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Notizia dell’anno: dopo un viaggio di sette mesi, lo scorso 18 febbraio il rover della Nasa “Perseverance” [vedi in note (*) – NdR] è atterrato con successo su Marte e ha inviato la sua prima immagine della superficie del pianeta rosso, aprendo una nuova epoca nella storia dell’esplorazione spaziale.
Bene, mi dico! L’impresa mi ha ricordato che lo stesso pianeta fu protagonista delle notti d’estate nel 2003.
E allora sono andato a ripescare nel cassetto il racconto di una escursione notturna… sotto il cielo di Vivara. Avevo 17 anni… e ora ne ho il doppio.
Davide
Il cielo di Vivara
Descrizione di una serata di osservazioni
Vivara, essendo un’isola disabitata e trovandosi in una posizione che le consente di restare al riparo dagli effetti dell’inquinamento luminoso, è un buon punto per l’osservazione del cielo notturno. Certo non ci si deve aspettare il buio profondo che ormai è possibile trovare solo allontanandosi di molto dalle città, data la vicinanza all’isola di grossi centri abitati, quali la città di Napoli, i Campi Flegrei oltre alle vicine isole di Procida ed Ischia; tuttavia lo spettacolo del cielo notturno non appare particolarmente danneggiato, per nostra fortuna, e ci consente di ammirare le miriadi di stelle che punteggiano il cielo in una notte d’agosto.
E’ il 27 agosto 2003 e ci rechiamo sull’isola nel tardo pomeriggio. Tra qualche ora ci sarà un evento in campo astronomico, pubblicizzato dai molti media: il pianeta Marte sarà nel punto più vicino alla Terra, a “soli” 57 milioni di km, per poi allontanarsi. Un’occasione che non si presentava da oltre diecimila anni e che si potrà rivedere solo nel 2228. Ecco perché in questi mesi il “Pianeta rosso” appare cento volte più luminoso della stella polare, facile da individuare essendo l’oggetto più luminoso della volta celeste.
Il nostro punto d’osservazione sarà punta Mezzogiorno alta, che guarda verso sud. Da lì potremo osservare una porzione di cielo posta in mare aperto, sul mar Tirreno, lontano dalle fonti luminose.
Quando il sole tramonta ed il giorno va spegnendosi, ecco che appaiono le prime stelle: la prima è Arturo, la principale della costellazione di Boote e la più luminosa del cielo estivo. Poi compaiono nel cielo non ancora scuro, tre stelle che formano il “triangolo estivo”; sono Deneb, Vega ed Altair, rispettivamente stelle principali delle costellazioni del Cigno, della Lira e dell’Aquila. Queste, unite da segmenti immaginari, formano nel cielo una sorta di triangolo chiamato estivo perché è ben visibile proprio in questa stagione dell’anno. Lo si può considerare l’emblema dell’estate!
In Primavera, infatti, quando sorge, esso ci annuncia la venuta della stagione calda, mentre in autunno quando tende a tramontare ad occidente ci avvisa dell’arrivo dell’inverno e non lo vediamo più fino alla prossima primavera, lasciando il posto a costellazioni come Orione, Auriga, Procione, Gemelli, luminosissime e simboli del cielo invernale.
Ma ritorniamo alla nostra serata. E’ ormai buio e possiamo ammirare le principali costellazioni. Una dopo l’altra, tutte ordinate come volle la fantasia degli uomini delle antiche civiltà, esse sfilano nella volta celeste di moto lento e circolare (il famoso moto perfetto delle stelle che è soltanto apparente, poiché è la Terra a girare su se stessa) avendo come centro la stella polare, il “perno” settentrionale dell’asse celeste intorno al quale ruota, apparentemente, l’intero firmamento.
La stella polare (a Polaris) è la stella principale dell’Orsa minore denominata anche il “piccolo carro”, per la sua forma e in contrapposizione all’Orsa maggiore denominata “grande carro”. L’Orsa minore, a parte la stella polare, è formata da stelle con bassa luminosità (magnitudine) quindi difficilmente visibili se si osservano in vicinanza di fonti luminose.
Qui a Vivara l’Orsa minore si intravede ancora bene. Possiamo considerare questa piccola costellazione un “indicatore della qualità” del cielo notturno: dove è ancora visibile, anche se si intravede soltanto, lì vuol dire che l’inquinamento luminoso non è eccessivo. In città l’Orsa minore non si riesce a vedere nel cielo notturno, come “non esistono” centinaia di stelle e piccole costellazioni, offuscate dalle luci eccessive.
Volgendo lo sguardo verso sud, il nostro sguardo è colpito da una serie di stelle abbastanza luminose ed in particolare da una dal colore rossiccio. Si tratta di Antares, che significa “la rivale di Marte”, stella principale della costellazione dello Scorpione, facilmente osservabile in quanto si staglia con le sue stelle luminose verso sud, non alzandosi mai di molto dall’orizzonte. Subito ad est della coda dello Scorpione, anch’esso facilmente riconoscibile, troviamo il Sagittario, bellissima costellazione famosa soprattutto per essere una regione di spazio ricca di oggetti stellari e non: nebulose, ammassi, galassie ecc.
E per finire ad ovest dello Scorpione troviamo la Bilancia, costellazione non molto luminosa che una volta formava le chele del vicino Scorpione. Queste sono le tre costellazioni dello zodiaco visibili verso sud durante questi giorni estivi.
Continuiamo il nostro itinerario tra le costellazioni provando ora ad alzare lo sguardo verso l’alto. Partendo da ovest troviamo la costellazione di Boote con la stella Arturo (la quale ispirò la scrittrice Elsa Morante nel dare all’isola di Procida l’appellativo di “isola di Arturo”), la seconda dopo la stella Sirio per luminosità; lì accanto troviamo una piccola costellazione che forma un semicerchio dal nome di Corona Boreale con la stella Alphecca o Gemma, e continuando incontriamo Ercole fino ad arrivare alle costellazioni del già osservato “triangolo estivo”.
Ma proprio in questa regione del cielo siamo colpiti dalla presenza più bella, più affascinante del firmamento, qualcosa che ha colpito da sempre chi si è soffermato ad osservarla. Si tratta di una lunga scia luminosa la quale, partendo dalla costellazione di Cassiopea, attraversa e spacca in due il Cigno fino a gettarsi a sud nel Sagittario.
A questa scia luminosa che attraversa il cielo notturno gli antichi osservatori del cielo attribuirono il nome di Via Lattea.
Soltanto nel 1600, grazie a Galileo Galilei ed al suo primordiale telescopio, si riuscì a capire la vera natura di quell’alone biancastro che attraversa il cielo, prima considerato un effetto di riflessione della luce solare e lunare. Galilei con le sue osservazioni scoprì che si trattava in realtà di uno sciame di stelle il cui numero oggi è stimato intorno ai cento miliardi.
Purtroppo la Via Lattea è una delle vittime dell’inquinamento luminoso.
Da Vivara essa appare intatta verso sud, nel Sagittario, lontano dalle luci, mentre è ormai difficilmente visibile il primo tratto che va da Cassiopea fino al Cigno, a causa delle luci emesse dalla città di Napoli e dalla costa Flegrea.
Basta un piccolo binocolo per rendersi conto della moltitudine di stelle che compongono la Via Lattea, e se si osserva la regione che fa da sfondo alla costellazione del Sagittario (dove si trova il centro della Via Lattea) è possibile anche intravedere qualche nebulosa o qualche ammasso di stelle; l’importante è essere al buio e lontani dalle luci.
Distratti da queste meraviglie non ci siamo accorti che intanto ad est sorgeva il protagonista della serata: Marte! Il pianeta appare molto luminoso, con la sua caratteristica luce di riflesso rossa.
Osservato con un piccolo binocolo Marte appare come una piccola sfera rossa molto luminosa.
Abbiamo già detto della particolarità della serata riguardo il “Pianeta Rosso”; in generale si può dire che Marte è stato il protagonista delle notti di questa estate 2003, così vicino alla Terra, ed è anche stato inevitabilmente, il protagonista di molti raduni come quello tenutosi a Forca Canapine, sui Monti Sibillini a 1600 m d’altezza, a cui abbiamo preso parte la notte del 26 luglio.
Certamente visto al telescopio Marte è tutt’altro spettaco. E con Marte ha termine la descrizione dell’inizio del nostro itinerario di questa sera d’estate, che continua con l’osservazione e la ricerca delle piccole costellazioni. Basta in ogni caso una piccola guida, o un buon maestro, e buon occhio per individuarle; e gli itinerari continuano per tutto il corso dell’anno, durante il quale si alternano le 52 costellazioni visibili nel cielo di Vivara.
[Di Davide Zeccolella – 28 agosto 2003]
Note (a cura della Redazione)
L’isola di Vivara è una piccola isola del golfo di Napoli, di proprietà privata, appartenente al gruppo delle isole Flegree e posta tra Procida, a cui è unita da un ponte, e Ischia.
Il ponte tra Procida e Vivara, Punta Capitiello, vista dalla collina di Santa Margherita (Procida)
(*) – La missione Mars 2020 della Nasa sul Pianeta rosso. Porta con sé un nuovo rover e un piccolo elicottero
18 febbraio 2021 – https://www.wired.it/scienza/spazio/2021/
Missione compiuta. Perseverance, il rover della missione Mars 2020, è “ammartato” sul Pianeta rosso, dopo un viaggio cominciato lo scorso 30 luglio. Realizzato dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa, il robot con le ruote è atterrato nel cratere Jezero portando con sé sette strumenti basati su tecnologie avanzate per studiare la superficie di Marte. Il nuovo rover resterà sul pianeta almeno per un anno marziano (687 giorni, quasi due anni sulla Terra) e il suo obiettivo è cercare qualsiasi traccia che possa indicare la presenza, nel passato, di vita. Per farlo, sarà guidato dall’elicottero Ingenuity (in italiano ingegnosità), che inizierà i primi test nella primavera del 2021. La diretta della discesa di Perseverance è stata trasmessa dalla Nasa a partire dalle nostre 20:15, mentre l’ammartaggio è avvenuto intorno alle 21:56.
Caratteristiche del rover Nasa Marte
Le stelle a Ponza
L’osservazione delle stelle da Ponza ha più o meno le stesse caratteristiche di ridotto inquinamento luminoso della più piccola e segregata isola di Vivara.
Non a caso anche da noi c’è una piccola ma appassionata rappresentanza di “osservatori del cielo” (“I guardatori della luna”, del 1981, è un libro di Tonino Guerra).
A Ponza anni fa, organizzati del sito Ponzaracconta, ci sono stati – diversi e ripetuti negli anni – eventi di “Ponza delle Stelle”, con osservazioni astronomiche dalla piazzetta di Calacaparra, guidate da un gruppo di bravi astrofili, forniti di adeguata strumentazione.
Per le cronache relative a quelle indimenticabili serate, digitare – Le stelle di Ponza – nel riquadro “Cerca nel Sito”, colonna di sin., in Frontespizio. E anche, nell’indice per Autore, gli articoli di Francesco Piras.
Immagine di copertina: vista dell’isola di Vivara da Punta Solchiaro (Procida)
Fabio Lambertucci
21 Febbraio 2021 at 13:23
Come tutti sono contento per l’ammartaggio. Vorrei segnalare che con il rover Perseverance su Marte è stato portato anche il nome di Santa Marinella (Roma), come potete leggere nell’articolo su http://www.roma.repubblica.it del 19 febbraio 2021 “Marte, il saluto alla Nasa di Elettra Marconi: “Senza la radio di mio padre non saremmo mai andati sulla Luna”.
Infatti nella memoria del computer del rover è stata inserita una iscrizione che ricorda lo “Science Park Guglielmo Marconi Torre Chiaruccia” di Santa Marinella, a Capolinaro, diretto dal professor Livio Spinelli, grande storico locale e mio compagno nelle escursioni del gruppo trekking “Domenico Tiburzi” di Civitavecchia.
A tutti gli astrofili un saluto da Santa Marinella.
Fabio Lambertucci.