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Da: Barbara Graeser
A: [email protected]
Data: Tue, 15 Jun 2021
Oggetto: rapporto… un viaggiatore dell’Ottocento
Buongiorno
Con interesse ho letto vostro articolo : “Un viaggiatore dell’Ottocento in visita alla Grotta del Serpente”.
Ho capito che quel viaggiatore svizzero dovrebbe essere mio nonno, Johannes Karl Graeser (chiamato Carl Graeser).
A quell’epoca ha vissuto a Napoli ed era il primario dall’ospedale svizzero-tedesco a Napoli dal 1894 al 1917 (cfr. allegato).
Non ho conosciuto quest’esposto di lui e sarei molto interessata a sapere dove potrei trovare l’intero rapporto.
Per altro vorrei ringraziare per la site “ponza racconta” molto interessante.
Cordiali saluti dalla Svizzera
Barbara Graeser
Risponde la Redazione
Ci siamo applicati a cercare sul sito l’articolo cui fa riferimento le gentile lettrice, ma invano. Abbiamo sì scritto profusamente della Grotta del Serpente. Riportiamo gli articoli più centrati: due di Martina Carannante – La grotta del Serpente a Ponza (1) e (2) – e tre di Tina Mazzella: La grotta del serpente (prima parte), (seconda) e (terza)… ma nessuno con quel titolo e la citazione di Johann Karl Graeser.
Con un colpo di fortuna l’abbiamo trovato: è stato pubblicato su Frammenti di Ponza, il bel blog di Francesca Iacono, il 25 gennaio 2017. https://frammentidiponza.blogspot.com/2017/01/un-viaggiatore-dellottocento-in-visita.html
Quindi giriamo a lei i complimenti della signora Barbara Graeser, nella speranza che Francesca voglia risponderle attraverso i commenti, o all’indirizzo mail della redazione.
Riportiamo qui di seguito l’articolo, completo di foto, anche perché le informazioni in esso contenute non si sovrappongono a quelle già date.
Un viaggiatore dell’Ottocento in visita alla Grotta del Serpente
di Francesca Iacono
Nel 1897, Johann Karl Graeser, viaggiatore svizzero, durante la sua permanenza a Ponza visitò la Grotta del Serpente e in “Viaggio alle isole del confino” la descrive così: “Camminiamo ora al fresco del tunnel di Santa Maria, tra muri di opus reticolatum. Tutto mi ricorda gli ambulacri imperiali come appaiono nella Villa Adriana, dove il grande epicureo cercava riparo dai caldi raggi del sole estivo.
Appena fuori, che idillio! Il golfo silenzioso nel quale si trovava la reggia di Circe. Casette bianche fra fertili giardini, terrazze dove floridi viti si avvinghiano come nastri verdi attorno al collo bruno dei monti, incorniciati da siepi cerulee di aloè (agave americana).
Mi guida un ragazzo e mi vuol mostrare la Grotta del Serpente. Si avvicina ad un signore anziano, basso di statura, che lavora le vigne e il podere sul quale si trova la grotta, ma non riceve risposta alcuna, fino a che io non lascio cadere la parola “cavaliere”. Che sortisce, come sempre, il suo effetto.
“Felicissimo giorno” saluta il vecchio e con la più premurosa cordialità accoglie il raccomandato del ” cavaliere-sindaco” (Vincenzo De Luca).
Ha il viso rugoso; le rughe si incrociano come linee di rombo su di un muro romano e in esso si aprono due occhi piccoli, neri, furbi e scrutatori. Mi esamina e non trova nulla di sospetto. Allora diventa allegro e loquace e ci conduce, attraverso le sue terrazza di viti ben coltivate, ad una buca profonda, mezza riempita di detriti, dalla quale escono i rami nodosi di un fico.
Scendiamo.
Androni impressionanti, profondamente incavati nel monte si allargano davanti ai nostri occhi: cinque corridoi a volta, ognuno largo da 3 a 4 metri e lunghi 30 metri, divisi da colonne robuste. Alle pareti resti di stucchi e decorazioni.
Si racconta che qui sia stata trovata una testa d’oro massiccio che era posta in una nicchia della sala d’ingresso e pure tubi di piombo che dimostrano che questa è una delle tante cisterne romane distribuite un po’ dovunque nell’isola (parte di tali reperti sono ora al Museo di Napoli)”.
Questa la descrizione della Grotta del Serpente da parte di Graeser è interessante perché vista da un viaggiatore dell’Ottocento, così com’era in quel periodo.
La Grotta del Serpente è una delle cisterne romane di Ponza e si trova in località Santa Maria sulla strada che porta a Le Forna. Purtroppo anche qui non si può entrare perché un tale ne rivendica il possesso e ha messo addirittura il cartello caduta massi.
Due cisterne romane, quella della Dragonara e quella del Corridoio in via Comandante, finalmente, sono state recuperate e rese fruibili ai visitatori. Alla Cisterna del Corridoio arrivava l’acqua del troppo pieno della maestosa Cisterna di via Parata. Sono anni che cerco di porre l’attenzione su questo importante sito archeologico quale è la Cisterna di via Parata. E spero in un prossimo recupero.
Speriamo si riesca a recuperare anche la Grotta del Serpente che probabilmente forniva l’acqua alla villa imperiale poco distante.
Sono solo una piccola parte dei tesori di Ponza…
Ponza non è solo mare… è molto di più…
In questa foto si vede la pianta di fico citata da Graeser
Piantina della Grotta del Serpente (Da “Le isole pontine attraverso i tempi”)
Pubblicato da Francesca Iacono a mercoledì, gennaio 25, 2017
La Redazione, da Francesca Iacono
16 Giugno 2021 at 10:59
Francesca fa sapere a Barbara Graeser e a tutti i lettori che il libro in questione: “Viaggio all’isola di Ponza” è reperibile a Ponza presso “Il Brigantino”.
Grazie Francesca
Giuseppe Mazzella
19 Luglio 2021 at 07:39
Il testo del viaggio a Ponza del Graeser è stato pubblicato in prima versione italiana su Vivere Ponza, grazie alla collaborazione di una scienziata di Dortmund a Ponza; poi mio fratello Silverio ne ha anche curato il testo in volume, due anni fa. E’ in vendita al Brigantino.