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Bella incursione cinefila, quella di stasera, di cui subito riferisco, per vedere la più recente uscita di un regista che conosciamo e seguiamo da tempo.
Nella sala dell’Eurcine, a Roma, per una volta se non piena, almeno con un pubblico di affezionati in numero non troppo esiguo. E con una signora alla mia sinistra (a distanza regolamentare secondo le norme anti-Covid) che durante il film ha canticchiato sottovoce tutte – tutte – le canzoni di Dalla citate nel commento musicale, anche quelle meno note degli inizi, che io non avevo mai sentito.
Qualche informazione (dal video ufficiale)
Il film unisce biografia e storia, realtà e immaginario, dando vita a un ritratto che attinge dall’infinito bacino dei repertori pubblici e privati, storici e amatoriali, grazie ai materiali d’archivio di Istituto Luce Cinecittà, Fondazione Cineteca di Bologna, Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia, Archivio Audiovisivo del movimento operaio e democratico e Fondazione CSC – Archivio Nazionale Cinema d’Impresa (Ivrea).
Tutti elementi che riportano alla luce l’avventura di Dalla e le sue molte vite: il faticoso esordio, l’entusiasmo per la prima ascesa al successo, la fortunata collaborazione con il poeta Roberto Roversi, fino e alla consacrazione come autore colto e popolare. Liriche e musiche dipingono così un’Italia sotterranea e sfumata, immergendo lo spettatore in una libera narrazione del Paese che attraversa tanto il boom economico che i tragici eventi del periodo legato alla fine degli anni ’70.
Pietro Marcello, dopo il pluripremiato Martin Eden – ma noi ricordiamo qui anche Il passaggio della linea (2007, documentario); La bocca del lupo (2009; docu-film)-, Bella e perduta (2015; leggi qui) – nda – ripercorre così attraverso le vicende dell’artista anche l’Italia degli ultimi e degli emarginati, l’Italia di Lucio Dalla, una figura polimorfa che sfugge a ogni flash, a ogni definizione: istrione, clown, jazzista, viandante, eroe, poeta, cantore, profeta, trasformista, provocatore. Forse non ci sarebbe nemmeno bisogno di raccontare Dalla: l’eccezionalità della sua storia dovrebbe bastare. Eppure, siamo qui ancora a farci questa domanda. Qualcosa manca, qualcosa è sfuggito. Una cosa è certa: Lucio Dalla ha toccato la vita con mani frementi e l’ha guardata con occhi vivi di bambino e abbracciando la sua epoca.
Per Lucio, regia di Pietro Marcello
nei cinema il 5-6-7 luglio 2021