di Sandro Vitiello
Ci giunge notizia che in Gran Bretagna i numeri della pandemia, malgrado la variante inglese, si stanno riducendo in maniera significativa. Risultati raggiunti grazie ad un lockdown abbastanza pesante e con i numeri dei vaccinati che stanno aumentando di giorno in giorno.
Forse ce la possiamo fare, forse incominciamo a vedere quella famosa luce in fondo al tunnel.
Speriamo bene, perché qui da noi non va bene.
Non va bene in generale e non va bene nel nostro piccolo mondo ponzese. Dobbiamo resistere anche se è dura, anche se è pesante.
Mio padre amava dire che alla fine della guerra chi non tornava a casa aveva perso comunque la guerra.
Ricordiamoci che siamo in guerra e che compito della comunità è quello di tutelare i più deboli. E quando si parla di più deboli si parla sicuramente dei malati ma anche dei tanti che con la chiusura delle attività hanno perso il lavoro o i guadagni.
Nei giorni scorsi a Roma è nato un nuovo governo, presieduto da Mario Draghi, supportato dai voti di una maggioranza parlamentare molto larga. Hanno votato tutti a favore tranne quelli della Meloni, un nutrito gruppo di grillini – ormai ex – e altri in ordine sparso.
Sembra quasi che nel nostro paese siano scomparse tutte le differenze tra i vari schieramenti.
Sappiamo bene che non è così e che quello che oggi viene chiamato senso delle istituzioni è qualcosa più terra terra.
Chi sta al governo potrà dire parola sui tanti soldi che verranno spesi nei prossimi mesi per far ripartire l’economia e modernizzare il paese. Chi sta fuori potrà raccogliere tanto malcontento che forse diventeranno voti ma poi, al dunque, forse non serviranno granché.
Non possiamo che augurare tutto il bene possibile al nuovo governo; l’autorevolezza di Mario Draghi potrebbe essere una garanzia ma l’Italia è un paese strano.
Da leggere al riguardo lo scritto di Miguel Gotor, presentato da Tano Pirrone.
Veniamo ai fatti di casa nostra; tre interessanti argomenti hanno tenuto banco questa settimana.
Cominciamo dal proseguimento del dibattito intorno ai daini del parco del Circeo. Colpisce l’interesse su una vicenda che potrebbe essere isolata a dibattito tra gli addetti ai lavori e invece riesce a trovare udienza tra tanti.
Bisogna ammettere che l’ex sindaco-giornalista Vigorelli sa fare il suo mestiere. Ma visto che c’è tutto questo interesse verso il destino degli animali non potremmo allargare il discorso parlando casomai anche di beccacce? E visto che ci siamo, i dentici? Soprattutto quelli pescati per sport.
Mi rimane il dubbio che la polemica sia un pochettino strumentale.
Ne scriviamo con un contributo del veterinario Marco Cianfanelli intervistato da Sandro Russo e con un nostro editoriale.
Abbiamo segnalato anche un fatto che potrebbe sembrare marginale ma non ne sono sicuro.
Il 20 gennaio il Comune di Ponza ha fatto un’ordinanza in cui sostanzialmente definiva i parametri da utilizzare se si vuole avere degli alveari sulla nostra isola. Poteva essere una notizia circoscritta ma sembra che alcuni passaggi dell’ordinanza non siano in sintonia con quanto deciso a livello comunitario, ministeriale e regionale.
Sarà interessante capire per quale ragione a Ponza si vuole fare diversamente: aspettiamo commenti.
Molto interessante la ricostruzione storica di Vincenzo Ambrosino della vicenda “Miniera Samip”. Ulteriormente interessante il dibattito che ne è scaturito. Gennaro Di Fazio ricorda un importante incontro che ci sarà in aprile con l’università di Roma per definire uno studio che potrebbe portare a ipotizzare un futuro diverso per quella importante parte della nostra isola. Vincenzo porta alla nostra memoria altri studi conoscitivi e Silverio Lamonica non nasconde il suo scetticismo.
Peccato che di questa vicenda si parli solo adesso, a poco più di un anno dalla fine del mandato di questa Amministrazione. Era una priorità del programma elettorale di Ferraiuolo.
E dopo l’attualità e il dibattito politico un po’ di storia non guasta.
Rita Bosso continua ad analizzare la lettera di Mussolini a don Dies, partendo dal libretto che questo scrisse a riguardo.
Ne scrive con cinque contributi: la prima puntata, la seconda, la terza, la quarta e la quinta.
Diventa sempre più partecipata la nostra iniziativa “Una foto racconta”.
Commovente il racconto di Teresa Rotondo quando parla di Maria Iozzi, la calzolaia di Giancos.
Così come il viaggio di Gaia de Luca sul “Maria Maddalena”.
Che dire poi dello scritto di Enzo di Fazio “Prove di emancipazione”? Una finestra sul tempo dei nostri genitori. E qui mi accorgo dei mondi diversi in cui siamo cresciuti malgrado fossimo tutti abitanti di una piccola isola.
Da non perdere anche lo scritto di Giuseppe Mazzella nella rubrica “I ponzesi visti da…”. Giuseppe riporta una pagina dal libro di Vittorio Casali “La nostra gioventù” che narra di un fine settimana a Ponza.
Ci tocca segnalare anche la scomparsa di Antonietta Aversano, sopra Giancos.
Aveva 103 anni, era la suocera di Rossano.
Chiudiamo con lo scritto di Emilio Iodice “Luci della città”. Emilio ancora una volta attraverso i suoi scritti ci ricorda che il successo spesso dipende dalla nostra capacità di reagire ad una sorte avversa, di andare a cercare dentro di noi quella forza necessaria per superare gli ostacoli della vita.
E’ un messaggio di speranza; lo facciamo nostro.
Buona domenica.