di Francesco Ferraiuolo
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SE NON SI VACCINA SUBITO TUTTA LA POPOLAZIONE DELLE PICCOLE ISOLE RISCHIAMO L’ESTATE.
In questi ultimi giorni, assistiamo ad interventi da parte di importanti esponenti politici i quali si dicono contrari a far esercitare la vaccinazione di massa sulle piccole isole perché così facendo verrebbe violato un principio di equità tra i cittadini.
A sentire le loro argomentazioni, io, Sindaco di una piccola isola, che sono tra quelli che hanno richiesto la tempestiva vaccinazione di massa della propria popolazione per addivenire ad una situazione di totale immunizzazione dal contagio da covid 19 e, quindi, di sicurezza prima dell’invasione turistica, ho la percezione di essere considerato una specie di furbetto che vuole prendere la scorciatoia.
Convengo che sotto il profilo generale il principio di equità ha certamente la sua validità qualora sia applicato sempre e comunque.
Ma a quanto pare, esso non sembra sia stato applicato nel più ampio contesto europeo dove una nazione, la Grecia, si accinge ad immunizzare o ha immunizzato tutte le sue isole affinché le stesse siano covid free prima dell’avvento della stagione turistica.
Mi pare che nessuno abbia avuto nulla da ridire su questo fatto, compresi coloro che oggi discettano di equità, tant’è che non mi risulta sia stata avanzata al livello delle istituzioni europee un intervento nei confronti della Grecia teso a garantire a tutte le isole appartenenti alla comunità europea pari ed eque condizioni.
Cosicché, tacitamente condivisa la cosa, ci troveremo anche a subire la concorrenza delle isole greche, rafforzata dall’appeal di isole sicure.
Comprendo che il dibattito politico sottende i diversi punti di vista… ma mentre discettiamo, in una visione limitata al nostro orticello, sull’applicazione di un riscoperto principio di equità mandiamo, non so quanto inconsapevolmente, un siluro al turismo delle nostre piccole isole.
E poi, diciamolo pure, nel caso di specie, se viene pacificamente esercitata l’azione di vaccinare con precedenza anche quelle particolari categorie come il personale sanitario, scolastico, delle forze dell’ordine, della protezione civile, della magistratura, dell’avvocatura, ecc, in quanto ritenute ricomprese in un quadro di interesse sanitario ai fini della lotta contro la diffusione del contagio, si stenta a comprendere perché la stessa priorità non possa essere estesa anche alla categoria delle popolazioni delle piccole isole, peraltro di numero esiguo, che vivono una situazione di svantaggio all’interno di un ecosistema fortemente vulnerabile e fragile, chiuso in se stesso in quanto isolato dal mare.
Immaginiamo, infatti, in piena estate, quando Ponza viene presa letteralmente d’assalto dai turisti per cui la popolazione da duemila si accresce fino a ventimila persone, cosa potrebbe provocare, per effetto di una immunizzazione incompleta e parziale, lo svilupparsi di un eventuale contagio diffuso: sicuramente, si rischierebbe la chiusura di alberghi e strutture ricettive, di esercizi della ristorazione, di esercizi per la vendita dei generi alimentari e di prima necessità, magari anche l’evenienza della chiusura del presidio sanitario locale o della locale centrale elettrica, senza parlare degli enormi e complicati problemi logistici per l’evacuazione dei numerosissimi ospiti.
Si dirà che con il caldo la carica virale del Covid 19 scema e, pertanto, la possibilità di contagio diminuisce sensibilmente ma chi potrà escludere che uno scenario del genere possa comunque verificarsi?
E allora perché non ricomprendere anche la categoria delle popolazioni delle piccole isole tra quelle da vaccinare rapidamente con priorità di massa, atteso che anch’esse sarebbero da collocare in un quadro di interesse sanitario come sopra evidenziato?
Coloro che con tanta ovvietà discettano di principi etici, non immaginano neppure come si sentono in questo momento gli isolani nell’assistere che sulla terraferma sono in atto le prenotazioni degli over settanta e degli over sessanta mentre nell’isola non ancora si hanno notizie in tal senso (sebbene promesse), dopo essere già trascorso più di un mese dalle vaccinazioni degli ultraottantenni.
Si dia almeno celerità a queste vaccinazioni!
Giugno è vicino! Se per tale periodo, con la probabile apertura della stagione balneare, la popolazione non sarà stata tutta vaccinata, come dicevo, rischiamo grosso ed io saprò, se dovesse succedere qualche disastro, a chi portare la chiavi del Comune.
silverio lamonica1
14 Aprile 2021 at 13:10
L’idea di immunizzare le popolazioni delle piccole isole è partita male, perché è stata presentata come elemento per agevolare e promuovere il turismo, sull’esempio della Grecia. Quindi la levata di scudi da parte di alcuni presidenti di regione “nordiste” di Emilia Romagna, Liguria, Friuli … che hanno visto una tale misura come un privilegio: il turismo in sicurezza non dovrà essere appannaggio quasi esclusivo delle isole minori!
Questa linea è stata ribadita anche nella trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa di ieri 13 aprile.
NIENTE DI PIU’ SBAGLIATO!
La vaccinazione di massa degli abitanti delle isole minori va posta come requisito essenziale per la loro SICUREZZA, come lo stesso sindaco osserva: ” Immaginiamo in piena estate quando l’isola viene presa d’assalto … e la popolazione passa da 2000 a 20.000 abitanti e oltre … ”
Bisogna anche considerare che nel corso della prima ondata l’isola fu covid free, solo dalla seconda ondata in poi, da quando si sono sviluppate le varianti, si sono cominciati a verificare diversi casi “d’importazione”: isolani che, recatisi a Formia e in altre città, hanno portato a Ponza il virus, proprio perché circolava e circola con frequenza e facilità molto maggiori.
Da giugno a settembre sarebbe impossibile controllare tutti coloro che raggiungono Ponza, o altre isole minori, oltre a viaggiare coi mezzi di linea (traghetti e aliscafi) molti usano mezzi privati: motoscafi, yacht ecc.
Ma si pone anche un caso di EQUITA’:
Perché mai un residente in una piccola isola deve essere costretto a fare una levataccia alle 5 del mattino per raggiungere il continente, prendere altri mezzi pubblici, raggiungere il punto di vaccinazione, effettuare il percorso a ritroso e quindi raggiungere l’isola alle ore 20, se il tempo lo permette, altrimenti è d’obbligo il pernotto e quindi altre spese?
Perché mai un ponzese o altro isolano ultra 70enne o ultra 60enne deve attendere che vengono vaccinati prima i coetanei “continentali” e magari anche gli ultra 50enni e ultra 40enni che abitano nelle varie città e paesi del continente, per poi SPERARE di essere vaccinati nell’isola, come sembra si sia espresso (più o meno) anche il generale Figliuolo, commissario straordinario?
Art. 3 della Costituzione: Tutti i cittadini hanno pari diritti e pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge. ( …. )
A questo punto, ai sensi del suddetto articolo Articolo, ogni sindaco a capo di un’isola minore, potrebbe inviare alle autorità competenti: ASL, Assessorato Sanità Regionale, Prefetto … il numero dei cittadini residenti compresi nella fascia di età 60 – 79 anni e PRETENDERE la vaccinazione in loco, parallelamente a quanto avviene in tutte le altre parti d’Italia.
vincenzo
15 Aprile 2021 at 10:19
Claudio Fazzone è d’accordo sulle corsie preferenziali per il vaccino oltre alle isole anche tutti i borghi turistici.
Dopotutto l’Italia è tutto un borgo turistico.
https://www.tuttogolfo.it/blog/politica/fazzone-ponza-covid-free-per-far-ripartire-il-turismo/