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Premio Lucia Mastrodomenico e il lavoro di cura

di Rosanna Conte

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Anche quest’anno parliamo di un evento che potrebbe essere considerato lontano da Ponza, ma che in realtà tale non è: il Premio Lucia Mastrodomenico.

Lucia ha vissuto lunghi periodi a Ponza, e non solo d’estate. Ha gestito per più di 10 anni il negozio “Mari Moda”. Nuora di Giuseppina Tagliamonte, moglie di Roberto Landolfi, ha trasferito l’amore che aveva per la nostra isola, al figlio Rocco. Fermarsi a parlare con lei era sempre interessante. Donna di grande spessore culturale e umano, ha lasciato un vuoto con la sua scomparsa, ma i suoi scritti, le sue riflessioni ci rimandano, come uno specchio, immagini e parole gravide di vita.

E’ in nome di tutto ciò che è nato a Napoli, dove ha vissuto ed operato, il Premio Lucia Mastrodomenico, rivolto agli alunni dei licei, un premio che noi ci auguriamo possa includere l’ITT Filangieri di Ponza. Già lo scorso anno si stava avviando un discorso in tal senso tra la scuola e l’associazione Madrigale per Lucia che l’organizza, ma la pandemia, purtroppo, ha bloccato tutto.

A Napoli, invece, dove era ben avviato – stiamo alla sesta edizione – il concorso ha visto la partecipazione e premiazione degli alunni di quattro licei napoletani: il Gian Battista Vico, presso il quale il premio è nato, il Giuseppe Mazzini, l’Elsa Morante e il Salvatore Di Giacomo.

La tradizionale cerimonia nell’aula magna del Vico con lo spettacolo musicale organizzato dagli alunni, col loro via vai chiassoso non c’è stata, ma in compenso non sono mancati i loro meravigliosi lavori.

Il tema di quest’anno è stato il lavoro di cura e i ragazzi sono partiti dalla seguente riflessione di Lucia Mastrodomenico:

Nella nostra vita, quando stiamo male,  siamo attraversati da ansie, fragilità fisiche e psichiche ed è  la paura a farla da padrona. La paura che si fa avanti, ci invade, ci spiazza. Da sempre custodi della cura, le donne hanno “sanato” meglio di chiunque altro le malattie, in famiglia, in guerra, in preghiera. Antiche maestre del dolore ne conoscono il travaglio; segnano, con la loro presenza  e ritualità, nel bene e nel male, nella felicità e nel lutto, per tutti, uomini e donne, l’umana presenza.

L’argomento consente di spaziare molto per rendere l’immagine della donna come ancoraggio della vita quotidiana che nelle attività di cura profonda tutto il suo amore e tutta la sua forza, rendendosi colonna solida per i piccoli, ma anche per gli adulti e gli anziani. Il pensiero di Lucia, al riguardo, apre a riflessioni di forte spessore che, abbiamo potuto constatare, possono essere incardinate anche nella vita dei nostri ragazzi.

La giuria si è trovata in difficoltà nello scegliere i migliori fra i molti lavori pervenuti, tanto che ha deciso che, oltre ai primi quattro, meritavano la menzione altri 21 che saranno pubblicati sul sito Madrigale per Lucia.

Il premio di 200 € è stato dato a ciascuno dei quattro alunni finalisti, uno per ogni scuola, e 100 € in più sono andati a chi  è stato giudicato vincitore assoluto, anzi vincitrice, visto che i titolari dei lavori premiati sono state quattro ragazze, anche se uno è stato realizzato da un gruppo in cui c’erano anche dei ragazzi.

E veniamo al contenuto.

Eva Barca, del liceo S. Di Giacomo, ha vinto con un video, Mater, in cui sua nonna ricorda le vicende della fuga da Napoli insieme alla madre sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale, il viaggio verso Acquaviva d’Isernia dove, contrariamente a quanto pensavano, si  trovarono in piena guerra. La figura materna era il manto protettivo dei bambini come lo fu il comportamento delle donne di Acquaviva per il giovane rastrellato dai tedeschi che riuscì a fuggire nascondendosi dietro le loro larghe gonne.

Vittoria De Nicola, del G. Mazzini, ha vinto con un racconto, Mina Petrillo, una mamma  degli anni ’70 che nei Quartieri spagnoli vive una vita abbastanza dura, con un marito violento e che dovrà affrontare i problemi anche economici dopo la sua morte. Quando apre la Mensa dei Bambini Proletari a via Cappuccinelle a Montesanto, Mina manda i figli lì: trovano cibo, cura e istruzione che lei non potrebbe dare. Conosce Lucia Mastrodomenico che quella mensa ha fortemente voluto insieme ad altri e… guarda con nuovi occhi a se stessa.

Martina Pia Cerciello, del liceo E. Morante, ha presentato il video Rammendi, costruito insieme ai compagni di classe. Proprio come sono i rammendi, frasi e immagini in bianco e nero ricostruiscono in un bellissimo patchwork la consapevolezza della dignità della figura femminile e del suo rapporto con quella maschile.

Lucrezia Ianeri, del G. B. Vico, ha vinto con una poesia Vola in alto, un invito alle ragazze all’affermazione di sé, a non tarparsi le ali, per giungere alla realizzazione dei propri desideri.

Fra questi quattro lavori il primo premio con la vincita di altri 100 € è andato a Vittoria De Nicola, che nel suo racconto è riuscita ad esprimere un concetto forte di Lucia Mastrodomenico.

Non l’uguaglianza, ma la differenza di genere deve essere riconosciuta  e in questo ambito ciò che è tradizionalmente proprio del genere femminile va valorizzato, come il lavoro di cura che le donne hanno sempre svolto e continuano a svolgere, e che, purtroppo, ancora oggi non è considerato bene prezioso della società. Basti pensare a quanto sta succedendo in questa pandemia, dove sono le donne principalmente a stare a casa  per seguire i figli in dad e a perdere il lavoro.

Le riflessioni che il premio ha innescato anche quest’anno sono, quindi, sempre più che attuali e necessarie, e se Lucia potesse essere presente sarebbe contenta di come le nuove generazioni riescono a rendere vivo il suo pensiero.

 

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