Segnalato da Tano Pirrone
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Una notizia da la Repubblica di oggi, che vi può interessare, sta nella pagina locale di Roma, che vuol dir Lazio, anche quello bulimicamente incamerato un secolo fa, in cui piccole regine erano le isole Ponziane. Oggi di Ponza si parla, su Repubblica, in un articolo di Clemente Pistilli, intitolato: Ponza, notti senza regole “Nuovo allarme contagi”. Titolo anonimo, se non fossimo in qualche modo legati a doppio filo con quest’isola e non fossimo immeritatamente contributori minimi (ma generosi nella potenzialità) del suo bel sito web: www.ponzaracconta.it
Il sito in effetti racconta una Ponza diversa da quella descritta nell’articolo, da cui si evince soprattutto l’assoluta incapacità di gestire un patrimonio simile da parte di chi è stato chiamato elettivamente a farlo, ed obbligo morale e legale ha di farlo. Trapela l’atteggiamento di “meretricio” di chi trova comunque apparente ed immediato giovamento dalla svendita di un patrimonio culturale e sostanziale che appartiene a tutti, ponzesi e non.
Per vari motivi non sono mai stato a Ponza, forse perché l’era delle isole è per me ormai passata da tempo e scaduta è l’offerta primaria dell’isola come luogo del sentimento e della ricerca: l’essere, ma soprattutto il sentirsi isolato (ma sapere di non esserlo). Abbiamo imparato a trovare le nostre isole altrove, ove bottegai rapaci e amministratori incapaci non possono entrare, dove non hanno accesso né mai lo avranno le stolide torme degli armenti umanoidi.
Speriamo bene.
Tano
Ponza, notti senza regole “Nuovo allarme contagi”
di Clemente Pistilli
Niente mascherine. E assembramenti ovunque. A Ponza sembrano saltate tutte le regole anti- Covid. Col grande rischio che, in caso di contagi, da una parte la situazione sull’isola diventi di difficile gestione e dall’altra che i turisti romani del fine settimana aumentino la diffusione del virus nella capitale al loro rientro. Ma nessuno ci pensa. Tanto che nello scorso fine settimana un’orchestra ha suonato lungo il centralissimo corso Pisacane e perfino sotto il Comune, a due passi dalle caserme delle forze dell’ordine, e c’erano centinaia di persone che, senza alcuna protezione e l’una accanto all’altra, ballavano e scattavano selfie. «Siamo in pochi a rispettare e a far rispettare le regole», assicura uno degli imprenditori turistici storici di Ponza. Prevale la logica del fare cassa. Le guardie costiere hanno appena sequestrato il “ Blue Moon”, cuore pulsante della movida e già balzato agli onori delle cronache lo scorso anno ritenendo che sia stato ampliato abusivamente. Ma in una stagione che sta diventando ancor più difficile di quella dello scorso anno, mascherine e assembramenti non sono l’unico problema. Il Comune ha un contenzioso di circa due milioni di euro con la ditta incaricata dell’igiene urbana e la raccolta va a rilento. Non sta dando frutti neppure un contratto integrativo siglato con un’altra società. Il risultato è che vi sono ovunque cumuli di spazzatura. I cassonetti traboccano e su alcune strade l’aria è irrespirabile. A farla da padroni, a due passi dal porto, sono diventati i topi e le blatte. Tremendi poi i miasmi che a più riprese si levano dal depuratore di Giancos. Quanti arrivano a Ponza in barca sono sconcertati davanti allo spettacolo che trovano a terra, soprattutto gli stranieri. Al punto che alcuni hanno poi preferito restare sui loro yacht.
Non sembra trovare soluzione nemmeno l’abusivismo commerciale. Proliferano le barche noleggiate fuori legge, che spesso organizzano anche gite attorno all’isola, con minorenni al timone e zero misure di sicurezza. Lo stesso vale per scooter e monopattini, disseminati ovunque e con i quali è avvenuto anche nel fine settimana un grave incidente sulla Panoramica. Il sindaco Francesco Ferraiuolo non sembra riuscire a trovare una soluzione ai tanti mali che stanno affliggendo una delle mete più ambite del turismo regionale e nazionale. Con un’ordinanza, dopo un grave infortunio subito da una turista bolognese, ha chiuso la scogliera realizzata a Frontone dalla Regione Lazio. Ma rimangono diverse le attività balneari aperte in zone ritenute a rischio frane. Il paradiso selvaggio in mezzo al Mediterraneo si sta trasformando in un inferno. Un brutto biglietto da visita considerando che in questi giorni a Ponza è arrivato con il suo yacht anche Diego della Valle e sta facendo tappa sull’isola lunata una nave da 190 metri che i bene informati dicono ospiti la figlia di Onassis.
L’articolo di Repubblica – Cliccare per ingrandire
Immagine di copertina. La ressa. Folla assembrata nelle vie del centro di Ponza: è allarme contagi (foto da la Repubblica)
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Appendice del 24 luglio h 12
Emilio Iodice scrive in Redazione (cfr. in Commenti).
Buongiorno. Quel che incontrano i nostri turisti
La Redazione riporta il commento di Maria Civita Coppa dalla pagina Fb del sito
22 Luglio 2021 at 23:09
“Purtroppo per noi abbiamo inconsapevolmente un contenzioso con i giornalisti di Repubblica visto che ogni anno devono cercare un motivo per “parlare” di Ponza e dei suoi abitanti. Tanti anni fa siamo stati etichettati sempre dalla stessa testata giornalistica come dei trogloditi poco accoglienti e notoriamente riottosi a relazionarci con i vip di turno che sbarcavano sull’isola, poi si è passati a celebrarci come omertosi dopo la tragica fine di Gianmarco Pozzi. Quest’anno viriamo sullo sfruttamento dei turisti, la perdizione ecc. Vuoi vedere che fa notizia solo quello che succede a Ponza? Perché obiettivamente forse altre località meno famose non hanno nulla in meno rispetto ad assembramenti , caos e quant’altro. Tano, Clemente fatevi un giro ovunque anche nella Roma notturna, a Napoli sul lungomare ed altrove e troverete le stesse problematiche. Che poi si voglia vedere come cattiva pubblicità il vostro articolo… ogni anno sortite l’effetto contrario per vostra buona pace. Che a Ponza ci siano innumerevoli ed enormi problemi di difficile soluzione nessuno lo nega ma che sembra essere questo l’unico posto infernale d’Italia ho l’impressione che vi serva solo a vendere qualche copia in più.”.
silverio lamonica1
23 Luglio 2021 at 00:17
“Odi profanum vulgus et arceo”. Ebbene si, la conclusione dell’introduzione all’articolo di Pistilli, vergata con un periodare sferzante dal nostro Pirrone, mi ha riportato alla mente, con altrettanta veemenza, i famosi versi dell’immortale Orazio.
Caro Pirrone, sbagli – e di grosso – a snobbare Ponza, perché devi sapere che Ponza non offre solo la caciara estiva delle “orde di umanoidi”. Basta scegliere un periodo diverso. In inverno, ad esempio, Ponza ha un fascino tutto particolare: alla caciara vociante delle turbe di umanoidi di cui sopra, subentra il fragore del mare che si frange, in modo spettacolare, contro le impervie scogliere. Ma non mancano momenti di calma che rievocano i “sovrumani silenzi” e la “profondissima quiete”, tanto cari al Leopardi.
A tutto ciò si aggiunge che durante l’inverno a Ponza non arrivano più i giornali, perché a fine estate l’unica edicola di Ponza “va in ferie” e riapre nella primavera successiva.
Basta non accendere la televisione, non usare tablet, palmari, telefonini e diavolerie varie e la tranquillità infinita è assicurata. E’ bene portare con sé qualche buon libro perché, dal corrente anno, Ponza è priva anche di una libreria sia d’estate che d’inverno, purtroppo.
Con mio sommo dispiacere, d’inverno non vivo più a Ponza, per pressanti esigenze familiari e – credimi – provo una profonda nostalgia.
Per quanto riguarda i “bottegai rapaci” e gli “amministratori incapaci” ti assicuro che prosperano anche e soprattutto altrove e non credo di aver girato l’Italia e il mondo più di te. Ma ciò non può essere una scusante. Però sono certo – proprio perché ponzese – che i miei concittadini sanno valutare i risultati delle varie amministrazioni che si succedono e, all’occorrenza, cambiare.
Caro Pirrone, scusami se mi sono rivolto a te in modo confidenziale, ma è stato un atto spontaneo, perché entrambi facenti parte della famiglia di Ponza Racconta.
Luisa Guarino
23 Luglio 2021 at 18:47
Maria Civita ha colto perfettamente nel segno: tutto ciò che accade a Ponza, soprattutto apparentemente in negativo, a giornali come Repubblica con la cronaca regionale e non solo serve per accrescere il numero dei lettori. Infatti quando i giovani sentono parlare di movida, assembramenti e via dicendo, si considerano invitati a nozze nella nostra isola: altro che cattiva pubblicità! Inoltre come anche lei fa notare, non siamo gli unici “cattivi” della situazione: con la differenza che di quello che succede altrove non interessa a nessuno. Proprio oggi leggevo (per restare in zona) che Circeo, Gaeta e Formia rischierebbero per lo stesso motivo la zona rossa. Però a fare notizia è sempre Ponza.
Tano Pirrone
24 Luglio 2021 at 06:11
Solo per caso ho letto ieri i tre commenti all’articolo del tal Clemente e all’interessata proposizione da me fatta in amore dell’isola e di “ALCUNI” degli appassionati contributori a questo sito, che col tempo diventa più famoso dell’isola stessa e che senza alcune acide presenze sarebbe una bacheca esemplare.
Mi ha stupito la comune linea di difesa, inopportuna, perché io non attaccavo, ma riferivo ciò che avevo letto. Costituitasi immediatamente una “testuggine” romana, si è operata una distorsione letale del senso della segnalazione: complottismo d’accatto e inutile ed insopportabile rinvio di una chiarificazione interna al gruppo.
Ci sono passato quando giovane di belle speranze giocavo a fare il Don Chisciotte: il superamento del muro del rifiuto dell’autocritica e la decisione di procedere ad un’analisi “politica” onesta e chiara erano le precondizioni per qualsivoglia opera di miglioramento delle condizioni civili della comunità. Dietro al conservatorismo cieco c’erano interessi di potere ed economici che i miei occhi di giovane non vedevano.
Sono caratteristiche costanti, che bisogna assumere come elementi fondanti di ogni politica di rinnovamento. Altrimenti si rimane in eterno a celebrare inutili riti tribali.
Emilio Iodice scrive in Redazione
24 Luglio 2021 at 12:38
La Redazione trasferisce in Commenti una foto con breve didascalia inviata da Emilio, che certo non può essere tacciato di disfattismo o di remare contro.
Nell’articolo di base
Pasquale
24 Luglio 2021 at 12:46
Oggettivamente esistono dei problemi. Chi non li ha? D’altronde risolvere i problemi è il motore dell’umana natura. Ma perché ciò che avviene di negativo nell’Isola si mette in risalto? Semplice: è troppo bella. Per cui si auspicherebbe che il “vivere civile” fosse uguale alle sue bellezze. Come dire si vorrebbe che i piatti della bilancia si equivalessero. Ecco allora lo scoop giornalistico. Avete mai sentito parlare dei problemi di un qualche paesino semi sconosciuto? A chi interessa? A nessuno. E’ un po’ come quando in caso di catastrofi o eventi noi tutti diventiamo semplici numeri mentre se succede qualcosa a qualcuno conosciuto, lo si cita e non solo una volta. Così la bellissima Ponza. Una bellissima donna conosciuta in tutto il mondo ma che non sa imbellettarsi (perché, oggi, per apparire ci vuole anche e soprattutto quello). Perché questo? Può dipendere da tanti fattori: truccatori incapaci che non sanno dare la giusta mano di trucco oppure la spesa per il trucco che nessuno vuole sborsare perché pensa che quella donna rimanga sempre bella nonostante l’età e, consentitemi, le… violenze subite oppure altre ragioni che non è il caso di enumerare. Qualcuno denuncia il fatto o l’evento negativo? Lasciatelo sfogare: forse è amareggiato, forse è invidioso, forse ha la ‘uallera, chissà; ma nello stesso tempo bisogna anche capire che forse c’è qualcosa che non quadra, per cui…..
Sono perfettamente d’accordo con Silverio Lamonica quando parla dei “fuori stagione”. Ma ci vogliono trucchi e truccatori adeguati: i giovani!?
Luisa Guarino
24 Luglio 2021 at 15:33
Non mi sembra proprio di avere attaccato Tano, ma di aver solo cercato di spiegare perché parlare di Ponza, nel bene e nel male (soprattutto) serva a giornali e giornalisti per vendere di più. Quindi non mi considero sulla stessa linea dei commenti peraltro da lui letti ‘solo per caso’.
Giovanni Hausmann
24 Luglio 2021 at 17:40
Leggo su Repubblica la solita nota di fine luglio: prima erano i “pariolini”, ora sono gli assembramenti o altre note dolenti ponzesi; siamo alle solite, nonostante il tempo passi i problemi sono sempre gli stessi; troppa gente, la “monnezza”, il depuratore, l’accoglienza rapace, qualche intemperanza di troppo, etc.
Io sono sempre stato un vostro attento lettore perché ho sempre letto in questo sito articoli e commenti di grande equilibrio e competenza.
Ora però mi chiedo: Ma quanto è scritto sull’articolo incriminato è vero o no?
E’ vero o no, come si vede dalla foto ed altre che circolano sul web, che corso Carlo Pisacane sia affollato all’inverosimile di persone senza mascherina e pieno di monopattini vaganti? E’ vero o no che il depuratore di Giancos sia al collasso (come quello di Cala Feola)? E’ vero o no che l’accoglienza è, diciamo, rapace? E’ vero che ci sono state intemperanze da parte dei visitatori?
Quanto poi alle viste fuori stagione è vero che la vita è tutt’altra, ma purtroppo l’accoglienza è molto scarsa (alberghi, ristoranti, proposte di visita alle meraviglie di cui Ponza “terragna” è piuttosto fornita)
Io penso che varrebbe la pena di fare una riflessione seria su questi ed altri temi, per capire fino a quando Ponza sarà in grado di reggere questa situazione prima che arrivi il collasso totale.
Mi aspetterei che il dibattito si concentrasse su proposte concrete, non preconcette, anche in vista di una prossima amministrazione, senza cercare di fare paragoni con altre realtà.
Non pensiate che la vostra sia in una situazione “speciale”! Molti altri piccoli comuni, non solo costieri ma anche dell’interno, a causa del Covid, sono stati presi d’assalto da migliaia di visitatori e questo ha messo in crisi l’accoglienza, ma non per questo non hanno predisposto azioni tese a valorizzare con ordine questa “invasione”.
Per cui siano fatte delle proposte che possano essere condivise e quindi, in futuro, evitare articoli come questi.
Un saluto
gh