di Francesco De Luca
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I gesti sono dell’uomo. E’ l’uomo che esprime nei movimenti del corpo emozioni e sentite pressioni dell’animo. Gli animali nelle espressioni seguono protocolli prescritti. Hanno comportamenti.
Chi intesse familiarità continua con gli animali non condivide questa dicotomia perché il feeling con l’animale del cuore gli fa riconosce intenzione ed emozione anche in alcuni suoi comportamenti.
E quando il tempo diviene più sensibile alle carezze del vento che struscia gli alberi induriti e ne apre le gemme, e sostiene insieme all’acquerugiola del libeccio le migrazioni degli uccelli, le espressioni prendono figurazioni nuove.
La ragazza all’ingresso del supermercato in attesa del turno si intrattiene con un compagno, e con la mano scansa dal volto i capelli. Con dispetto pare. Ma non è così. L’aria si muove e quella ciocca di capelli a ritmo vario si agita sul volto. La ragazza la tollera per un attimo. Talvolta questo si prolunga e poi la mano rapida della ragazza riporta indietro i capelli. Il viso pure si è mosso, insieme al tronco.
E’ come un lampeggio di un raggio di sole in uno specchio. Lo slargo di Giancos, già in delizia pel tepore, trova un bagliore di vita.
Anche il vecchio dal passo stanco avverte la vivacità. Si ferma. Stamane è uscito per sgranchire le artrosi ma ha una pausa nell’andare, di solito non interessato al contesto. Si ferma, si appoggia alla panchina e alza il viso come a saggiare l’aria. Oggi c’è il maestrale a solleticare il corpo.
Scorre frizzante il venticello e l’uomo ne assapora la tensione. La raffronta al labile rapporto intrattenuto coi compaesani. Oggi ancora più lontani per il timore del contagio, ma fino a ieri distanti per le incomprensioni paesane. Che non si addolciscono, non si placano, non si quietano.
Eppure… “la grande pianta ondeggia al vento, mattina e sera,
il vento schianta i verdi rami di primavera.
Perché rimane intatto e verde un ramo solo?
Lassù stamane ha fatto il nido un usignolo” (dal lituano).
La primavera fa scorrere l’energia nel tessuto intrigato del cosmo, e l’uomo ne evidenzia le espressioni.