di Luciana Figini
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La canzone che vi proponiamo questa domenica è stata una delle prime dei Pink Floyd e venne scritta da Syd Barrett, allora leader della band, nel lontano 1967.
Nel video che segue si vedono quattro ragazzi giovanissimi, appunto i Pink Floyd, giocare e far finta di suonare e cantare insieme in quello che sembra un parco cittadino.
Il video è in bianco e nero ed i ragazzi appaiono scanzonati e apparentemente senza pensieri.
Scenette, corsette, balletti e scherzi si alternano: Nick Mason fa finta di suonare la batteria, Roger Waters punta la chitarra verso il cielo, poi tutti ridono e fanno finta di giocare a baseball.
Apparentemente quattro giovanissimi musicisti che si divertono insieme.
Apparentemente, appunto.
Ma vediamo il testo della canzone:
SEE EMILY PLAY
(Syd Barrett)
Emily tries but misunderstands
She’s often inclined to borrow somebody’s dreams ’til tomorrow
CHORUS
There is no other day
Let’s try it another way
You’ll lose your mind and play
Free games for May
See Emily play
Soon after dark Emily cries
Gazing at trees in sorrow hardly a sound ’til tomorrow
CHORUS
Put on a gown that touches the ground
Float on a river for ever and ever
Emily
CHORUS
GUARDA EMILY GIOCARE
(Syd Barrett)
Emily ci prova ma si sbaglia
E’ spesso incline a prendere in prestito i sogni di qualcuno
fino a domani
RITORNELLO
Non c’è un altro giorno
Proviamoci in un altro modo
Perderai la testa e giocherai
Giochi liberi per maggio
Guarda Emily giocare
Subito dopo il buio Emily piange
Fissa soffrendo gli alberi, in silenzio fino a domani
RITORNELLO
Indossa un abito che arriva fino a terra
Lasciati trascinare dalla corrente di un fiume per sempre
Emily
RITORNELLO
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Il genio creativo del gruppo, in questi primi anni, si chiamava Syd Barrett.
All’epoca raccontò di avere visto una ragazza chiamata Emily in una foresta mentre dormiva dopo avere preso una droga psichedelica.
E questo era il suo problema principale: Syd soffriva da tempo di una forma di psicosi piuttosto seria; l’uso delle droghe acuiva questi disturbi e lo portò in seguito alla distruzione.
Syd era un genio nel comporre e nel mixare i pezzi. Faceva in modo che ad ogni istante il brano fosse “in movimento”.
Alzava e abbassava i cursori della consolle, apparentemente a caso.
Ciononostante il risultato era fenomenale .
Syd era un pittore, un visionario, un poeta: molti dei testi incredibili di questi anni sono il prodotto della sua sfrenata fantasia, della sua capacità di vedere “oltre” e “dentro”.
Purtroppo la suggestione e il fascino della musica di Barrett erano fatte della stessa sostanza della sua rovina; lentamente ma inesorabilmente la visione e la trascendenza si trasformarono in lui in isolamento, autismo, scambiati inizialmente per eccentricità da chi gli stava vicino.
All’inizio degli anni Settanta Syd era fuori, consegnato per sempre alla sua psicosi, ad un mondo di silenzio e pazzia dal quale non riemergerà più.
Gli altri continueranno, diventando una delle band più famose di tutti i tempi ma lo ricorderanno spesso nei loro testi, soprattutto nel pezzo “Shine on you Crazy Diamond”, interamente dedicato a lui, pazzo diamante, perduto per sempre.
Da YouTube, Pink Floyd – Shine On You Crazy Diamond, 1974 (Album Wish You Were Here, 1975); “Live at Knebworth” 1990 Hertfordshire, England [dove il desiderio (wish) espresso è proprio della presenza dell’amico mancante e perduto per sempre).
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Appendice dell’8 marzo 2021 (cfr Commento di Sandro Russo)
Copertine (fronte/retro ) citate nel commento:
Relics (reliquie, ma anche relitti), album del 1971 (fronte/retro parz.)
The Piper at the Gates of Down, del 1967 (anche il progetto grafico del retro di copertina é di Syd Barrett)
Poi l’ho trovato il posto di Londra della copertina del disco… E’ la serra vittoriana, la Palm house ai Kew Garden
Appendice. 2 (Cfr. secondo Commento di Sandro)
Epilobium angustifolium. Fam. Onagraceae
Sandro Russo
8 Marzo 2021 at 08:55
Sono riconoscente a Luciana per aver tirato fuori, dagli anfratti della sua memoria – …e della mia, forse di qualcun altro, ma pochi -, questo lavoro dei primi Pink Floyd (ancora) con Syd Barrett.
Mi ha spinto, la canzone della domenica pubblicata su Ponzaracconta, a cercare tra i miei vinili, ormai abbandonati da una parte, e con una certa ansia se non avessi ancora l’lp originale con la canzone [ho raccontato da un’altra parte che ai tempi della Casa dello Studente (i ruggenti anni tra il 1965 e il ’71) i miei poveri vinili subivano delle periodiche decimazioni con le perdite a poker].
Ebbene – surprise surprise – non solo c’era Relics (1971), con See Emily play (terza traccia della prima facciata), con una copertina diversa da quella presente sul sito; ma anche il loro primissimo Studio Album (1967!): The Piper at the Gates of Down, con una intrigante copertina (Londra, sì… Ma dove?) con tante perle quasi dimenticate, tra cui ne ricordo una, The scarecrow (Lo spaventapasseri): quarta traccia della seconda facciata, composta e anche cantata da Syd Barrett:
In entrambi gli album è ancora presente (e citato nei titolo) Syd Barrett (1946 – 2006)
The black and green scarecrow is sadder than me /
But now he’s resigned to his fate /
cause life’s not unkind – he does’nt mind. /
He stood in a field where barley grows
Lo spaventapasseri nero e verde è più triste di me
ma ora è rassegnato alla sua sorte perché la vita non è cattiva –
non se ne preoccupa.
Stava in un campo dove cresce l’orzo.
Le immagini delle copertine (fotografate stamattina), sono nell’articolo di base.
Grazie Luciana
Luciana Figini
8 Marzo 2021 at 10:51
…e visto che hai citato “the scarecrow” aggiungiamo il link a questo pezzo.
Sid Barrett è il ragazzo che porta in giro lo spaventapasseri.
https://www.youtube.com/watch?v=XVCcMvEbgVs&ab_channel=PinkFloyd
Sandro Russo
8 Marzo 2021 at 12:36
Ehi Luciana… Che vôi? ‘A guera!? (come dicono a Roma).
Allora avrai identificato anche i fiori del campo in cui trovano lo spaventapasseri all’inizio del video; che poi sono anche quelli che uno dei quattro su mette sul cappello!
La risposta e la foto nell’articolo di base