (verosimilmente un fotomontaggio) sulla statua in oggetto, che ci ha fatto sorridere e la proponiamo così ai nostri lettori: