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Anna Guarino cantava anche quando parlava e raccontava.
– Anna, non hai mai pensato di sfruttare questo tuo dono, questa voce meravigliosa? Possibile che dobbiamo godercela solo noi che passiamo fuori casa tua, arret’ ’u Comandante?
– Eh, come avrei potuto esibirmi? Io sono così timida…
– Vabbè Anna, però nel pomeriggio passiamo di qua, facciamo la presentazione di un romanzo (o una passeggiata sui luoghi del confino, o altro). Ci canteresti qualcosa?
– Eh, vediamo … se mi sento, se non ho da fare…
– Vabbè Anna, parlami di tuo padre.
– Mio padre faceva il barbiere, aveva la bottega qua vicino, di fianco ‘u purtone ‘i Pascarella. Dopo la fine del confino, dopo la guerra, di barbe da radere ce n’erano ben poche, allora lui partì, andò al Nord, cominciò a lavorare in una mensa. Al ritorno, capì che stava iniziando l’era del turismo e decise di aprire una trattoria. Fu così che nacque l’Aragosta. Era grande amico di tuo nonno (Michele Regine – ndr), erano come fratelli. Insieme si diedero da fare per istituire il collegamento tra Ponza e Anzio.
– Dai Anna, racconta!
– L’avvocato Storoni era nostro cliente fisso; mio padre gli raccontò che da qualche tempo lui e il suo amico Michele discutevano di come far arrivare turisti a Ponza. Tuo nonno aveva la biglietteria della Span ed era presidente della Proloco; l’avvocato Storoni fece da tramite con il sottosegretario alla Marina Mercantile, fissò un appuntamento e, dopo qualche giorno, il terzetto fu ricevuto al Ministero.
– Suppongo che portassero la cassetta di ravoste regolamentari.
– Sicuramente. Mio padre Amedeo, tuo nonno Michele, il commissario prefettizio De Luca presentarono l’idea, la linea fu istituita e, l’anno dopo, arrivarono novemila turisti da Anzio; l’anno precedente ne erano arrivati settecento.
– Anna, raccontami di quella volta che Amedeo mandò via l’avvocato Agnelli.
– Ma quando mai! Agnelli qui era di casa, figurati se mio padre non l’avrebbe riconosciuto. Ma quella volta lui non era in sala, il panfilo attraccò, un marinaio corse a prenotare un tavolo, mio marito Ciccio rispose che i tavoli erano tutti occupati. “Ma è per Agnelli”, disse il marinaio. E Ciccio: “Agnelli o piecuri, se il posto non ci sta, non ci sta!”
– Anna, che dici, oggi pomeriggio ci canti qualcosa?
– Eh, poi vediamo, dipende da come mi sento, da quello che ho da fare.
Nel pomeriggio ti trovavamo là, a zappuliare i tuoi gerani, coi gatti, canticchiando come se niente fosse.
E così ti troverò sempre, ogni volta che passerò arret’ ’u Comandante.
Non smettere mai di farci sentire la tua voce meravigliosa, Anna cara.
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Foto Amedeo e Ciccio (Archivio Giovanni Pacifico)